Chris Benoit, dalla gloria all’oblio

Da wrestler a assassino: la parabola di Chris Beoint è stata drammatica.

Il 24 giugno 2007, Chris Benoit ha smesso di vivere. In maniera efferata e ingiustificabile, con pochi precedenti nel mondo dello sport e dello showbiz. Ma, soprattutto, in maniera retroattiva: quel giorno ha cancellato tutto ciò che lo aveva preceduto. La WWE ha inizialmente deciso di eliminarne ogni riferimento e memoria. In seguito il suo nome è tornato negli albi d’oro ma non c’è stato altro. Niente più immagini né video, nessuna menzione degli eventi sul ring che l’hanno riguardato. Chris Benoit ha semplicemente smesso di esistere se non nei ricordi di chi ama il wrestling, con la mente confusa tra realtà e la leggenda confondono la mente di chi legge.

I primi anni nel wrestling di Chris Benoit

Christopher Michael Benoit nasce il 21 maggio 1967 a Montréal, in Canada. Fiero patriota canadese anche nelle sue gimmick da lottatore, già durante l’infanzia si trasferisce insieme ai genitori e a sua sorella nella provincia dell’Alberta, vicino alla capitale Edmonton. La passione per il wrestling scocca sin da bambino, quando si innamora delle gesta di Dynamite Kid, un lottatore britannico noto per uno stile indomito ed estremamente tecnico ma anche capace di slanci spettacolari. Non è casuale, pertanto, che gli esordi e perfino i ring name adottati dal giovane Benoit rappresentino un tentativo di emulazione e perfino un omaggio al suo idolo.

La prima occasione arriva sotto gli occhi attenti e sapienti di Stu Hart, autentico punto di riferimento del wrestling canadese nonché padre di due grandi lottatori come Bret The Hitman Hart e dello sfortunato Owen Hart. Appena 18enne, Chris Benoit esordisce con la Stampede Wrestling, una promotion canadese fondata proprio da Stu Hart e gestita quasi interamente dalla sua famiglia fino alla chiusura nel 2011. La Stampede ha allevato i migliori wrestler nati o cresciuti in Canada, quali i britannici Dynamite Kid e Davey Boy Smith – cugino ed ex compagno di tag team di Dynamite Kid, nonché successivamente noto come The British Bulldog – accanto ai vari Jim Neidhart, Brian Pillman, i fratelli Hart, Chris Jericho, Edge e, appunto, Chris Benoit.

Nei suoi due anni di militanza nella Stampede, Benoit mostra un set di mosse aeree e spericolate che ricalca in pieno lo stile di Dynamite Kid, da cui trae ispirazione anche per il proprio ring name, Dynamite Chris Benoit. Uno stile che viene ulteriormente perfezionato grazie al passaggio – anch’esso condiviso con il proprio idolo – alla New Japan Pro-Wrestling, dove notoriamente i nuovi arrivati svolgono un lungo apprendistato finalizzato al miglioramento della propria tecnica e abilità. Pur avendo debuttato nella NJPW durante il periodo di militanza nella Stampede, è con il definitivo addio alla federazione di Stu Hart che la carriera del canadese decolla.

Come da consolidata tradizione del wrestling nipponico – chi ha detto Uomo Tigre? – Benoit dal 1989 si presenta sul ring col volto coperto da una maschera e con il nome di Pegasus Kid. Con la NJPW lotta anche in Europa e, soprattutto in Messico, dove crea rapporti con i luchador locali, da cui carpisce i segreti per diventare particolarmente efficace nelle mosse aeree e acrobatiche dall’angolo. Nel 1991, a seguito di una sconfitta contro Jushin Liger, Chris Benoit viene privato della maschera e cambia il proprio ring name in Wild Pegasus.

Non è che una deviazione momentanea nel suo percorso, ormai il canadese è uno dei lottatori di punta della federazione e, dopo un approccio poco fortunato con la WCW, si schiudono per lui le porte di una federazione che cambierà per sempre la percezione che i fan del wrestling hanno di lui. E che avrà anche un peso rilevante sulla propria vita privata. Nel 1994 il wrestler canadese entra a far parte della Extreme Championship Wrestling, meglio nota come ECW.

ECW, WCW e l’incontro con Woman

La ECW è una federazione fatta su misura per Chris Benoit: premia non solo l’aggressività e l’hardcore ma anche le capacità tecniche e i cosiddetti high-flyers, lottatori particolarmente portati all’acrobazia. Nel corso della sua permanenza nella federazione di Philadelphia, Benoit non raccoglie grandi successi personali, conquistando solo un World Tag Team Championship in coppia con Dean Malenko. Ciononostante il suo stile diventa ancora più peculiare e alla sua tecnica aggiunge una tenacia feroce e una dedizione assoluta, tratti che avrebbero definito il suo personaggio per il resto della carriera.

Alla militanza in ECW si deve, inoltre, il soprannome che l’ha reso famoso, quello di Canadian Crippler (letteralmente “il tagliagole canadese”). Sebbene il termine Crippler si fosse inizialmente affacciato per finalità esclusivamente sportive dopo un successo su Rocco Rock, l’onda viene definitivamente cavalcata in virtù di un grave episodio avvenuto nel corso di un match contro Sabu, uno dei wrestler di punta della federazione. In particolare, durante un back body drop effettuato dal canadese, Sabu cade violentemente sulla testa, riportando una frattura delle vertebre cervicali, tale da rischiare di causarne la paralisi. Un evento accolto con un profondo shock da Chris Benoit ma non dal General Manager Paul Heyman, che decide di approfittare dell’infortunio al collo per sfoggiare questo soprannome, che di lì in avanti avrebbe ispirato anche il nome della sua manovra di sottomissione finale, la Crippler Crossface.

Nel corso della militanza nella ECW, Benoit consolida molti rapporti umani che saranno cruciali nel corso della sua vita: approfondisce il legame nato ai tempi della Stampede con Chris Jericho e avvia profonde amicizie con Dean Malenko, Perry Saturn e Eddie Guerrero, un quartetto estremamente unito e che avrebbe dato il là a una relazione fondamentale nelle carriere e nelle vite di tutti questi wrestler, sia nella buona che nella cattiva sorte. I quattro, infatti, nel 1995 approdano alla più quotata WCW, dove la loro carriera prende il volo. Non senza momenti di frustrazione.

Benoit, infatti, raccoglie numerosi titoli personali e di coppia nel corso della militanza nella federazione, senza dimenticare la partecipazione ad alcune famose stable, come i ricreati Four Horsemen capitanati dal leggendario Ric Flair e The Revolution, la cui formazione ricalca il quartetto di amici legato all’esperienza in ECW. Eppure le cose non vanno per il meglio: nonostante l’influenza interna alla federazione e l’apprezzamento del pubblico, i rapporti con la WCW sono piuttosto freddi. Si moltiplicano le voci su un possibile passaggio del Canadian Crippler alla WWF in piena Attitude Era, ossia nel periodo in cui la guerra tra le federazioni ha raggiunto l’apice dello scontro e le sorti paiono evolversi in favore della WWF.

Per trattenerlo, i vertici creativi della WCW tentano la mossa estrema: un regno da WCW World Heavyweight Champion. È il 16 gennaio 2000, al Firstar Center di Cincinnati va in scena il pay-per-view Souled Out, il cui main event è il match per il titolo dei pesi massimi tra Chris Benoit e Sid Vicious. Il titolo è vacante a causa di un infortunio occorso all’ex campione Bret Hart e viene assegnato in un match eccezionalmente arbitrato da Arn Anderson, che proprio come Chris Benoit, aveva fatto parte dei rinati Four Horsemen. Ad assicurarsi il titolo è proprio Chris Benoit, che sottomette Sid Vicious con una Crippler Crossface.

Il giorno seguente, durante la puntata di Monday Nitro, Chris Benoit viene privato del titolo. Secondo la storyline ideata dai creativi della WCW, Arn Anderson avrebbe ammesso che la sottomissione del Rabid Wolverine – altro soprannome del canadese – non fosse valida: il piede di Sid Vicious, infatti, avrebbe toccato le corde. Tuttavia la realtà viene immediatamente a galla ed è uno smacco clamoroso per la federazione di Ted Turner: nonostante il titolo appena conquistato, Chris Benoit e i suoi compagni di stable Malenko, Guerrero e Saturn annunciano l’addio alla WCW per approdare in WWF, ragion per cui la WCW ha costruito una finta storyline che avrebbe permesso di disconoscere il successo del giorno precedente.

Ad acuire il malcontento di Chris Benoit, infatti, è la presenza di Kevin Sullivan tra i creativi. Esperto lottatore, Sullivan ha in comune con il Canadian Crippler la militanza in ECW e, soprattutto, una storyline diventata incontrollabile e finita malissimo. In particolare, l’idea era alimentare una rivalità sul ring fondata sulla costruzione di una relazione extraconiugale tra la moglie di Sullivan, una wrestler nota come Woman, e Chris Benoit. Ad uso e consumo dei telespettatori, tale rivalità sarebbe stata costruita con una serie di frequentazioni e riprese televisive che vedevano i due estremamente vicini, camminando mano nella mano, tra sguardi complici e carezze destinate a superare la sceneggiatura e a prendere il sopravvento sulla finzione del wrestling: Chris Benoit e la donna, al secolo Nancy Toffoloni, si innamorano.

Chris Benoit – precedentemente sposato per nove anni con Martina – sottolineerà come il comportamento tenuto da Kevin Sullivan sul ring nei suoi confronti sia sempre stato professionale e impeccabile, ma non negherà mai di aver percepito un’ostilità latente nei suoi confronti, ragion per cui il Canadian Crippler lascia la WCW, sbarca nella federazione rivale e, nel 2000, sposa Nancy Toffoloni. In un altro contesto si direbbe “ma questa è un’altra storia”. Ma non stavolta. Perché proprio da qua nascerà la parte più nera del racconto sulla vita di Chris Benoit.

Gli highlights del successo su Sid Vicious a Souled Out

In WWE Chris Benoit si riprende il “suo” titolo

L’arrivo in WWF – oggi nota come WWE – coincide con la conferma della stable formatasi in WCW, sebbene con un nome diverso: lui, Dean Malenko, Eddie Guerrero e Perry Saturn, formano i Radicalz. Sin da subito è evidente che la federazione di Stamford punta forte su di lui: da una parte lo “scippo” di un lottatore in piena ascesa nella federazione rivale, dall’altra l’apprezzamento del pubblico per le attitudini mostrate nel corso della sua carriera portano Vince McMahon a ideare un immediato push di Chris Benoit, che alla prima apparizione a Wrestlemania si assicura il titolo di Intercontinental Champion.

Al netto di qualche infortunio, fino alla fine del 2003 Benoit si mantiene sempre ad alti livelli in WWE, vincendo in altre tre occasioni il titolo di Intercontinental Champions e assicurandosi anche un World Tag Team Championship in coppia con Chris Jericho e un WWE Tag Team Championship assieme a Kurt Angle. Ma l’anno della svolta è il 2004, quello che porta alla definitiva affermazione del Canadian Crippler.

A gennaio del 2004, Chris Benoit vince la Royal Rumble partendo col numero 1 e si guadagna un posto nel main event di Wrestlemania XX. Nel 2004, per la prima volta, il vincitore della Rumble ha la possibilità di scegliere quale campione in carica sfidare – all’evento partecipavano 15 lottatori di SmackDown! e altrettanti di Raw – a differenza di quanto avveniva in passato, dove il vincitore doveva necessariamente sfidare il campione del proprio roster. Pur avendo preso parte alla Royal Rumble come membro del roster di Smackdown!, all’indomani dell’evento Chris Benoit decide di sfruttare subito la nuova regola e, nella puntata di Raw, lancia il guanto di sfida a Triple H, detentore del WWE World Heavyweight Championship. Proprio quel titolo, rinato dalle ceneri fumanti di una WCW ormai sparita, che nella sua precedente esperienza gli era stato tolto artificiosamente.

Il 14 marzo 2004, al Madison Square Garden di New York, va in scena la ventesima edizione dello Showcase of the Immortals e il main event prevede un triple threat match per il titolo, che mette di fronte Triple H, Chris Benoit e Shawn Michaels. Al culmine di una delle migliori edizioni della storia di Wrestlemania, il Canadian Crippler si impone sottomettendo Shawn Michaels applicando una sharpshooter e assicurandosi per la prima volta il principale titolo della WWE. Un successo reso ancora più epico dal finale toccante, con l’abbraccio commosso tra il neo-campione e il grande amico Eddie Guerrero, laureatosi WWE Champion la sera stessa. Compagni di mille peripezie, dalla ECW al passaggio alla WWF, e insieme nel momento più alto delle loro carriere. Non sarà l’ultimo punto di contatto, purtroppo.

Sta di fatto che il momento d’oro di Chris Benoit continua. Diventato Triple Crown Champion, un riconoscimento riservato a chi ha conquistato i due principali titoli individuali e almeno un titolo di coppia, il canadese torna contestualmente anche sul trono del WWE Tag Team Championship in coppia col connazionale Edge. Il regno da World Heavyweight Champion termina a Summerslam, cinque mesi dopo il trionfo del Madison Square Garden, quando Randy Orton lo sconfigge e diventa il più giovane campione della storia della WWE. Per qualche mese, l’ormai ex campione rimane sulla cresta dell’onda, assicurandosi il terzo WWE Tag Team Championship personale – il secondo in coppia con Edge – e disputando altri due incontri per il titolo più importante, dapprima a dicembre 2004 in un incontro invalidato per doppio schienamento, quindi all’Elimination Chamber di gennaio 2005. Da quel momento inizia un lento, inesorabile declino.

Due amici che celebrano i loro successi: l’epico finale di Wrestlemania 20 con Eddie Guerrero e Chris Benoit

La discesa e l’ultimo tentativo di push

A partire dall’Elimination Chamber del 2005, lo spazio di Chris Benoit ai vertici della WWE inizia a ridursi in maniera drastica, con l’unica eccezione del titolo di WWE United States Champion – detenuto già due volte nel 1999 quando era messo in palio dalla WCW – ottenuto grazie al successo su Orlando Jordan a Summerslam 2005, un anno dopo la sconfitta nel medesimo pay-per-view che gli era costata il titolo di World Heavyweight Champion.

Di lì a poco l’aura di Chris Benoit si spegne. Non è solo “passato di moda”, c’è di più: un insieme di problemi personali paiono allontanarlo dal ring. Già nel 2004 su di lui iniziano ad aleggiare sospetti di doping, dal momento che il suo nome figura in un elenco di clienti della Signature Pharmacy, società farmaceutica indagata per aver somministrato e venduto sostanze vietate. Il 13 novembre 2005 arriva la mazzata: in un albergo di Minneapolis, città nella quale la WWE ha in programma uno spettacolo, viene ritrovato il corpo senza vita di Eddie Guerrero, grande amico di Chris Benoit e altro nome nell’elenco dei clienti di Signature Pharmacy.

Sebbene l’autopsia rivelerà la morte per arresto cardiaco e la presenza nel sangue solo di un’aspirina, il mondo del wrestling viene immediatamente travolto da sospetti: in passato Eddie Guerrero ha dovuto combattere contro una dipendenza da alcol e ha fatto uso regolare di steroidi che potrebbero averne compromesso le funzioni vitali. La WWE fronteggia un improvviso calo di popolarità in giro per il globo, osteggiata da chi – anche in Italia – vede la somministrazione gratuita degli show della federazione come oltraggiosa per un pubblico che comprende anche bambini.

Anche Chris Benoit ha fatto uso massiccio di steroidi e al dolore per la morte dell’amico si affianca la preoccupazione per la propria salute. Inoltre, alcune voci parlano di non meglio precisati problemi familiari che hanno investito il matrimonio con Nancy Toffoloni, celebrato nel 2000 e cui ha fatto immediatamente seguito la nascita di David Christopher, unico figlio della coppia (Chris Benoit ha già due figli, David e Megan, nati dal precedente matrimonio).

Per un po’ di tempo, Chris Benoit si perde nella mediocrità, nel gruppone dei wrestler con poche ambizioni. È, però, in vista una grande occasione. La WWE ha rilevato i diritti della ECW, rinata come terzo roster interno alla federazione, e decide di mettere in palio il titolo di ECW Champion. Al culmine di un torneo che avrebbe dovuto assegnare il titolo, in quel momento vacante, Vince McMahon e i creativi della WWE fissano l’incontro per il titolo nel corso del pay-per-view Vengeance: Night of Champions del 24 giugno 2007. La finale prevista è quella tra Chris Benoit e CM Punk. Ma non si disputerà. L’ultimo tentativo di push per Chris Benoit svanirà nella maniera più tragica immaginabile.

La notte in cui è finito tutto

Siamo al Toyota Center di Houston, un pay-per-view carico di aspettative, con tutti e nove gli incontri che valgono un titolo. Il terzo incontro della serata è quello che assegna l’ECW Championship, reso vacante dal passaggio di Bobby Lashley al roster di Raw. A sorpresa, tuttavia, di fronte a CM Punk non c’è Chris Benoit ma Johnny Nitro. Una sostituzione effettuata al volo perché, senza alcun preavviso e senza darne comunicazione alla federazione, il Canadian Crippler non si è presentato all’evento che nei programmi della WWE avrebbe dovuto vedergli assegnata la cintura di campione del roster ECW. Un’assenza inspiegabile, tanto più se riguarda un wrestler noto per dedizione ferrea e rigore professionale.

Un campanello d’allarme era già suonato il giorno prima, quando era in programma un house show, anch’esso in Texas e, per la precisione, nella città di Beaumont. Anche in quel caso Benoit aveva dato forfait, tuttavia avvisando per tempo Chavo Guerrero con una serie di telefonate in cui, a dire dell’amico e nipote di Eddie Guerrero, sembrava affaticato e distante, come se qualcosa lo turbasse profondamente. Dapprima, Chris Benoit aveva dichiarato di aver perso il volo ed essersi addormentato. Successivamente aveva detto a Chavo di essere in contatto con la compagnia aerea per cambiare la prenotazione del volo, sostenendo di aver avuto particolari difficoltà perché la moglie stava vomitando sangue per un’intossicazione alimentare e anche il figlio Daniel non stava bene, ma assicurando, in ogni caso, la sua presenza all’evento per Vengeance: Night of Champions.

Circostanza ribadita anche all’ufficio Risorse Umane della WWE, al quale aveva fornito una versione leggermente discordante rispetto a quella comunicata a Chavo Guerrero. In particolare, nell’occasione del contatto telefonico aveva specificato che Daniel si era sentito male e, assieme alla moglie, aveva dovuto portarlo all’ospedale per dei controlli. Una discrepanza che nessuno, in quel momento, aveva notato: ad eccezione della preoccupazione di Chavo per il tono tenuto telefonicamente dall’amico, era parsa una plausibile motivazione per l’assenza ad un house show. Ma, già durante l’incontro cui avrebbe dovuto partecipare, sui vari siti web a tema wrestling iniziano a rincorrersi le illazioni dietro questa improvvisa assenza. Un minuto dopo la mezzanotte, da poco concluso il pay-per-view, sulla pagina Wikipedia del lottatore appare un’inquietante modifica – ripresa prontamente da Fox News – con il seguente contenuto:

Chris Benoit fu sostituito da Johnny Nitro nell’incontro valido per il titolo mondiale ECW a Vengeance poiché Benoit non era lì a causa di problemi personali dovuti alla morte di sua moglie Nancy.

Inizia a serpeggiare uno stato d’allarme tra i colleghi quando Chavo dichiara di aver ricevuto un sms – destinato anche ad altre persone, tra cui un arbitro della federazione – contenente la semplice indicazione dell’indirizzo di casa. La federazione e i diretti interessanti decidono quindi di contattare la polizia di Fayetteville, città della Georgia in cui vive il wrestler canadese. Nel primo pomeriggio del giorno seguente, ecco la terribile scoperta: vengono rinvenuti i corpi senza vita di Nancy Toffoloni e del figlio Daniel, avvolti in asciugamani. Accanto a loro, la Bibbia. In un’altra stanza i poliziotti trovano anche il corpo di Chris Benoit, impiccato. Gli accertamenti rivelano essersi trattato di un duplice omicidio compiuto circa tre giorni prima, quindi in un momento antecedente ai contatti avvenuti con Chavo Guerrero.

Un’esecuzione brutale, per strangolamento quella della moglie e per soffocamento quella del figlio. Solo in seguito si scoprirà che Daniel era affetto dalla sindrome dell’X fragile, una malattia genetica che ha determinato un ritardo nel bambino e acuito le tensioni familiari tra Benoit e la moglie. Inizialmente si indaga sulle cause ma a colpire particolarmente la polizia è la già citata modifica sulla pagina Wikipedia di Chris Benoit: gli approfondimenti giudiziari dimostrano che il pc dal quale è stata effettuata la modifica si trova a Stamford, città in cui ha sede la WWE. Per questo motivo gli inquirenti convocano il responsabile per accertare se fosse in qualche modo complice o a conoscenza dei fatti, dal momento che la modifica è arrivata molte ore prima del ritrovamento dei cadaveri. Le indagini accertano essersi trattato solamente di una sfortunata e macabra coincidenza nata dalle voci incontrollate che stavano girando sul web.

I poliziotti trovano nella casa dei Benoit numerose confezioni di steroidi anabolizzanti, circostanza che determina una rapida condanna della WWE e un’ulteriore serie di supposizioni sui motivi dell’omicidio.

La fine di Chris Benoit, dagli steroidi alla damnatio memoriae

In un primo momento si ipotizza un raptus di follia dato dalla cosiddetta roid rage, ossia l’attacco di rabbia causato dal consumo di steroidi. La polizia prende immediatamente le distanze da questa versione: l’efferato atto è stato deliberato e studiato nei dettagli, persino nelle versioni fornite alle persone contattate dopo la morte di Nancy e Daniel, nella scelta di lasciare indizi ai conoscenti e di chiudere i cani per permettere alla polizia di accedere senza problemi all’abitazione.

Ma gli steroidi e il wrestling sono comunque tra le cause. I molti colpi presi in carriera, probabilmente acuiti dallo uno stile di lotta aggressivo, fatto di colpi alla testa e scontri al limite, hanno causato nel canadese una grave forma di encefalopatia traumatica cronica, che ha compromesso le funzioni cerebrali di Chris Benoit. Il padre, intervistato circa due mesi dopo i fatti, affermerà che dall’autopsia è emerso un deterioramento dei tessuti cerebrali, paragonabili a quelli di un anziano malato di Alzheimer.

Inoltre dai diari del lottatore è emerso un uomo confuso. In preda a una paranoia crescente, che ne aveva divorato la lucidità. Senza dimenticare l’abuso di alcolici, che il collega Hardcore Holly ha rivelato essere stata una forma di reazione ai molti litigi con la moglie. Nella ridda di voci successive a quanto avvenuto, è emerso che Nancy Toffoloni fosse stata vittima di violenze domestiche, tanto da aver chiesto il divorzio nel 2003, prima di tornare sui propri passi. A distanza di anni, inoltre, la sorella di Nancy ha affermato che, sempre secondo i referti medici successivi al ritrovamento dei corpi, Chris Benoit aveva poco più di un mese di vita davanti a sé. L’abuso di steroidi aveva causato un ingrossamento del cuore, tre volte più grande del normale e pronto a cedere da un momento all’altro.

Alla notizia del ritrovamento del cadavere ma ancora all’oscuro delle cause, la WWE decide di cancellare la puntata di Raw del 25 giugno stesso, sostituendola con un tributo al lottatore. Tuttavia, appresi i dettagli, prima della puntata dello show ECW del giorno seguente, la WWE cambia posizione e manda in onda un videomessaggio di Vince McMahon, nel quale specifica che alla luce delle circostanze il nome di Chris Benoit non sarebbe stato menzionato in quella puntata, dedicata a tutti coloro che avevano sofferto per quanto successo.

È l’inizio di una damnatio memoriae sistematica e spietata, come mai si era vista nella storia del wrestling e dello sport contemporaneo. Il suo nome sparisce immediatamente dal sito ufficiale della WWE. Inizialmente non compare più negli albi d’oro; successivamente, vi riappare ma senza una scheda personale: il suo nome non è cliccabile, gli incontri titolati che lo hanno visto protagonista sono senza didascalia di descrizione, perfino il materiale pubblicitario dei pay-per-view del passato viene ritoccato per non mostrarne più l’immagine. Solo nel 2014 la federazione di Stamford reinserisce i contenuti riguardanti Chris Benoit sul WWE Network, ognuno dei quali preceduto da un disclaimer:

Il programma seguente viene presentato nella sua forma originale. Potrebbe comprendere dei contenuti che non riflettono la visione aziendale della WWE e potrebbero non essere adatti a tutti. I personaggi della WWE sono fittizi e non riflettono le vite personali dei lottatori che li interpretano. La visione è raccomandata a discrezione dello spettatore. È possibile bloccare l’accesso a questo programma e ad altri dello stesso tipo usando la funzione di controllo da parte dei genitori nelle impostazioni del proprio account del WWE Network.

Lo stesso Vince McMahon ha detto la sua sul ritorno del personaggio di Chris Benoit sui canali ufficiali, comunque mantenendo le distanze dall’uomo:

Non possiamo far finta che non sia mai esistito. Un conto è includerlo in un contesto storico, il che credo sia giusto, un altro è promuoverlo, il che non va bene.

Una delle questioni più ricorrenti riguarda la possibilità di inserimento di Benoit nella WWE Hall of Fame, che sembrava praticamente una formalità fino a quel maledetto giorno di giugno del 2007. Alcune leggende del wrestling si sono espresse in maniera negativa e categorica, su tutte il vecchio amico Chris Jericho che, in una sessione di domande e risposte su Reddit, ha risposto con un perentorio “Mai” alla domanda sul fatto che il connazionale meritasse o meno un posto nella Hall of Fame. Più circostanziato ma comunque netto il punto di vista espresso da Stone Cold Steve Austin durante un podcast:

Chris Benoit era una delle persone più gentili che io abbia mai conosciuto ed era nato per fare il wrestler, ha avuto una carriera gloriosa. Ma una notte ha ucciso sua moglie e suo figlio, un atto talmente orribile che oscurerà per sempre ogni impresa compiuta sul ring. Non sarà mai nella Hall of Fame, le sue azioni come essere umano non possono essere dimenticate e saranno per sempre imperdonabili.

A distanza di 17 anni da questa drammatica ultima pagina della vita del Canadian Crippler, il suo nome rimane nella Hall of Fame della Stampede Wrestling e in quella della Wrestling Observer Newsletter, resistendo a una votazione pubblica che proponeva la sua rimozione per motivi etici. I fans sono combattuti: si deve scindere l’atleta dall’uomo? È giusto cancellare le gesta di un wrestler per un atto indiscutibilmente ignobile, ma commesso fuori dal ring? E soprattutto, la posizione della WWE è coerente con la condotta tenuta nei controlli effettuati sui wrestler? Domande scomode, che nessuna risposta sembra davvero soddisfare.

Nel 2009 anche Andrew Martin, altro ex lottatore canadese noto con il ring name di Test, è morto per overdose in un apparente suicidio e, grazie agli studi del dottor Bennet Omalu, il medico che per primo ha individuato l’encefalopatia nei giocatori della NFL, è emerso che anche lui soffrisse di un’encefalopatia traumatica cronica che ne aveva compromesso le funzioni cerebrali. Della stessa patologia soffre anche Perry Saturn, amico storico di Benoit e, come lui, membro dei Radicalz. Una situazione che ha determinato una class action nei confronti della WWE da parte di circa settanta ex lottatori (o familiari di ex wrestler deceduti).

Dopo Test, altri wrestler sono morti per dinamiche ascrivibili all’utilizzo di steroidi. Sono prematuramente scomparsi anche Umaga, Viscera, Lance Cade, Ultimate Warrior, Roddy Piper e Road Warrior Animal, tutti per per cause cardiache; la ex lottatrice Ashley Massaro, invece, si è tolta la vita. Una scia di morti premature troppo lunga per essere ignorata. E tutte intrecciate a doppio filo con lo stile di vita distruttivo imposto dalla WWE, spesso causa di un utilizzo massiccio di sostanze anabolizzanti capaci di compromettere gravemente l’organismo.

La federazione ha tentato un approccio più cauto per tentare di riconquistare il pubblico, adottando un format Parental Guidance, interrompendo la produzione di spettacoli vietati ai minori e impedendo la visione del sangue durante gli show. Tuttavia la questione legata alle sostanze proibite, nonostante controlli più severi introdotti negli anni recenti, rimane un nervo scoperto, in grado di minare l’intera credibilità della WWE. Come nel caso di Chris Benoit: la condanna, unanime e doverosa, non riesce a cancellare l’impressione di una complicità.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *