Lo scorso febbraio, al momento dell’annuncio della squalifica di Jannik Sinner dalle competizioni ufficiali per tre mesi, la prima domanda che in tanti si sono posti ‒ noi compresi ‒ è stata: l’azzurro resterà al numero 1 della classifica ATP, nelle prossime settimane? All’epoca era in effetti possibile, anche se non così facile, che uno tra Alexander Zverev e Carlos Alcaraz potesse scalzarlo.
I fatti hanno però dimostrato che Sinner è riuscito a demolire i propri avversari anche senza giocare. L’azzurro si presenterà così da numero 1 al suo ritorno in campo, agli inizi di maggio, agli Internazionali d’Italia di Roma. A sottolineare lo scarso rendimento degli avversari, basta scorrere la classifica della Race to Turin, quella che considera solo i risultati del 2025 e che servirà a qualificare i migliori 8 tennisti dell’anno alle ATP Finals del prossimo novembre. Qui Sinner è ancora secondo alle spalle di Alcaraz, nonostante abbia giocato finora solo un torneo, contro i 7 di Zverev e i 6 dello spagnolo.
Il solito Alcaraz e il giro del mondo di Zverev
Tra i due rivali, il primo che ha dovuto alzare bandiera bianca nella corsa al primo posto della classifica è stato proprio lo spagnolo, che ha messo in luce tutti i limiti già dimostrati nella parte finale della scorsa stagione. Dopo la fine degli Australian Open, lo spagnolo ha vinto l’ATP 500 di Rotterdam e il Masters 1000 di Montecarlo, ma nel mezzo ha perso ai quarti a Doha ‒ da Jiri Lehecka ‒ e in semifinale a Indian Wells, da campione uscente, contro Jack Draper, che ha poi vinto il torneo. A Miami è poi uscito addirittura al primo turno, contro un giocatore ormai sul viale del tramonto come David Goffin.
Alcaraz ha dimostrato insomma la solita grande discontinuità di risultati e di rendimento, continuando ad andare in difficoltà con il proprio gioco quando non funziona tutto alla perfezione. A questo si è aggiunta la pressione psicologica dell’assenza del numero 1 al mondo, come da lui stesso confessato:
Qualcuno pensava che, solo per il fatto che Sinner fosse fuori, io e Zverev avremmo dovuto vincere tutto e giocare meglio di prima. Questo non era e non è corretto. Anche perché c’è tanto equilibrio e in molti possono arrivare in fondo. Tanti mi chiedevano di approfittare di questo periodo di assenza di Sinner per tornare in vetta. E questa pressione probabilmente mi ha ucciso, in qualche modo.
Zverev ha invece dovuto abdicare matematicamente pochi giorni fa, dopo la sconfitta al secondo turno di Montecarlo contro il nostro Matteo Berrettini. Dopo la finale degli Australian Open persa proprio contro Sinner, il tedesco non è mai riuscito a superare i quarti di finale dei tornei da lui giocati, nonostante si fosse presentato sempre da prima testa di serie. Sono arrivate invece sconfitte in serie, per giunta contro giocatori fuori dalla top 10, come Francisco Cerundolo, Francisco Comesana, Tallon Griekspoor e Arthur Fils.
Dopo la sconfitta nel Principato, il tennista si è dichiarato perplesso dalla situazione in cui si ritrova:
Fin qui è il mio peggior periodo da quando mi sono infortunato. Non ho idea di quello che mi sta succedendo. È sempre la stessa storia negli ultimi mesi. Non cambia mai niente, è sempre così. Ancora una volta sono io che ho perso la partita. Penso che il mio livello sia terribile. Problemi fisici o mentali? Non lo so. So che sto perdendo e questo è quanto.
A differenza di Alcaraz, qui la sorpresa è minore: Zverev non ha infatti mai avuto una superiorità rispetto al resto dei giocatori, dal punto di vista tecnico, tattico e mentale, tale da potersi imporre come un vero dominatore del circuito. Inoltre, in questo inizio di 2025, il tedesco ha probabilmente sbagliato la programmazione: anziché continuare a giocare sul cemento come quasi tutti i giocatori più forti, il numero 2 al mondo ha preferito spostarsi in Sud America per i tornei sulla terra rossa di Buenos Aires e Rio de Janeiro, per poi tornare sul duro solo ad Acapulco, arrivando così al Sunshine Double, i due tornei di categoria 1000 che si svolgono uno dietro l’altro a Indian Wells e a Miami, meno pronto dei propri rivali.
Non solo Zverev e Alcaraz: come sono andati gli altri?
In assenza di Sinner, in ogni caso, nessun altro tennista è riuscito a mettersi in mostra più di altri. Negli ultimi mesi, Novak Djokovic ha per esempio mostrato i segni di un lento declino. L’unico exploit l’ha avuto a Miami, dove è arrivato in finale senza però dover affrontare un tabellone particolarmente difficile. Il suo obiettivo principale sono, in ogni caso, i tornei dello Slam, quindi non stupirebbe rivederlo presto al top, magari già al Roland Garros o al più tardi a Wimbledon.
In finale a Miami, il serbo è stato sconfitto dal giovane ceco Jakub Menšík, classe 2005, alla sua prima affermazione importante in carriera. Un altro teenager che si è messo in mostra in queste settimane è stato il brasiliano João Fonseca (più giovane di un anno del ceco), che ha vinto il primo torneo ATP della carriera a Buenos Aires. Per entrambi, però, ci sarà bisogno nei prossimi mesi di test su terreni più probanti e probabilmente di ancora tanta esperienza da accumulare, prima di potere essere considerati dello stesso livello di Sinner, Alcaraz o anche Zverev.
A Indian Wells ha invece trionfato il britannico Jack Draper, già semifinalista agli U.S. Open 2024 ‒ dove fu sconfitto proprio da Sinner ‒ ma che non è poi riuscito a dare continuità ai propri risultati, uscendo solo pochi giorni dopo al secondo turno di Miami e poi al terzo di Montecarlo (in entrambi i casi però dopo avere saltato il primo turno, essendo una delle principali teste di serie).
La preparazione di Sinner
Al suo ritorno, insomma, Jannik Sinner potrebbe trovare una situazione molto simile a quella da lui lasciata, con tanti tennisti a inseguire, ma nessuno all’apparenza in grado di impensierirlo. C’è però da considerare che la terra rossa, dove il gioco dell’altoatesino è meno redditizio rispetto alle superfici veloci, dovrebbe ridurre il suo vantaggio prestazionale nei confronti degli specialisti. Su tutti Alcaraz, vincitore del Roland Garros nel 2024.
L’azzurro, d’altro canto, potrebbe usufruire di una maggiore freschezza atletica rispetto ai rivali, unica eredità positiva di questo periodo di riposo forzato. Nelle ultime settimane Sinner non ha potuto giocare, ma si è tenuto sempre in allenamento, sotto la direzione del suo preparatore atletico Marco Panichi, che a fine 2024 ha sostituito Umberto Ferrara in conseguenza della vicenda legata al doping. Proprio Panichi nelle scorse settimane è stato intervistato dal Corriere della Sera, al quale ha raccontato quale tipo di lavoro è stato effettuato:
Dal giorno in cui abbiamo saputo dello stop, giocatore, team e management hanno avuto all’unisono lo stesso pensiero: sfruttare al meglio questo periodo. Sapevamo da subito di poter fare un bel lavoro, studiato e programmato, non diluito e spezzettato dai viaggi e dai tornei come al solito. Non è che eravamo contenti della sospensione di Jannik, è chiaro, però abbiamo studiato un modo attivo e propositivo di viverla. Abbiamo trasformato i micro-cicli di lavoro in macro-cicli, siamo scesi nel particolare e nel dettaglio, abbiamo dedicato tanto tempo all’acquisizione di dati su Jannik, applicando moduli di allenamento per metterlo nelle condizioni di fare un altro salto di qualità importante. Da Roma in poi, questo lavoro dovrà dare i suoi frutti.
Lo stesso Panichi ha inoltre parlato di un lavoro di “disintossicazione” dal tennis, che ha portato Sinner a svolgere altre attività, come visitare mostre e musei, giocare a golf, andare in bicicletta (in compagnia del ciclista professionista Giulio Ciccone) o sui kart (insieme ai piloti Ferrari Alessandro Pier Guidi e Antonio Giovinazzi). Lo stesso Sinner, intervistato da Sky, ha confermato di avere seguito molto poco il tennis in questi ultimi due mesi, limitandosi a guardare giusto le partite più importanti. Per il resto, ha colto l’opportunità di dedicare un po’ più di tempo alla propria famiglia, rendendosi conto che il tennis non è la cosa più importante:
Quando ho preso la sospensione non ho neanche pensato al tennis. Ho pensato a come passare questi mesi, con quali persone e basta. La famiglia sarà sempre al primo posto, gli amici sono fondamentali. Ed è bello soprattutto trovarsi delle persone intorno di cui ti puoi fidare, con cui puoi scambiare delle idee insieme, di cui aver fiducia. Ho imparato questo in questi ultimi mesi, quindi ho imparato tanto.
Per quanto riguarda le sue possibilità di vittoria già al rientro, è impensabile che dopo lo stop Sinner possa dimostrare anche solo un po’ di ruggine. Come ha sintetizzato bene l’opinionista di Eurosport Jacopo Lo Monaco, infatti, durante una squalifica di questo tipo “non si disimpara a giocare a tennis”. L’azzurro sarà insomma da considerare inevitabilmente fra i favoriti non solo a Roma, ma anche al Roland Garros.
Le tappe del ritorno
Prima di tornare a giocare, a partire dal 13 aprile Jannik Sinner ha intanto potuto ricominciare ad allenarsi in strutture affiliate alla FITP o ad altre federazioni internazionali, che non siano ovviamente utilizzate nello stesso momento per competizioni ufficiali: la scelta è ricaduta sui campi in terra battuta del Country Club di Montecarlo, città dove il tennista risiede. D’ora in poi, inoltre, Sinner potrà tornare a utilizzare come sparring partner anche giocatori professionisti o altri tesserati.
Nel pomeriggio del 5 maggio è poi prevista la sua prima conferenza stampa a Roma. Essendo una delle prime teste di serie, l’azzurro riceverà un bye al primo turno, quindi il suo ritorno in campo avverrà direttamente a quello successivo, venerdì 9 o sabato 10, a seconda del sorteggio. Subito dopo Roma, Sinner dovrebbe partecipare anche all’ATP 500 di Amburgo, dove si è iscritto di recente e durante il quale potrebbe affinare la preparazione in vista del Roland Garros, che si svolgerà a Parigi dal 25 maggio all’8 giugno.
Il grosso della squalifica, insomma, è ormai alle spalle, e il rientro alle competizioni sempre più vicino. Sinner è inoltre conscio del privilegio di riprendere proprio dal torneo di casa, ma anche della pressione che questo comporta:
Non vedo l’ora di rientrare di nuovo a Roma, è un torneo speciale per me. Anche se allo stesso tempo è un torneo molto difficile, perché rientrare a Roma, quando c’è già così tanta attenzione e adesso ancora di più, non è facile, però sto vivendo in modo tranquillo tutte le giornate.
A Roma Sinner troverà probabilmente un clima molto caldo e un tifo particolarmente acceso. Lo sarebbe stato in ogni caso, lo sarà di più dopo i tre mesi di stop. Proprio per questo, come raccontato dal direttore del torneo Paolo Lorenzi, l’azzurro avrà un occhio di riguardo per quanto riguarda la sicurezza, con guardie del corpo a lui dedicate e percorsi attraverso il Foro Italico preparati in anticipo. L’intenzione degli organizzatori è infatti quella di tenerlo sempre ben protetto, ma senza respingere il pubblico.
Sinner avrà anche accesso a un’area privata personale, una lounge solitamente utilizzata dalla federazione tennistica italiana, il cui utilizzo è stato concesso in passato anche a Djokovic. Lì, l’altoatesino potrà starsene tranquillo in attesa dell’inizio dei propri match, che, quasi certamente, si svolgeranno tutti sul campo centrale. Un’accoglienza speciale, insomma, per il primo italiano a presentarsi a Roma come testa di serie numero 1 nella storia del tennis.