Il crollo del sistema Maccarani: accuse, veleni, nuove testimonianze

Emanuela Maccarani non è più l'allenatrice della nazionale italiana di ginnastica ritmica, coinvolta in diversi episodi di maltrattamenti.

Che succede ora? E non solo da un punto di vista giudiziario. È notizia del 10 marzo che Emanuela Maccarani sarà processata per maltrattamenti nei confronti delle sue ex allieve e, due settimane dopo, la milanese è stata destituita dal ruolo di direttrice tecnica e allenatrice della nazionale di ginnastica ritmica. La ventata d’aria nuova è giunta con il nuovo Presidente Federale, ma sono diverse le incognite all’orizzonte, recentemente emerse anche riguardo la figura dello stesso Facci.

Il caso Maccarani è andato oltre la ginnastica ritmica

Il caso delle Farfalle – nome con cui viene chiamato il team azzurro dal 1969, quando Giovanni Arpino, in un articolo de La Stampa, descrisse la ginnastica ritmica come “qualcosa che sta tra la farfalla e l’atleta” – scoppia a ottobre 2022. Tre anni dopo ancora non abbiamo un epilogo, ma visti i tempi della giustizia la cosa non dovrebbe sorprendere. Nina Corradini, Anna Basta e poi, sulla scia delle due, anche Giulia Galtarossa scoperchiano il vaso di Pandora. Attraverso una serie di interviste portano alla luce anni di maltrattamenti di natura psicologica, subiti quando facevano parte della Nazionale azzurra.

Pian piano un’ondata di denunce che richiama il movimento MeToo nel mondo della ginnastica. Si parla del rapporto malsano con il fisico che vivono le ginnaste, nella ritmica ma anche nell’artistica. Persino Vanessa Ferrari, per anni simbolo della ginnastica artistica italiana, trova il coraggio di raccontare la sua battaglia contro i disturbi alimentari. Per mesi la questione diventa virale come mai prima, la ginnastica diventa argomento da prima pagina, ma purtroppo per fatti di cronaca e non per i risultati sportivi. Partono le indagini che si snodano in due parti: da un lato la giustizia sportiva, con la Procura Federale, dall’altro quella ordinaria, con le procure di Monza, Brescia e Verona.

Le indagini

La Federginnastica, come prima cosa, commissaria l’Accademia di Desio, da anni centro federale e casa delle Farfalle. Viene introdotta la figura di una psicologa che assume l’incarico di controllare come avviene il lavoro nella palestra lombarda. Nel frattempo, Emanuela Maccarani riceve con alterne vicende il sostegno di tutti i vertici federali e del CONI: a maggio 2021 l’allenatrice più medagliata di sempre nella ginnastica ritmica azzurra è diventata membro della Giunta Nazionale del CONI in rappresentanza dei tecnici, ed è lei stessa ad autosospendersi a gennaio 2023.

Sempre nello stesso mese, lei e la sua assistente Olga Tishina vengono deferite dalla Procura Federale per “metodi di allenamento non conformi ai doveri di correttezza e professionalità, ponendo in essere pressioni psicologiche e provocando in alcune ginnaste l’insorgere di disturbi alimentari e psicologici”. Dopo un consiglio federale, la Federazione stabilisce che non sarà più direttrice tecnica, ma solo allenatrice. A tal proposito, l’allora Presidente Federale Gherardo Tecchi dichiara:

È una decisione mia dopo aver sentito anche il presidente Malagó e il consiglio. Lei continuerà solo ad allenare la squadra perché non pensiamo sia giusto fare noi i giudici.

La Procura Federale e la giustizia ordinaria

A settembre 2023 arriva il primo responso. La Procura Federale preferisce un ammonimento e non usare la mano pesante. Il Tribunale Federale, guidato da Michele Rossetti, ammonisce Maccarani e assolve Olga Tishina. Un’assoluzione che la stessa allenatrice accoglie sottolineando la sofferenza vissuta durante l’indagine:

Sono stati undici mesi difficili e dolorosi. Questa ferita mi rimarrà per tutta la vita, ma la mia coscienza resta tranquilla: infatti mi ha permesso di lavorare in questi mesi. Tra l’altro, l’udienza era aperta, quindi i fatti sono stati esposti con chiarezza.

Secondo la Procura:

Non c’è prova di un comportamento vessatorio nei confronti delle ginnaste. Riteniamo invece ci sia prova negli atti di un profilo di colpa a carico della Maccarani, quello di eccesso di affetto nei confronti della Basta, cercando di recuperarla, rendendola performante con l’obiettivo di portarla alle Olimpiadi, ma determinando invece un disagio che non è in discussione.

Nel mentre, su un binario parallelo, va avanti la giustizia ordinaria, con il primo responso che risale ad agosto 2024. La Procura di Monza chiede l’archiviazione dalle accuse di maltrattamenti per Maccarani e Tishina. Ora spetta al GIP decidere se accogliere o meno la richiesta della Procura. Interessante, nei vari atti, un passaggio che riguarda Alessia Maurelli, ex capitana.

Secondo le PM Manuela Massenz e Cinzia Citterio, “appare evidente che l’atleta, a distanza di tempo dai fatti, non sia disposta a riconoscere la gravità degli atteggiamenti di Maccarani nei suoi confronti, avendo proseguito ‘da vincente’ l’attività agonistica”, a differenza di Basta e Corradini, che hanno affrontato uno “stato di sofferenza che appare conseguenza non solo delle condotte dell’allenatrice ma anche di un insieme di fattori, non ultimo quello della mancanza di supporti professionali (attribuibile alla Federazione, non all’allenatrice) adeguati a supportare le giovani atlete, tanto più nel periodo in cui la pandemia ha accentuato le loro fragilità e incertezze.” Tuttavia non viene ravvisata “l’abitualità” necessaria per il reato di maltrattamenti.

Le intercettazioni

Nei mesi scorsi sono poi emerse delle intercettazioni che hanno portato alla destituzione del Procuratore Federale e all’addio – comunque già previsto – di Gherardo Tecchi dal ruolo di Presidente Federale. Quest’ultimo, in tali intercettazioni, dichiara al numero uno del CONI Giovanni Malagò: “Devo parlare con alcuni consiglieri per vedere di spostare il tiro perché all’ultima assemblea ho bloccato tutto: eravamo nove (consiglieri, ndr) a due e i due eravamo io e il mio vice Peroni.” Malagò risponde: “Cioè gli altri tutti vogliono la testa di Manuela?”, domanda a cui segue un sì molto deciso.

Tecchi ha poi difeso a tutti i costi la Maccarani, tanto da ideare, come disse a lei, una strategia: “A questo punto facciamo un piano per far rispondere le ragazze… farle parlare tramite i social e poi veicoliamo tutto tramite l’ANSA, perché è ora di dare anche gli scappellotti.” Una circostanza a cui l’allenatrice ha risposto: “Infatti le ragazze hanno già preparato una cosa che mi hanno fatto leggere, molto fatta bene anche.” La milanese, prima delle audizioni, ha infatti contattato le singole ginnaste per stabilire una versione dei fatti.

Una situazione appoggiata anche da Malagò, che in un’altra intercettazione evidenzia come si tratti della “prima mossa che forse placa un po’ gli animi. Poi rimane il problema dell’aspetto tecnico perché io, sono onesto, fino all’ultimo, fino a quando non c’è una certezza di colpevolezza, non capisco perché lei deve smettere di allenare.”

A ottobre 2023, quindi, Maccarani torna a svolgere il ruolo di direttrice tecnica. Fino a marzo 2025, quando arriva l’ennesimo ribaltone: la richiesta di archiviazione non viene accolta. Nei confronti dell’allenatrice viene emessa un’ordinanza di imputazione coatta, mentre viene prosciolta Olga Tishina. Il GIP ha spiegato che i maltrattamenti rappresentano:

Un reato di mera condotta, per la cui realizzazione è sufficiente che il comportamento dell’agente sia idoneo sotto il profilo oggettivo a determinare nella vittima una condizione di sofferenza psico-fisica non semplicemente transitoria, indipendentemente dalla sua effettiva realizzazione e manifestazione.

A queste si aggiungono nuove conversazioni private, svelate dal Corriere della Sera il 31 marzo 2025, tra Tishina e un’altra allenatrice, Natalia Nesvetova. Tishina svela che anche a Fabriano, dove è cresciuta la medaglia olimpica Sofia Raffaeli, succedevano cose simili, se non peggiori.

Quando Julieta Cantaluppi (ex allenatrice, che ha lasciato la Nazionale nel 2023, ndr) faceva fare a Raffaeli e Serena Ottaviani l’esercizio di lanciarsi il cerchio… se sbagliavano il lancio, dovevano togliersi un indumento. Alla fine, restavano in mutande. E poi le chiudeva in uno stanzino piccolo, freddo, senza telefoni, senza nulla, perché si erano allenate male, le metteva in punizione. Rimanevano lì, sedute per terra.

Alla luce delle intercettazioni emerse, pertanto, dovrà ripartire anche il processo sportivo.

La reazione delle ragazze della ginnastica ritmica

Fino a mercoledì 26 marzo il silenzio ha regnato sovrano, complice il periodo di transizione dovuto alla recente elezione di Andrea Facci come nuovo Presidente Federale. Tuttavia, in tale data il Consiglio Federale ha deciso per la risoluzione del contratto di Maccarani, dopo 30 anni in questo ruolo. A prendere in mano le redini è stato proprio Facci, il presidente federale più giovane d’Italia almeno per il prossimo quadriennio, ma anche protagonista di (seppur vecchie) dichiarazioni al limite del sessismo durante alcune intercettazioni con Tecchi, tanto che a suo carico c’è già un’indagine CONI. Il Consiglio ha comunque votato all’unanimità per il licenziamento dell’allenatrice.

Nella sezione di ginnastica ritmica, visto che lo Statuto prevede che sia io a scegliere, ho ritenuto di non confermare la direzione tecnica di Maccarani. Sarò io ad occuparmene ad interim, fino al 30 giugno, quando verranno definite anche le altre direzioni tecniche. È una scelta che ho preso a prescindere dalle note vicende, voglio dare in prima persona un taglio differente all’organizzazione, non solo alla ritmica, portando avanti un concetto di lavoro di staff abbandonando quello dell’allenatore solo al comando. Il Consiglio federale ha anche votato all’unanimità la risoluzione del contratto di Emanuela Maccarani: si conclude così una direzione tecnica molto lunga, durata oltre 30 anni. La gestione della Federazione che mi ha preceduto aveva scelto la continuità in vista dei Giochi, per noi il ciclo è esaurito. Ringraziamo Maccarani per i suoi successi e guardiamo al futuro con ottimismo e nuova energia.

Resta da capire chi raccoglierà questa pesante eredità. Nomi non sono stati fatti e bisognerà ripartire dalla costruzione della squadra. Alessia Maurelli si è ritirata dopo il bronzo di Parigi e lo stesso ha fatto Agnese Duranti. Martina Centofanti, che dovrebbe essere la nuova capitana, ha affrontato problemi fisici e un’operazione: il suo futuro agonistico è incerto, così come Laura Paris e Daniela Mogurean che hanno chiesto un periodo di pausa per vedere gli sviluppi,

Da atleta più esperta, a caldo, Centofanti, pur non avendo ancora incontrato Facci, ha voluto subito dire la sua, offrendo un’altra prospettiva sulla vicenda.

Vorremmo mettervi al corrente del fatto che oggi, senza alcun preavviso da parte di nessun membro della Federazione, consigliere né soprattutto rappresentante degli atleti, siamo venute a conoscenza del fatto che da domani la nostra allenatrice non ci allenerà più, a una settimana dalla partenza per la prima uscita internazionale con la nuova squadra. Ma non solo, la nostra conoscenza sul fatto che Emanuela Maccarani non sarà più la nostra allenatrice è avvenuta tramite un gruppo su Telegram e in nessun altro modo, né prima né dopo. Oggi pomeriggio (26 marzo, ndr) noi non ci siamo allenate e da domani (27 marzo, ndr) la Squadra non avrà più la sua allenatrice.

C’è già un piano per il dopo Maccarani? Una cosa è certa: oltre alle atlete che hanno subito abusi, ci sono anche le ragazze della Nazionale. Anche ipotizzando che non siano mai state maltrattate, dal 2023 gareggiano con un’inchiesta in corso, vedendo il loro sport sotto attacco e bistrattato. Vivono in un ambiente che, con tutti i suoi difetti, è l’unico che abbiano mai conosciuto, spesso convinte che certi atteggiamenti non fossero davvero al limite del lecito. Ora si trovano intrappolate tra negazione e pressione, sportiva e psicologica, ma nessuno sembra preoccuparsene davvero. Tutti si sono concentrati su chi ha denunciato. Nessuno su chi ancora compete.

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