Record di precocità, convocazioni sorprendenti in Nazionale e notti magiche in Champions. Sembra l’incipit di una bella fiaba, ma nel giro di pochi anni la luce della nuova stella del calcio italiano si è spenta. A frenare l’esplosione di questa supernova ci sono stati due gravi infortuni, accompagnati da numerosi problemi disciplinari. Questa è la storia di Nicolò Zaniolo, un talento andato in fumo.
Nicolò Zaniolo atterra a Roma
Estate 2018: Radja Nainggolan vola a Milano al termine di una trattativa che porta a Trigoria Santon e un giovanissimo Nicolò Zaniolo. Via un tassello fondamentale della Roma, dentro un giocatore sulla via del tramonto e un ragazzo quasi sconosciuto. Un’operazione discutibile, che fa storcere il naso a molti tifosi. Arriva poi settembre, il 19 per l’esattezza: la Roma sbarca a Madrid per sfidare il Real Madrid campione d’Europa in carica e orfano di CR7. Tra i presenti nella lista giallorossa anche il debuttante Zaniolo (convocato in Nazionale due settimane prima, senza ancora aver esordito in A).
Il ricordo di quella sera è soprattutto quello dello stupore alla lettura delle formazioni. Sì, perché Di Francesco decide di schierare Nicolò Zaniolo tra i titolari. Esordio al Bernabéu, per giunta in Champions League, non male come inizio. C’è il rischio di bruciarlo, eppure questo ragazzo fa la sua discreta figura in mezzo al campo. Finisce 3-0 per il Real, ma Zaniolo si guadagna gli applausi. La settimana seguente arriva l’esordio in A contro il Frosinone, a dicembre invece il primo gol – e che gol – in Serie A, siglato nel 3-1 casalingo con il Sassuolo. A gennaio debutta anche in Coppa Italia, ma la sua prima grande notte romana arriva qualche settimana più tardi.
Andata degli ottavi di Champions, la Roma ospita il Porto. Finisce 2-1, doppietta di Zaniolo, del predestinato, come lo battezza Caressa. Le luci della ribalta sono tutte per lui che, grazie a quei due centri, diventa l’italiano più precoce a segnare una doppietta in Champions League. La prima annata finisce con sei reti totali e il premio di miglior giovane della Serie A. È l’alba della sua carriera, eppure ha già fatto grandi cose, è sotto gli occhi di tutti. Zaniolo ha uno strapotere fisico fuori scala e un sinistro pulito, ma soprattutto una sfrontatezza che a 19 anni ti porta a fare cose straordinarie, tanto che con Ranieri – subentrato a Di Francesco – e l’anno dopo con Fonseca, diventa un punto di riferimento per la Roma.
Quando sei così giovane e giochi così bene, tutti iniziano a parlare di te, nel bene e nel male. Fin da subito infatti iniziano a circolare notizie su Nicolò e in particolare sulla mamma, diventata una star dei social e che, a detta di molti, prova a sfruttare l’immagine del figlio. Zaniolo però cerca, per quanto possibile, di rimanere fuori da certe voci. Vuole far parlare il campo. Proprio quel prato verde che a inizio 2020 lo tradisce.
12 gennaio, big match con la Juventus. Zaniolo prende palla nella propria trequarti di campo e inizia a correre, in quella che è già diventata la sua giocata. Arriva fino al limite dell’area avversaria dopo aver saltato tre juventini, poi lo scontro con De Ligt. Il ginocchio fa crack: rottura del crociato anteriore destro e lesione al menisco. La diagnosi è disastrosa, ma ciò che accade dopo lo è di più. Sei mesi per il recupero, il rientro a tratti straripante dopo la pausa forzata per il Covid, quindi un nuovo infortunio alla Johan Cruijff ArenA a settembre. A rompersi è il legamento del ginocchio sinistro, l’infortunio lo tiene lontano dai campi addirittura per un anno.
Zaniolo torna in campo solo il 19 agosto successivo per i playoff di Conference League, il torneo che, pur senza l’esplosività e la continuità precedenti al doppio infortunio, lo vede rinascere da protagonista assoluto. Segna una tripletta – la prima della carriera – ai quarti nella rimonta con il Bodø/Glimt, ma soprattutto il gol che decide la finale di Tirana. 1-0 con il Feyenoord: l’uomo – anzi il ragazzo – che riporta a Roma un trofeo europeo che mancava dal 1961 è proprio lui. Tuttavia quello che sembra un punto di partenza, si rivelerà un punto d’arrivo.
Zaniolo vive un’estate burrascosa caratterizzata dalle frizioni con la società giallorossa e con la tifoseria. Tentativi di cessione, rinnovi rifiutati, voci che lo avvicinano alla Juventus lo portano ai confini della rosa. Viene perdonato e coccolato ma a gennaio ecco l’addio a Roma, appena otto mesi dopo la storica notte di Tirana e a seguito della sua richiesta di cessione e del rifiuto di scendere in campo. Va al Galatasaray per 16,5 milioni, poi i prestiti all’Aston Villa, all’Atalanta e alla Fiorentina, il tutto tra agosto 2023 e febbraio 2025. Nicolò regala qualche buona prestazione, a volte le sensazioni sono positive, ma non è più il primo Zaniolo, quello che con la sua prepotenza atletica si mangiava campo e avversari.
Il meraviglioso primo gol in A di Zaniolo. Sembrava solo l’inizio ma col tempo le cose non sono andate altrettanto bene…
Zaniolo e le Zaniolate
A ventisei anni la strada davanti all’ex Roma è ancora lunga, i margini per far bene e per riprendersi ciò che non è riuscito a portarsi a casa ci sarebbero. Zaniolo però, purtroppo, è entrato a pieno titolo nella cerchia dei talenti sprecati e, con la mentalità mostrata sinora, non sarà facile venirne fuori. Di possibilità ne ha avute molte, ma la sua mancanza di disciplina ha sempre avuto la meglio sulle qualità calcistiche. Sì perché Zaniolo è il ragazzo che ha esordito in casa del Real a diciannove anni, è quello che è stato convocato da Mancini con zero presenze in Serie A, ma è anche quello che per motivi disciplinari è stato allontanato dal ritiro della Nazionale Under 21 da Di Biagio, che si è messo contro una tifoseria, quella romana, capace di regalargli affetto e amore dal primo giorno. E la lista sarebbe ancora lunga.
Da sottolineare anche la vicenda Zaccagni: durante i festeggiamenti per la vittoria della Conference League, Zaniolo, sul pullman della squadra, guida i cori. Sull’onda dell’entusiasmo, dai tifosi giallorossi partono i cori di sfottò rivolti a Zaccagni e alla compagna Chiara Nasti a cui si unisce anche Zaniolo, ex compagno di quest’ultima. Scoppia la polemica e iniziano le frecciate via social con la coppia, a cui segue una multa di 8 mila euro in seguito all’indagine aperta dalla Procura della Federcalcio.
E poi ci sono i cartellini rossi ingiustificati, tra cui quello con la maglia del Galatasaray contro l’Istanbulspor e, ancor prima, con quella della Roma nella gara con il Betis, frutto di scatti d’ira privi di logica sportiva. Insomma, Zaniolo non ha mai messo veramente la testa a posto e, anche quando sembrava poter maturare, alla fine ha fallito. Lo dimostrano non solo le sciocchezze compiute in passato, ma anche e soprattutto l’ultima vicenda di cui si è reso protagonista.
L’ultimo giallo
La sera del 27 maggio 2025, la Roma ha pubblicato un comunicato in cui accusa Zaniolo di aver colpito due calciatori della squadra primavera dei giallorossi al termine del match con la Fiorentina, alla quale Zaniolo aveva assistito da spettatore. Il classe 1999 si è giustificato dicendo di essere stato provocato e di aver avuto solo una discussione verbale, ma le cose sembrano essere andate diversamente. Oltre al comunicato dei giallorossi è emersa la ricostruzione del procuratore di uno dei due ragazzi coinvolti:
Zaniolo è entrato nello spogliatoio visibilmente ubriaco, con la scusa di dover usare il bagno. Ha cominciato a dare il cinque ai giocatori della Roma, alcuni hanno restituito il cinque. Arrivato ad Almaviva, quest’ultimo si è rifiutato dicendogli che non gli avrebbe dato il cinque poiché aveva preso in giro i tifosi della Roma. A questa risposta Zaniolo avrebbe dato uno schiaffone così forte ad Almaviva da buttarlo per terra violentemente. Sarebbe scattata una rissa dove in 3-4 hanno dovuto trattenere Zaniolo, nella colluttazione Litti sarebbe stato spinto sbattendo contro le panche dello spogliatoio. Almaviva ha ricevuto una prognosi di 10 giorni, Litti di 21.
Al momento Zaniolo rischia un deferimento e una lunghissima squalifica valida anche all’estero, che non gli permetterebbe di giocare per il Galatasaray né per chiunque volesse provare a rilanciarlo. Per conoscere gli esiti di quanto accaduto dovremo aspettare le indagini della Procura Federale. Ciò che è certo è che, in caso di veridicità dei fatti, ci troveremmo di fronte a una pagina deprecabile, che va ben oltre le sciocchezze compiute in passato da Zaniolo. Un ragazzo che poteva avere tutto ma che, al netto degli infortuni, sembra ormai perso in un tunnel da cui non sa – o non vuole – uscire.