Lo scorso 15 giugno, per il terzo anno consecutivo, la Ferrari ha vinto la 24 Ore di Le Mans, una delle corse automobilistiche più famose al mondo e a lungo anche la più importante. Questa volta a tagliare per prima il traguardo è stata la 499P di colore giallo Modena della squadra privata AF Corse, guidata da Robert Kubica, Phil Hanson e Yifei Ye. Al terzo posto, poi, dietro a una delle due Porsche, si è classificata un’altra vettura ufficiale della Scuderia del Cavallino Rampante, quella al cui volante si sono alternati James Calado, Antonio Giovinazzi e Alessandro Pier Guidi, già vincitori sul tracciato francese nel 2023.
Il trionfo ottenuto alla 24 Ore di Le Mans si aggiunge così a quelli ottenuti nelle gare precedenti del Campionato del mondo endurance FIA 2025 (noto anche con la sigla WEC), classe Hypercar, riservata ai prototipi sportivi con livelli di potenza molto elevati. Tra la 1812 chilometri del Qatar e le 6 ore di Imola e Spa-Francorchamps, la Ferrari aveva già ottenuto tre vittorie ‒ con una tripletta nella gara inaugurale e una doppietta in Belgio ‒ e altrettante pole position. Mentre la casa automobilistica di Maranello arranca in Formula 1, c’è una Rossa che invece domina nelle gare di lunga durata.
Una vittoria figlia della consistenza
La Ferrari ha costruito la vittoria partendo da una rapida rimonta, in seguito a una qualifica piuttosto deludente. Le tre vetture del Cavallino Rampante si sono infatti portate già nelle prime ore di corsa nelle posizioni di vertice della classifica e per diverso tempo hanno persino monopolizzato il podio virtuale. A quel punto la battaglia ‒ che ha coinvolto anche la Porsche ‒ è diventata molto dura e caratterizzata da diverse penalità.
Alla fine di una corsa dall’andamento insolitamente lineare, con condizioni meteo stabili e un’unica safety car, a vincere è stata proprio la vettura numero 83 di AF Corse, sfruttando una maggiore consistenza rispetto alle altre due 499P, vittime di qualche problema meccanico e di errori importanti da parte dei piloti nei momenti cruciali. A emergere è stato soprattutto il talento di Robert Kubica, autore a 40 anni di una prestazione eccezionale nella seconda metà di gara.
È stato proprio il polacco a condurre la vettura nelle fasi finali e a tagliare per primo il traguardo. Per lui è senza dubbio il successo più importante di questa seconda vita agonistica, iniziata dopo il grave incidente del 2011 che lo aveva ridotto in condizioni critiche. Dopo aver tagliato il traguardo, proprio a quel periodo è andato inevitabilmente il pensiero di Kubica, che negli ultimi anni ha trovato nel WEC una nuova casa:
Non credo che questo sia il successo più importante della mia carriera. Quello più importante non ha niente a che fare con le corse, se devo essere sincero. È la battaglia che ho combattuto quando la mia mente o il mio cervello non accettavano i miei limiti dopo l’incidente. Durante il recupero sono stati mesi di intensa lotta, di lavoro, per ricominciare e mettere il cuore in pace, per non vivere con il ‘ma se non fosse successo’, ma con dei traguardi e obiettivi davanti. Accettare i tuoi limiti sembra facile, ma per me non lo è stato per niente. Diciamo che oggi il destino mi ha restituito qualcosa, almeno a livello sportivo: è un risultato enorme. Sono fatto così, anche quando ho vinto in F1 non me la sono goduta; probabilmente domani ci riuscirò di più.
Gli highlights del successo Ferrari a Le Mans
Un dominio nato da lontano
La Ferrari era rientrata nel Campionato del mondo endurance ‒ categoria nata proprio intorno alla gara di Le Mans ‒ nel 2023, dopo 50 anni di assenza, con un progetto piuttosto ambizioso. L’obiettivo era infatti quello di vincere fin da subito, sotto la direzione di Antonello Coletta, capo delle divisioni Endurance e Corse Clienti di Ferrari dal 2015. Il nome scelto per la vettura è 499P, un misto di tradizione e innovazione: la P è infatti la sigla che Enzo Ferrari usava per i suoi prototipi, mentre 499 indica la cilindrata unitaria del motore ibrido.
L’obiettivo fissato dal responsabile del progetto e dai vertici della Ferrari è stato centrato, con la conquista della 24 Ore di Le Mans già al primo tentativo, bissata poi nel 2024 ‒ stagione in cui è arrivato anche un secondo successo a Austin, con la vettura privata di AF Corse. Per il 2025 il traguardo fissato è ancora più ambizioso, ossia il titolo mondiale sia nel campionato costruttori che in quello piloti. E la strada, al momento, è quella giusta: quando mancano ancora quattro gare, la Scuderia di Maranello è infatti al comando di entrambe le classifiche.
La prima posizione a Le Mans 2025 da parte di AF Corse è servita inoltre a ribadire la bontà del progetto 499P, con una vettura in grado di essere competitiva tanto nelle mani della scuderia ufficiale quanto in quelle di una squadra cliente, come ha sottolineato anche Coletta, che subito dopo la gara ha rigettato orgogliosamente l’insinuazione che a trionfare sia stata la “Ferrari sbagliata”:
L’avevo già detto in diretta TV prima del via: la Gialla è una Ferrari come quella Rossa. Se merita di vincere, allora lo farà. È capitato, ma lo abbiamo visto già anche nel passato: pensate alla nostra storia, vincevano Scuderia NART, Filippinetti e Francorchamps. Questa è la storia, i tempi chiaramente cambiano, ma è la testimonianza che la Ferrari dà macchine uguali a tutti. Ed è qualcosa che non tutti possono dire di aver fatto. Io e tutte le persone che lavorano con me ne andiamo molto orgogliosi. Dalla GT alla LMH schieriamo auto esattamente uguali a quelle ufficiali. Quindi perché dire che ha vinto la Ferrari sbagliata? Per me no, alla fine c’è anche un nostro pilota ufficiale. E meno male che c’era, aggiungo. Abbiamo portato a casa tre Le Mans con tre vetture diverse e tre piloti diversi per ognuna: credo sia un risultato davvero fantastico, per noi e per il motorsport.
I risultati della Ferrari nell’endurance parlano ormai da soli, tanto che da settimane proprio il nome di Coletta spunta fuori come ideale sostituto di Frédéric Vasseur, il team principal della Scuderia di Formula 1, i cui risultati sono stati finora perlopiù deludenti e il cui contratto è in scadenza alla fine del 2025.
Il grande amore fra la Ferrari e Le Mans
Il rapporto d’amore fra il Cavallino Rampante e la 24 Ore di Le Mans ha radici piuttosto antiche. Quella francese era infatti una gara molto amata da Enzo Ferrari, che vi schierò la propria vettura per la prima volta già nel 1949, nella prima edizione dopo la Seconda guerra mondiale. In quella occasione, inoltre, arrivò già il primo successo della Scuderia del Cavallino Rampante in terra francese.
Prima ancora della nascita del campionato di Formula 1, insomma, fu proprio questa corsa a rendere famoso in tutto il mondo il nome della Ferrari. Dopo quella prima, storica vittoria ne fecero seguito altre otto negli anni Cinquanta e Sessanta, di cui sei consecutive fra il 1960 e il 1965. A interrompere il dominio della Rossa fu nel 1966 la Ford, in un’edizione che è stata poi raccontata ‒ in maniera parzialmente romanzata ‒ nel film del 2019 Le Mans ’66 – La grande sfida (in originale proprio Ford vs. Ferrari), diretto da James Mangold, nel quale però Enzo Ferrari, interpretato da Remo Girone, ricopriva la parte del cattivo. Lo stesso Drake definiva la corsa francese “una guerra”, arrivando spesso a preferirla ai Gran Premi della classe regina:
Se la Formula 1 rappresenta la suprema espressione della tecnologia motoristica, le corse di durata sono il vero banco di prova per la resistenza meccanica e psicologica di uomini e macchine.
Il Campionato del mondo endurance è sempre più popolare
Si trattava dell’epoca d’oro dell’Endurance, che in seguito avrebbe invece vissuto decenni di sudditanza nei confronti di una Formula 1 sempre più glamour e in grado di attirare gli sponsor. Negli ultimi anni c’è stato però un deciso cambio di rotta: con l’introduzione delle Hypercar nel 2021, anche altri grandi marchi automobilistici sono entrati a far parte dello schieramento del Campionato del mondo endurance, come Cadillac, Porsche, Lamborghini, Mercedes e Aston Martin, con l’aggiunta di McLaren che farà il suo esordio nel 2027.
A questo si aggiunge la presenza in griglia di tanti ex piloti di Formula 1, come l’ex campione del mondo Jenson Button, ma anche di Valentino Rossi, che in questo mondo sta vivendo una seconda vita, dopo aver abbandonato le due ruote per guidare una BMW del Team WRT. Al loro fianco ci sono anche diversi giovani piloti che stanno scegliendo il WEC per lanciare la propria carriera, tra cui Robert Shwartzman, Callum Ilott e Mick Schumacher, tutti e tre usciti dalla Ferrari Driver Academy.
Tutto ciò ha comportato un consistente aumento della popolarità dell’endurance. Gli ascolti televisivi sono più che raddoppiati a partire dal 2023 e il pubblico è diventato sempre più numeroso nei weekend di gara, attratto dal singolare mix di innovazione tecnologica e tradizione, unito a velocità e affidabilità. Il trionfo nella 24 Ore di Le Mans del 2025 assume così un significato ancora più importante per la Ferrari, in grado di spuntarla su un parco partenti molto ricco e competitivo. Quando poi tra i nomi dei vincitori figura quello di un pilota molto amato da pubblico e opinionisti come Robert Kubica, la soddisfazione è ancora maggiore.