Alla scoperta del Monterrey, potenza messicana che sfiderà l’Inter

Il Monterrey è pieno di vecchie conoscenze del calcio europeo e sarà la prima avversaria dell'Inter al Mondiale per club.

A quasi due settimane dalla disastrosa finale di Monaco di Baviera, l’Inter, orfana di Simone Inzaghi e desiderosa di tornare a vincere, riparte dal Mondiale per Club in programma negli Stati Uniti. I vicecampioni d’Europa, ora affidati a Cristian Chivu dopo l’addio inatteso del tecnico piacentino, vedono in questa competizione un’occasione cruciale per ritrovare motivazioni e riscattare il pesante 5-0 subito contro il PSG. Per raggiungere la fase finale i nerazzurri dovranno superare il Girone E, che comprende Monterrey, River Plate e Urawa Reds: tutte squadre affamate di visibilità e gloria internazionale. Il debutto è previsto contro i messicani del Monterrey, al leggendario Rose Bowl di Pasadena, teatro del rigore sbagliato da Roberto Baggio nella finale dei Mondiali del 1994 contro il Brasile che segnò un’intera generazione di tifosi italiani.

Monterrey, storia, evoluzione e ambizioni globali

Fondato nel 1945 nell’omonima città del nord del Messico, il Monterrey è uno dei club più prestigiosi del Paese. Vanta un palmarès ricco: 5 titoli nazionali, 3 Coppe del Messico, una InterLiga, 5 CONCACAF Champions League e una Coppa delle Coppe CONCACAF. Il vero salto di qualità risale al 2015 con l’inaugurazione dello stadio BBVA Bancomer, un impianto moderno da 53.500 posti, simbolo della nuova era. La spinta decisiva è arrivata da FEMSA, gigante del settore beverage e proprietario della squadra, che ha investito fortemente nella struttura e nell’organizzazione societaria. FEMSA ha trasformato Monterrey in un modello replicabile a livello globale, grazie anche a un miglioramento delle strutture di cui ha beneficiato un settore giovanile all’avanguardia.

Dal 2003 in poi, il Monterrey ha conquistato 4 titoli nazionali e, come l’Inter in Italia, può vantare di essere l’ultima squadra del suo Paese ad aver centrato il triplete: Liga, coppa nazionale e CONCACAF Champions League, tutto nell’anno 2020. L’ultimo grande successo internazionale è arrivato nel 2021, con il bis nella massima competizione continentale grazie all’1-0 sul Club América in una finale tutta messicana, che ha aperto ai Rayados le porte del palcoscenico iridato.

Una rapidissima raccolta di highlights del trionfo nel 2021

Il tifo e l’identità culturale: il Monterrey come simbolo di appartenenza

Il Monterrey gode di un profondo amore da parte della sua gente, fungendo da simbolo e motivo di legame per tutta la regione del Nuevo León. Il Gigante de Acero, come viene soprannominato lo stadio BBVA, è una bolgia continua, animata da uno dei pubblici più ferventi del calcio centroamericano. I tifosi dei Rayados sono noti per la loro fedeltà e partecipazione attiva sia in casa che in trasferta. Il Clásico Regiomontano infiamma Monterrey più di qualsiasi altra cosa: quando gli albizules e il Tigres si affrontano, la città si divide in due. Il confronto va oltre il calcio: è una battaglia identitaria e socio-culturale che contrappone due anime differenti della stessa metropoli.

Negli ultimi anni, il club ha rafforzato il suo legame con la comunità attraverso numerose iniziative sociali. Dalle raccolte fondi per le famiglie colpite da disastri naturali ai programmi educativi rivolti ai giovani delle periferie, il Monterrey è diventato rapidamente un punto di riferimento per la popolazione locale anche fuori dal campo. Un modello virtuoso, sulla falsariga di quanto fatto da alcune società europee, che ha aiutato a radicare ancora di più l’identità della squadra nel territorio.

Sergio Ramos e Domènec Torrent: conquistadores in Messico

Recentemente il Monterrey ha alzato l’asticella acquistando diversi giocatori di grande appeal provenienti dal Vecchio Continente. Tra questi troviamo anche delle vecchie leggende, su tutte Sergio Ramos, ex bandiera del Real Madrid, arrivato nel febbraio 2025 dopo le poco esaltanti parentesi con PSG e Siviglia.

Il difensore spagnolo, leggenda del calcio mondiale e uno dei centrali più prolifici e vincenti della storia, ha saputo subito conquistare i suoi nuovi tifosi, firmando un contratto annuale con l’obiettivo dichiarato di vincere il Mondiale per Club e soprattutto mostrando le sue consuete doti caratteriali e realizzative prima che un infortunio ne limitasse l’impiego. In appena 8 presenze ha segnato 3 reti, conquistato la fascia di capitano e portato leadership ed esperienza in uno spogliatoio giovane ma ambizioso, contribuendo ad accrescere la fama del movimento calcistico messicano, che grazie al suo approdo ha attirato i riflettori della stampa internazionale.

La guida tecnica della squadra è Domènec Torrent, tecnico catalano non molto conosciuto ma dalla grande esperienza internazionale, come allenatore e non solo. È stato, infatti, uno storico collaboratore di Pep Guardiola ai tempi d’oro di Barcellona, Bayern e Manchester City, prima di intraprendere una carriera da allenatore individuale che lo ha portato in giro per il mondo.

Ha allenato in MLS con il New York City, in Brasile con il Flamengo e in Turchia con il Galatasaray, quando è subentrato a Fatih Terim a stagione in corso nel 2022. Dopo l’avventura all’Atlético San Luis è approdato al Monterrey nel maggio 2025, prendendo il posto di Martín Demichelis. Nel corso di un’intervista rilasciata a RG La Deportiva, l’attuale tecnico spagnolo ha detto di avere le idee chiare su come affrontare l’Inter. La squadra messicana farà della grinta e dell’agonismo i suoi cavalli di battaglia e, se le condizioni lo permetteranno, proverà ad adeguarsi alla squadra di Cristian Chivu, che parte con i favori del pronostico ma sa di dover fare i conti con un avversario ostico e determinato.

Sfidato dal portiere nel Clásico Regiomontano, Sergio Ramos non tradisce dal dischetto

Canales, Ocampos e non solo: gli uomini chiave

Ma non c’è solo Sergio Ramos tra i calciatori noti al pubblico europeo: due degli uomini chiave sono Sergio Canales, trequartista spagnolo elegante e d’esperienza, e Lucas Ocampos, eclettico esterno argentino dotato di grande esplosività, già visto in Serie A con Genoa e Milan. Entrambi sono arrivati con un obiettivo preciso: portare i Rayados sul tetto del mondo.

Canales, già compagno di Ramos nel Real Madrid ai tempi di José Mourinho, dopo una carriera costellata da infortuni ma anche da sprazzi di talento purissimo ha trovato nuova linfa in Messico, dove agisce da regista avanzato e uomo chiave nelle transizioni offensive. Ocampos, invece, è l’anima battagliera della squadra: instancabile nel rincorrere avversari e farsi trovare in area. È l’uomo che riesce a tenere alto il baricentro della squadra anche nei momenti di difficoltà: il suo duello a distanza con Lautaro Martínez ha il profumo di derby, una motivazione in più per l’ex Milan, a caccia di un gol che varrebbe una duplice soddisfazione personale e lascerebbe un segno indelebile nella storia degli albiazules.

Completano il reparto offensivo Germán Berterame, argentino rapido e concreto sotto porta, e Jesús Corona, tornato nel 2023 a giocare per il club che l’ha lanciato dopo dieci anni spesi in Europa tra Twente, Porto e Siviglia. E a proposito di ex Porto e Siviglia – squadra da cui proviene anche Ocampos – a centrocampo spicca il nome di Óliver Torres, ex gioiellino della cantera dell’Atlético Madrid e importantissima arma tecnico-tattica con la sua capacità di giocare in tutti i ruoli della mediana. In difesa, accanto a Sergio Ramos, si destreggiano due vecchie conoscenze del nostro calcio: Carlos Salcedo, ex Fiorentina, di rientro da un infortunio al crociato, e Héctor Moreno, con alle spalle un non esaltante passato nella Roma. In sostanza, il Monterrey ha una squadra esperta e ben organizzata, con molte soluzioni offensive. Sottovalutarlo potrebbe essere molto pericoloso.

Obiettivo Inter: una sfida da prendere sul serio

Se i messicani arrivano al debutto con grande voglia di dimostrare il loro valore, l’Inter lo fa con tante incognite e diversi nodi da sciogliere. Chivu dovrà toccare le corde giuste per ripartire e potrà avere quasi tutta la rosa a disposizione. Con l’arrivo in America di tutti i big appena tornati dalle nazionali la formazione meneghina si prepara ad affrontare le sfide.

Il tecnico romeno, alla prima esperienza da allenatore in una competizione internazionale, probabilmente si insinuerà sulla traccia tattica calcata da Simone Inzaghi, con l’aggiunta di elementi giovani come Francesco Pio Esposito, gioiello reduce dalla grande esperienza con La Spezia in Serie B ma anche da un infortunio, Sučić e Luis Henrique, i primi rinforzi di questa campagna acquisti. Salutati Correa e Arnautović, l’unico giocatore impossibilitato a raggiungere la squadra in California è Mehdi Taremi, bloccato in Iran a causa del blocco imposto dalla repubblica islamica a seguito dei bombardamenti aerei israeliani.

Contro l’Inter, la squadra di Torrent arriva con la consapevolezza di potersela giocare. La squadra messicana ha già dimostrato in passato di poter mettere in difficoltà squadre anche più quotate come quelle europee e, con l’organico attuale, l’obiettivo minimo è superare la fase a gironi. Per l’Inter sarà fondamentale approcciare la sfida con umiltà e attenzione. Chivu dovrà saper gestire un gruppo ancora frastornato dalla dura lezione dell’ultimo atto di Champions League. Servirà compattezza e voglia di riscatto. I nerazzurri non potranno permettersi cali di concentrazione, soprattutto contro una squadra pronta a sfruttare ogni errore. Il connubio di talento ed esperienza, insieme all’abitudine ad adattarsi a condizioni climatiche sfavorevoli, rende i messicani una mina vagante.

Il Rose Bowl, inoltre, non sarà un campo neutro. In California vive una delle comunità messicane più numerose al mondo e il tifo per il Monterrey sarà massiccio. Un dettaglio da non trascurare: l’atmosfera potrebbe ricordare molto più una finale di Copa Libertadores che un confronto tra Europa e CONCACAF. Inoltre, come ha dichiarato Sergio Ramos: “Noi non abbiamo nulla da perdere. Loro sì”. Parole dure, ma perfettamente in linea con lo spirito del Monterrey: una squadra che gioca con coraggio e ha l’ambizione di entrare nella storia.

Per Chivu e i suoi ragazzi sarà una vera e propria prova di maturità. Manca sempre meno, l’Inter si prepara a debuttare con diverse incognite ma anche con la consapevolezza di avere tutto per provare ad arrivare fino in fondo.

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