Nejc Gradišar è un attaccante sloveno di 22 anni impegnato nel campionato ungherese. Vi è approdato alla fine della scorsa stagione, ma le 9 reti messe a segno con la maglia del Fehérvár sono state sufficienti ad attirare l’interesse di vari club europei. Si è fatto il nome dei portoghesi del Vitória Guimarães, oltre che di sirene dal Belgio e dalla Championship inglese. Nel corso dell’ultima finestra di mercato ecco però palesarsi un’offerta capace di far sobbalzare i dirigenti del Fehérevár, ai quali non è parso vero di poter rivendere quella giovane punta scovata solo pochi mesi prima nei bassi fondi del campionato sloveno per una cifra doppia rispetto al prezzo d’acquisto. Non meno sorprendente della cifra superiore al milione di dollari è l’indirizzo del mittente. Recita “El Gabalaya Street, Gezira”, ovvero l’isola sul Nilo dove ha sede l’Al Ahly Sporting Club, il club più titolato d’Egitto e d’Africa.
Quando abbiamo sentito le voci dai media non ci abbiamo creduto subito. In passato l’Al Ahly è stato accostato a giocatori europei ma non si è mai concretizzato nulla.
Anche in Egitto l’indiscrezione desta perplessità. Quando il suo nome comincia a serpeggiare nelle redazioni sportive, al Cairo sono in tanti ad alzare il sopracciglio. Nemmeno Ahmed Shehab, caporedattore del canale tematico dell’Al Ahly, è disposto a credere a quella voce tanto esotica quanto improbabile. Gli scettici però sono costretti a capitolare il 24 gennaio scorso quando è il calciatore stesso – penna in mano e contratto sul tavolo – a fugare ogni dubbio posando insieme a emissari del club egiziano.
لحظة توقيع مهاجمنا الجديد نيجك جراديسار للنادي الأهلي 🦅 pic.twitter.com/KvqxsFjBAC
— الأهلي وبس (@alahlyonly74) January 24, 2025
La prova inconfutabile
Eroe per caso
Arrivato per sostituire l’infortunato Wessam Abou Ali, Gradišar ha a malapena il tempo di allacciarsi le scarpe e indossare la maglia numero 10 dei Diavoli Rossi prima di trovarsi sui piedi quello che cinque mesi più tardi si rivelerà essere uno dei palloni più importanti della stagione. Sono passati due giorni dalla firma del contratto e scorrono i minuti iniziali della ripresa del match di campionato contro il Pyramids. L’Al Ahly ha appena accorciato le distanze quando un tacco illuminante di Emam Ashour trova libero l’esterno El Shahat. Il suo traversone innesca una carambola che termina sul piede sinistro di Gradišar – destro naturale in campo da meno di dieci minuti – ma tutt’altro che impacciato nel ruolo dell’eroe. Il suo gol vale il pareggio e un punto preziosissimo nella corsa al quaranticinquesimo titolo nazionale.
L’impatto con l’Egitto è stato positivo: Nejc Gradišar ha subito trovato intesa con compagni e tifosi. Quello con il campionato, invece, è stato travolgente. In campo dall’inizio, nella partita successiva si ripete immediatamente, questa volta battendo con il piede prediletto il non impeccabile portiere del Modern Sport. Copione che va in scena anche la settimana dopo, quando torna a colpire con una rete sotto misura nel 2-1 sul Petrojet. Un inizio folgorante che sorprende lo stesso Gradišar, catapultato nel giro di qualche settimana dalla provincia ungherese alla ribalta di una megalopoli da 20 milioni di abitanti.
Il mio telefono non smette più di vibrare per i messaggi. Sono passato dall’avere 1.000 follower a 190.000. È folle!
Con l’aumentare del minutaggio la verve dello sloveno si diluisce concentrandosi in momenti chiave come l’assist per il gol che Bencharki segna nel derby con lo Zamalek o la provvidenziale sponda offerta ad Ahmed Reda, autore di un fondamentale pareggio al minuto 96, ancora contro il Pyramids. Dove invece fatica a incidere è in Champions League, il giardino di casa dell’Al Ahly, detentore di 12 titoli continentali e vincitore delle ultime quattro edizioni. Gradišar ammette come l’opportunità di calcare un simile palcoscenico abbia giocato la sua parte nello sciogliere le poche riserve lasciategli dal quadriennale da 700.000 dollari di partenza propostogli dal club egiziano.
La CAF Champions League è una competizione incredibile. Non ho mai preso parte a un torneo del genere prima, perciò sono molto felice di prendervi parte.
Gli occhi dei 70.000 presenti al Cairo sono tutti su di lui quando ─ con le mani nei capelli ─ si volta verso il guardalinee, sperando forse in un fuorigioco che possa attenuare il peso di un errore che al termine della partita costerà all’Al Ahly la qualificazione alla finale. I rimpianti del doppio confronto con il Mamelodi Sundowns risiedono però soprattutto nella gara di andata, dove Gradišar colpisce il palo con un colpo di testa e si vede annullare un gol per il fuorigioco di un compagno. Da lì i minuti diminuiscono drasticamente e il ritorno in campo di Wessam Abou Ali sembra aver relegato Gradišar al definitivo ruolo di supplente. Ruolo che peraltro lo sloveno interpreta nel migliore dei modi, essendo tornato di recente al gol con una pregevole girata al volo festeggiata alla maniera di Cristiano Ronaldo.
Il meglio di Gradišar con la maglia dell’Al Ahly
Nejc Gradišar, un centravanti grezzo ma moderno
Ma che giocatore è Nejc Gradišar? Non il tipo di attaccante che ruba lo sguardo per pulizia ed eleganza. Ben strutturato, dall’alto dei suoi 187 centimetri si direbbe innanzitutto un giocatore d’area, capace di usare il fisico per schermare la palla e trovare il tiro con il destro. Nonostante il profilo di punta prettamente fisica, a uno sguardo più attento emerge una mobilità sorprendente fuori dall’area che ─ supportata da una velocità invidiabile se rapportata alla stazza e da una non indifferente intelligenza nei movimenti senza palla ─ si traduce in costanti attacchi alla profondità, nella creazione di spazi per i compagni, in sponde e anche in cross quando si trova defilato sugli esterni.
In Europa il calcio è più fisico, con più duelli. Qui il gioco è più aperto e fa maggiore affidamento su movimento e tattica. Questo stile è adatto alle mie caratteristiche potendomi muovere da una parte e dall’altra, anche sulle fasce. Penso sia una grande differenza.
Tutte caratteristiche che ben si sposano con i ritmi più compassati e la minore intensità del calcio giocato in Egitto ma notate in tempi non sospetti anche dal commissario tecnico della Slovenia Matjaž Kek. Nejc Gradišar infatti non è un volto sconosciuto in patria. Ancora disponibili in rete ci sono video in cui lo si vede, a undici anni, segnare con la maglia del NK Bravo, la squadra dove è cresciuto e ha cominciato a farsi conoscere a Lubiana prima che un paio di anni fa arrivasse la notorietà nazionale. Cioè quando a suon di gol trascinò il Rogaška alla promozione dalla seconda divisione facendosi strada nella selezione Under 21 qualificatasi agli ultimi Europei di categoria.
I sette centri messi a segno nei primi mesi passati nella massima serie slovena fecero rumore anche in Ungheria, dove nel gennaio 2024 il Fehérvár approfittò del mercato invernale per accaparrarselo negli stessi giorni in cui arrivò la prima convocazione nella Nazionale maggiore. Un debutto che, manco a dirlo, Gradišar bagnò con il gol che permise alla Slovenia di battere in amichevole gli USA e che tuttora gli vale l’invidiabile media di una rete a partita. Sì, perché a un anno e mezzo di distanza quella rimane la sua unica apparizione con il Triglav sul petto, il Monte Tricorno che campeggia sullo stemma della Nazionale. Uno score che l’attaccante sloveno proverà a ritoccare mettendosi in mostra al Mondiale per Club.
Il primo e finora unico gol di Gradišar in Nazionale
Il Mondiale per Club e le nuove rotte del calciomercato
L’Al Ahly sarà infatti una delle 32 partecipanti al Mondiale per Club in programma tra pochi giorni negli Stati Uniti. Inserito nel Gruppo A con Inter Miami, Porto e Palmeiras, il calendario metterà i Diavoli Rossi di fronte alla squadra di Messi in quello che sarà l’incontro inaugurale del torneo. Una coincidenza impossibile da ignorare per Nejc Gradišar al momento della firma.
Giocare l’incontro inaugurale del Mondiale per Club contro l’Inter Miami di Lionel Messi è qualcosa di incredibile. Ho sempre sognato di giocare partite del genere, non vedo l’ora.
Non sappiamo se partirà dall’inizio né quanti minuti avrà a disposizione, soprattutto dopo l’avvicendamento in panchina tra Marcel Koller ─ silurato dopo l’eliminazione in Champions League ─ ed Emad El Nahhas, chiamato a guidare la squadra nell’attesa che dagli Orlando Pirates arrivi lo spagnolo José Riveiro. Nelle mani dell’attaccante sloveno c’è però un’opportunità unica per attirare le luci dei riflettori ─ oltre che su di sé ─ su una nuova e inaspettata rotta del calciomercato.
Esiste infatti un flusso silenzioso che scorre all’ombra dei grandi colpi e che coinvolge una ristretta cerchia di giocatori disposti a percorrere in senso contrario il percorso che conduce dalle periferie del calcio europeo al proscenio di quello africano. Sono spesso giocatori dal doppio passaporto, come i francesi e gli olandesi che gradualmente iniziano a popolare la Botola Pro League marocchina o come il “nostro” Zakaria Hamadi, terzino scuola Milan nativo di Abbiategrasso che nel 2022 accettò l’offerta del Mouloudia Oujda e che oggi alterna il MAS Fès e la partecipazione alla Kings League.
Ma c’è anche un manipolo di soldati di ventura che, privi di legami con il paese di approdo, decidono di sovvertire il senso comune alla ricerca del giusto compromesso tra ambizione sportiva e opportunità economica. La loro bussola è lo spirito di adattamento, che per esempio ha portato l’attaccante serbo Samir Nurković a diventare uno dei volti più noti dell’attuale Premiership sudafricana o che spinse un paio di anni fa il suo connazionale Dejan Georgijević ad accettare, con tutti i rischi del caso, l’avventura in Tanzania con il Simba. Adattamento che certamente non sta mancando a Gradišar, il cui esempio potrebbe non rimanere isolato. Come dimostra la recente scelta di Filipe Nascimento, centrocampista portoghese dalla consolidata esperienza nei campionati dell’est Europa da poco accasatosi all’Al Ittihad di Alessandria.