Il fascino di una finale inattesa, al culmine di un grande cammino. Non se lo dimenticheranno gli Indiana Pacers, reduci da grandi playoff. Non se la dimenticheranno gli Oklahoma City Thunder, dominatori della regular season. Entrambe si ritrovano alle NBA Finals 2025 prive di un Larry O’Brien Trophy in bacheca. Indipendentemente da chi trionferà, sarà un’esperienza inedita, decretando il settimo vincitore in altrettante stagioni e confermando un equilibrio mai visto prima nella Lega.
Per molti giocatori, saranno le prime Finals in assoluto. Gli unici con vera esperienza a questi livelli sono Pascal Siakam da un lato, tra i protagonisti del titolo 2019 dei Toronto Raptors, e Alex Caruso dall’altro, role player di lusso dei trionfanti Lakers della Bubble nel 2020. Ci sarebbero anche Thomas Bryant e Aaron Nesmith, che hanno giocato rispettivamente per i Nuggets e i Celtics campioni, ma senza praticamente toccare il campo in post-season.
Quello tra le due squadre è un equilibrio quasi totale. Due progetti lungimiranti, sui quali al momento giusto si è investito a lungo termine, e soprattutto complessi, figli di un lavoro di rifinitura ai margini ben preciso. Due squadre moderne, che amano correre e che riescono a farlo meglio di chiunque altro su entrambe le metà campo. Due realtà non tra le più celebri o le più seguite in NBA, ma alle quali non manca nulla per dare vita a delle Finals spettacolari.
NBA Finals stat comparison:
Fast break points/pg
OKC: 17.8 (1st in 2025 Playoffs)
IND: 15.5 (3rd)Opp. fast break points/pg
OKC: 9.3 (1st)
IND: 9.4 (2nd)Points off turnovers/pg
OKC: 23.8 (1st)
IND: 18.5 (2nd)Opp. points off turnovers/pg
OKC: 12.6 (2nd)
IND: 12.5 (1st) pic.twitter.com/ss1BqmS2CY— Underdog NBA (@UnderdogNBA) June 2, 2025
NBA Finals 2025, figlie di Paul George
Ormai su ogni social è diventato un meme, ma è un po’ vero che queste NBA Finals non ci sarebbero senza Paul George, stella – più ex, oramai – attualmente in forza ai Philadelphia 76ers. Il doppio scambio del veterano ha infatti gettato le fondamenta per quelli che sono i nuclei che si giocheranno il titolo. Da una parte, i Pacers hanno beneficiato della trade di un giocatore che sembrava in fase calante, al rientro da uno degli infortuni peggiori mai sofferti da una giovane star. Prima che avvenisse, nell’estate 2014, PG13 si stava affermando non solo come un nome di calibro All-NBA e All-Defensive, ma come un top-10 nella corsa MVP.
Al suo ritorno, si intravedeva ancora quel fenomeno, ma non abbastanza da poter competere per il titolo. Per questo, nel 2017, Indiana ha deciso di scambiarlo agli Oklahoma City Thunder per Domantas Sabonis e Victor Oladipo. Il primo si ritaglierà una dimensione da sesto uomo e potenziale stella, come diventerà effettivamente più avanti. Il secondo seguirà le orme di Paul George, affermandosi come All-NBA e All-Defensive, prima di un tremendo infortunio. Indiana, nonostante le presenze ai playoff, decide però ancora una volta di rimescolare le carte, seguendo così due piste diverse:
- Victor Oladipo: inserito nella blockbuster trade che ha permesso l’arrivo di James Harden ai Brooklyn Nets, frutta ai Pacers varie draft pick. Da un paio, Indiana tirerà fuori Andrew Nembhard e Ben Sheppard, le altre serviranno ad accumulare il capitale necessario da inserire nel pacchetto per Pascal Siakam
- Domantas Sabonis: divenuto pietra angolare dei Sacramento Kings, il lituano ha aiutato i Pacers perlopiù portando a Tyrese Haliburton, il vero motore di Indiana e primo artefice del successo di squadra
Non troppo differente è la storia per i Thunder. Dopo lo scambio, Paul George reagirà disputando la miglior stagione statistica in carriera, chiudendo al terzo posto nella corsa MVP del 2019, e sempre tra i primi tre in quella per il Defensive Player of the Year. Ai playoff, OKC però si schianterà contro il saluto di Damian Lillard al primo turno, innescando una decisione immediata e scioccante.
Per assicurarsi la firma del free agent Kawhi Leonard, i Los Angeles Clippers sono pronti a sacrificare il loro futuro. A Oklahoma City volano Shai Gilgeous-Alexander, Danilo Gallinari e una marea di first-round pick, mentre Paul George torna a casa per creare un duo con Kawhi – fun fact: i due avrebbero potuto giocare insieme già a Indiana nel 2011, dato che Leonard fu scelto dai Pacers, i quali però lo scambiarono immediatamente. Mentre i Clippers accumuleranno più sfortune e infortuni che successi, i Thunder ne escono con l’MVP in carica Shai Gilgeous-Alexander, Jalen Williams (scelto con la first-round 2022 dei Clippers), la pick numero 15 del prossimo Draft, originariamente dei Miami Heat, il diritto di scambiare la scelta 2025 con i Clippers e la loro first-round 2026, senza protezioni
Quando si legge su X che “Paul George dovrebbe presenziare le gare di entrambe le squadre” alle NBA Finals 2025, c’è più verità di quanto sembri.
Indiana Pacers, una vita da underdog
Con la (doppia) trade Paul George e il (doppio) primato NBA in tutto quello che concerne transizione, contropiede e punti da palle perse, le analogie e ogni sorta di equilibrio tra le due squadre si esauriscono. I Thunder sono gli assoluti favoriti, i Pacers gli underdog. Un tema ricorrente per la squadra di Rick Carlisle, abituata a sovvertire ogni previsione, veri e propri maestri nel sovvertire le probabilità e i pronostici. Come quelli di ESPN, una garanzia in ogni run playoff, i quali davano all’unanimità i Cavaliers favoriti per superare il secondo turno, i Knicks con un vantaggio di 10 voti a 5 alle Conference Finals e adesso i Thunder con un sonoro 29 a 3. Riusciranno i Pacers a fare tre su tre?
Dopotutto, hanno affrontato di peggio. Per tutto l’arco dei playoff, Indiana ha lottato contro la win probability%, un modello che calcola le chance di vittoria in tempo reale durante una partita. Per almeno una volta in ogni turno, la squadra ha ribaltato gare date per chiuse, con oltre il 98% di chance di sconfitta nell’ultimo minuto.
I Pacers hanno completato tre rimonte da 7+ punti di svantaggio negli ultimi 50 secondi di quarto periodo od overtime: lo storico nei precedenti era di 1 vittoria e 1702 sconfitte in situazioni simili ai Playoff. La più clamorosa è stata la Gara 1 contro i Knicks, rimontando un -14 negli ultimi due minuti e cinquanta secondi, la più ampia rimonta di sempre in così poco tempo (0 a 970 prima di essa).
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Nessuno gioca con la cosiddetta “chip on their shoulder” più dei Pacers. Tyrese Haliburton, eletto dai giocatori il più sopravvalutato della Lega nei sondaggi di fine stagione, si sta prendendo la sua rivincita. Il suo “Overrate THAT” postato sui social è il mantra di questi suoi playoff, dove si sta affermando non solo come il miglior playmaker della Lega, ma anche come uno dei giocatori più clutch in assoluto. Si pensi che la stella ha segnato 12 dei 14 tiri per pareggiare o completare il sorpasso negli ultimi due minuti di gara tra regular season e post-season ed è terzo per punti nel clutch time (3.9 a partita) ai Playoff, con 11/22 dal campo.
Ma si potrebbero citare le storie di Andrew Nembhard, al tempo scelto al secondo giro, o Aaron Nesmith, il quale si è preso il suo riscatto personale su Bleacher Report, che aveva ironizzato sul suo valore nello scambio che portò Malcolm Brogdon a Boston. Ma soprattutto di coach Rick Carlisle, ormai da tempo immemore abituato a ribaltare i pronostici. Secondo una ricerca eseguita dal data analyst Owen Phillips, solo Phil Jackson, Rudy Tomjanovich ed Erik Spoelstra hanno ribaltato più pronostici dell’attuale head coach dei Pacers, il quale potrebbe addirittura salire al secondo posto in questa speciale classifica se dovesse vincere le NBA Finals 2025.
Indiana gioca bene, è affamata e desidera più di tutti sfatare ogni narrativa. Basterà davvero, come lo chiama Myles Turner, “il potere dell’amicizia”, per superare anche quest’ultimo ostacolo?
Oklahoma City Thunder, schiacciasassi
Non c’è altro modo di definire questa squadra, perfetta su entrambe le metà campo. Per quanto i Pacers siano in questi playoff un attacco ancora migliore (una seconda e l’altra terza per offensive rating), la difesa di OKC è qualcosa di raramente visto prima. Alternano mostri sul perimetro come Lu Dort, Jalen Williams, Cason Wallace e Alex Caruso a eccellenti difensori in aiuto quali Chet Holmgren e Shai Gilgeous-Alexander, con un rim protector discreto come Isaiah Hartenstein.
Il risultato è un defensive rating rispetto alla media della Lega tra i migliori degli ultimi 20 anni ai playoff, dietro solo ai Detroit Pistons del 2005 e agli Orlando Magic del 2010.
Le migliori difese ai Playoffs dal 2004 in poi, in base al defensive rating rispetto alla media della Lega:
▪️ Pistons 2005: -8.7 rDEFRTG
▪️ Magic 2010: -8.5 rDEFRTG
▪️ THUNDER 2025: -7.9 rDEFRTG ❗
▪️ Bucks 2019: -7.2 rDEFRTG pic.twitter.com/W8HOBdI4JZ— Around the Game (@AroundTheGameIT) June 5, 2025
Questo rendimento è garantito anche da una profondità del roster pari, se non superiore a quella già mostruosa dei Pacers, tanto che entrambe le squadre sono le uniche in questi playoff a concedere almeno nove minuti di rotazione a ben undici giocatori. A testimonianza del livello di OKC, 9 su 11 risultano difensori positivi secondo le metriche avanzate. In casa Indiana, solo quattro.
Un fattore che assicura intensità costante per tutti i 48 minuti, dando vita a parziali capaci di spezzare in ogni momento le gambe avversarie. Non è una sorpresa che il numero di blowout tra regular season e playoff sia di 61, un record assoluto, superiore anche a quello stabilito dai Golden State Warriors di Kevin Durant, reputati da molti la squadra migliore mai assemblata.
Record broken!
Move aside, Golden State.
Most double-digit wins in NBA history for a full season and playoff run:
2025 Thunder – 61
2017 Warriors – 60
1971 Bucks – 58
1996 Bulls – 56
1972 Lakers – 56— Shane Young (@YoungNBA) May 29, 2025
Questa squadra non ha un singolo punto debole se non le percentuali al tiro da tre punti, un 33,5% da bassifondi ai playoff, compensato però alla grande dal quinto posto per conversione dal mid-range, con maestri di quest’arte quali Jalen Williams e soprattutto Shai Gilgeous-Alexander. Di tutte le difese affrontate in questa run playoff, quella di Indiana è la meno attrezzata per contenerlo, come confermano anche i 34 punti di media con il 63% di True Shooting messi insieme in regular season contro Indiana dal 2023. In stagione, a dicembre, ne ha messi 45 con 15 su 22 dal campo, pertanto ci si aspetta un exploit realizzativo non da poco della superstar dei Thunder.
I Pacers, inoltre, raramente estremizzano le proprie coverage sulle stelle avversarie, anche quando queste riescono a punirli con costanza, preferendo limitare i role player e dando fiducia a difensori come Nesmith e Nembhard. La chiave non starà dunque tanto nella capacità di SGA di mantenere un livello elevatissimo, ma in quella dei compagni nel farsi trovare pronti al momento opportuno. Jalen Brunson, per esempio, ha messo insieme numeri stratosferici alle Conference Finals, ma ha accumulato anche moltissime palle perse e pochissimi assist, in linea con quanto visto con Donovan Mitchell nel turno precedente, togliendo ritmo così all’attacco di squadra.
Saranno quindi senza dubbio le Finals di Shai Gilgeous-Alexander. Ma, affinché abbiano successo, dovranno ancor prima essere quelle dei Thunder.