Come sta andando il calciomercato della Roma

Calciomercato Roma - Puntero

Dopo una stagione turbolenta, con il passaggio da José Mourinho a Daniele De Rossi in panchina e quello da Tiago Pinto a Florent Ghisolfi come ds, la Roma sta vivendo un’estate impegnativa in sede di calciomercato, motivata anche dalla tipologia e dal metodo adottati negli anni precedenti. A fine stagione i giallorossi si sono ritrovati con otto sicuri partenti tra fine prestiti (Romelu Lukaku, Diego Llorente, Rasmus Kristensen, Renato Sanches, Sardar Azmoun e Dean Huijsen) e contratti in scadenza (Leonardo Spinazzola e Rui Patrício). Ne è nata una rivoluzione che ha seguito un canovaccio totalmente diverso da quanto visto negli ultimi anni. Vediamo, quindi, come sta andando il mercato della Roma.

 

Discontinuità e giovani

La parola chiave del mercato giallorosso è sicuramente “discontinuità”: le ultime stagioni hanno portato risultati altalenanti, tra campionati deludenti e grandi cammini europei nelle competizioni del giovedì. A segnare questo dislivello ha contribuito la strategia che Mourinho ha di fatto demandato – pur prendendone le distanze oggi – al connazionale Tiago Pinto in sede di mercato. Il triennio mourinhano ha visto la Roma cercare prevalentemente calciatori di rango, magari non giovanissimi e con formule precarie quali l’acquisto a parametro 0 o il prestito oneroso senza obbligo di riscatto, che avessero la funzione di garantire immediata competitività senza compromettere il lato economico nel lungo periodo. Ciò ha portato a una formula ibrida: pochi giocatori di livello, panchina corta e utilizzo di giovani provenienti dal vivaio, con conseguente difficoltà a sostenere il doppio impegno.

La Roma, infatti, si è trovata a operare con la spada di Damocle del settlement agreement stipulato dalla proprietà per rientrare nei paletti del fair play finanziario, che ha costretto il ds giallorosso a manovre da equilibrista per poter sostenere un mercato che fosse sostenibile sia economicamente che tecnicamente. In particolare, oltre ai canonici aspetti di bilancio, curati anche attraverso il sacrificio di qualche elemento del vivaio, ha inciso nettamente il concetto di “costo rosa”, dato dalla somma del costo stagionale – a sua volta dato dalla somma tra l’ingaggio lordo annuale e il valore d’acquisto frazionato per gli anni di contratto totali – dei singoli calciatori inseriti nella lista UEFA.

Con l’arrivo di De Rossi, la direzione è completamente cambiata: più attenzione al gioco e a un progetto futuribile, dando peso alle caratteristiche dei singoli prima che al loro nome. Discontinuità rispetto al passato, appunto. Anche grazie al sostanziale alleggerimento del monte ingaggi, la Roma ha deciso di aprire i cordoni della borsa e investire su calciatori giovani e affamati, limitando l’arrivo di over 30 e riducendo il costo rosa annuo grazie alla stipula di contratti lunghi ma caratterizzati da ingaggi più sostenibili rispetto al passato, dando seguito al diktat del nuovo allenatore, che come condizione basilare per la finalizzazione dei nuovi colpi ha posto la voglia di far parte del progetto giallorosso.

E se l’inizio del mercato, soprattutto per le tempistiche, ha fatto storcere la bocca ai tifosi, gli ultimi colpi hanno unito il popolo giallorosso, tra nomi graditi e, soprattutto, risolutezza nelle trattative.

 

Acquisti

Il primo acquisto di rilievo è stato Enzo Le Fée, un nome che lì per lì non ha entusiasmato per vari motivi. Il primo è il prezzo, 23 milioni, seppur rateizzabili in tre anni. Non poco per un calciatore che il Rennes aveva acquistato un anno fa dal Lorient per 20 milioni ma che in rossonero ha visto calare le sue prestazioni. Il secondo sono le caratteristiche: l’esigenza inquadrata dai tifosi e anche da De Rossi era quella di un centrocampista fisico, con capacità e tempi di inserimento, il classico box-to-box. Le Fée, invece, è un ragazzo di un metro e 73, dotato di grande tecnica e amante del possesso e della ricerca della verticalità. Non è da escludere che arrivi per rimpiazzare Houssem Aouar – ne parleremo dopo – nel tentativo di trovare un giocatore “stile Mkhitaryan” nel primo anno di Mou.

A cambiare l’umore della tifoseria ci hanno pensato i due colpi successivi. Il primo è quello di Matias Soulé: reduce da una stagione di ottimo livello in provincia, con numeri di prim’ordine nel panorama dei Top 5 campionati in quanto a dribbling e occasioni da gol create, il ragazzo di Mar del Plata è chiamato a confermarsi in una piazza non semplice ma capace di donare amore a quei calciatori che, come lui, sanno divertire e regalare giocate spettacolari di pura tecnica. Forte della necessità della Juve di fare cassa, la Roma è rimasta ferma sulla propria offerta iniziale, acquistandolo per 26 milioni più 4 di bonus.

Il grande dubbio sul suo utilizzo è di natura tattica: pur essendo un giocatore formalmente diverso da Paulo Dybala – con la Joya più tendente ad accentrarsi e all’anarchia tattica rispetto a Soulé, più esterno – può preoccupare il fatto che entrambi amino partire da destra per poi accentrarsi. Una convivenza di non facile gestione nel gioco di De Rossi, che in estate ha provato il 4-2-3-1. Vedremo come il tecnico adeguerà il suo credo ai nuovi talenti, di sicuro la mossa ha anche una finalità futura importante, vista la fragilità e la situazione contrattuale di Dybala, che comunque dovrebbe rinnovare a breve fino al 2026.

Chiusa la trattativa Soulè, la Roma ha battuto un altro grande colpo assicurandosi il Pichichi in carica Artem Dovbyk. Un nome che, a differenza di quelli precedentemente usciti – su tutti Alexander Sørloth, Samu Omorodion e Youssef En-Nesyri – ha messo d’accordo un po’ tutti: pur non giovane come Soulè, il 27enne ucraino è nel pieno della maturazione calcistica ed è forse il miglior attaccante tra quelli effettivamente prendibili per i giallorossi, che sono stati capaci di strapparlo a una squadra prestigiosa e qualificata alla Champions League come l’Atlético Madrid. Arriva per 32 milioni più 6 di bonus, il suo mix di fisicità e tecnica sembra ideale per innescare i movimenti nello spazio di Dybala, Soulé e dei centrocampisti.

Sono anche arrivati due giovani terzini per allungare la panchina. Lo svedese Samuel Dahl, classe 2003, prelevato dal Djurgårdens per circa 4 milioni, è già nel giro della Nazionale svedese, è un ragazzo rapido e brevilineo, che in patria qualcuno ha paragonato – per caratteristiche fisiche e tecniche – a Philipp Lahm. A destra, come terzo esterno basso, è stato scelto lo spagnolo Buba Sangaré, classe 2007 che la Roma ha acquistato dal Levante per circa 1,5 milioni di euro. Nel giro dell’Under 17 iberica, ha esordito in prima squadra con il club di Valencia, collezionando 3 presenze tra Liga 2 e Copa del Rey. Infine, l’unico over 30 firmato sinora è Mathew Ryan, portiere australiano di grande esperienza proveniente dall’AZ Alkmaar. Nato nel 1992, sarà il vice di Mile Svilar e potrebbe ritagliarsi spazio in Europa League, alla luce delle oltre 50 presenze in carriera nelle coppe europee.

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Le prime immagini di Soulé in azione con la maglia della Roma

 

Cessioni e lista partenti

Nel corso di questa sessione sono arrivate finora solo due cessioni a titolo oneroso: quella di Andrea Belotti, passato all’ambizioso Como per 4,5 milioni, e quella del già citato Aouar, finito all’Al-Ittihad per 12 milioni. L’algerino ha rappresentato un’ottima plusvalenza ma anche una delusione visti i progetti iniziali su di lui. Il giocatore che da giovane aveva incantato al Lione non si è visto, difettando spesso in personalità e concretezza. Le Fèe sarà chiamato a incidere più di quanto Aouar abbia effettivamente fatto, pur chiudendo la stagione con un bottino non irrilevante di 4 gol in campionato. Sono finiti in prestito in Serie B due dei giovani più in vista del vivaio, Riccardo Pagano, 7 presenze nella scorsa stagione e mandato a Catanzaro, e Luigi Cherubini, prestato alla Carrarese dopo l’esordio nella scorsa Europa League, oltre al terzo portiere Pietro Boer, ceduto temporaneamente in Serie C alla Pianese.

Quasi certi di partire sono Ebrima Darboe, Eldor Shomurodov e Ola Solbakken, tutti di rientro dai rispettivi prestiti. Il centrocampista gambiano piace al Frosinone e alla Salernitana, mentre l’attaccante uzbeko, reduce dalle Olimpiadi, pare nel mirino del Verona. Qualche dubbio in più per Marash Kumbulla: anche lui reduce dal deludente prestito al Sassuolo, pare il più in bilico tra i centrali difensivi anche per via della difficoltà a trovare un acquirente per Chris Smalling. Tuttavia, vista la partenza di Llorente e Huijsen, non è escluso che resti come quinto centrale.

Tra i nomi più altisonanti, il principale indiziato alla cessione è Tammy Abraham: l’attaccante inglese interessa al Milan e la Roma chiede 25 milioni di euro. Praticamente fuori rosa ed escluso dal progetto tecnico Rick Karsdorp, che ha recentemente cambiato procuratore per facilitare l’uscita e che in passato è stato accostato a Rennes e Beşiktaş. Probabile che qualcosa si muova solo a fine mercato. Discorso diverso per altri due prodotti del vivaio: Nicola Zalewski ha deluso nell’ultima stagione e sembra non aver convinto De Rossi. La Roma parrebbe intenzionata a cederlo ma non a regalarlo, situazione che scoraggia le offerte delle altre squadre: non è da escludere quindi un suo inserimento in qualche trattativa come contropartita tecnica. Edoardo Bove, invece, ha perso spazio con De Rossi e potrebbe ambire ad avere più minuti, con la Fiorentina molto interessata.

 

Obiettivi di mercato

Cosa resta da fare? Sicuramente il primo obiettivo è il terzino destro titolare. Si sono rincorsi molti nomi: sfumato lo spagnolo dell’Almería Marc Pubill, ormai a un passo dall’Atalanta, il nome più quotato è quello dell’azzurro Raoul Bellanova, non esattamente economico ma per il quale potrebbe essere utilizzato Zalewski come contropartita tecnica. Sullo sfondo i nomi di Lorenz Assignon del Rennes – per il quale si ipotizzava uno scambio con Karsdorp ma che sembra più vicino all’Aston Villa – e di Tiago Santos del Lille. Pressoché certo anche l’acquisto di un difensore centrale: ormai molto complesso l’arrivo di Mats Hummels, i principali obiettivi paiono essere l’ex Bologna Artur Theate, che all’occorrenza potrebbe anche fungere da terzino sinistro bloccato, e il centrale francese Loïc Badé, in forza al Siviglia. Per entrambi la richiesta si aggira sui 20 milioni.

Possibili movimenti anche in mediana: se Le Fèe può essere un rimpiazzo di Aouar e il giovane Niccolò Pisilli completerà le rotazioni, l’idea è di chiudere almeno un altro acquisto con caratteristiche diverse. Inizialmente l’idea pareva essere quella di un box-to-box, con il nome del brasiliano Gabriel Sara del Norwich – poi finito al Galatasaray – oggetto di particolare interesse. Tuttavia il passaggio al 4-2-3-1 sembra il preludio a un profilo diverso, più abile nel recupero che nella gestione del pallone. Il nome più in voga è Boubakary Soumaré del Leicester, reduce da una stagione al Siviglia: il prezzo è alto ma si può lavorare sul prestito. Da non escludere, soprattutto se partirà Bove, i nomi di Matteo Prati – che farebbe da vice di Leandro Paredes – e Tanner Tessmann, oltre a eventuali sorprese, come Adrien Rabiot se sarà ancora svincolato dopo Ferragosto.

Dalla trequarti in su, molto passa dalla cessione di Abraham: dato per necessario un innesto come esterno alto a sinistra, l’addio dell’inglese libererebbe un posto in rosa anche come vice-Dovbyk. In caso di cessione al Milan non sono da escludere contropartite tecniche come Alexis Saelemaekers o Noah Okafor, con lo svizzero che potrebbe anche diventare l’opzione giusta come punta centrale di riserva. Per l’esterno si monitorano profili giovani – Wesley Gassova del Corinthians, Kamaldeen Sulemana del Southampton e i due giovani del campionato belga Antonio Nusa e Matias Fernandez-Pardo – ma non solo: circolano con insistenza anche i nomi di Jérémie Boga, Wanderson Galeno – su cui la Juventus è in vantaggio – ma, soprattutto, Federico Chiesa. L’esterno azzurro è stato scaricato pubblicamente da Thiago Motta e con il passare dei giorni le condizioni per arrivare a lui diventeranno sempre più favorevoli.

 


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Di Manuel Fanciulli

Laureato in giurisprudenza e padre di due bambini, scrivo di sport, di coppe e racconto storie hipster. Cerco le risposte alle grandi domande della vita nei viaggi e nei giovedì di Conference League.