Lucas Chevalier, su un bianco destriero

Lucas Chevalier è stato nominato miglior portiere della Ligue 1 2024-25 ed è pronto al grande salto.

È difficile cominciare un pezzo sul 2025 di Lucas Chevalier senza essere iperbolici: il giovane portiere francese quest’anno ha tirato fuori dal cappello una stagione straordinaria, con performance strabilianti e una solidità che non aveva mai mostrato prima. Ormai è pronto a prendersi la porta di un top club e della Nazionale francese.

Chi è Lucas Chevalier

Con la riforma amministrativa del 2016, Lille si è ritrovata di colpo capoluogo del Hauts-de-France, la vasta regione che da quasi un decennio racchiude tutti i territori più settentrionali dell’esagono. E magari ai suoi abitanti ha fatto anche un po’ strano: Lille è una cittadina umile, spartana, ma che accoglie i visitatori con il calore tipico del nord della Francia, in qualche modo antitetico rispetto all’idea che abbiamo dei cugini d’oltralpe. Non può essere un caso, d’altronde, se il celebre film Benvenuti al Sud altro non è che un remake di Bienvenue chez les Ch’tis, il tentativo ben riuscito di mostrare al grande pubblico francese il calore impareggiabile di chi vive nel grande nord tra allevamenti di cozze e patatine fritte, prodotti tipici di una zona nota per la sua ingente piovosità. 

Da queste radici bagnate è sbocciato Lucas Chevalier, stella promessa del calcio francese sin dalla tenera età e ormai pronto al debutto con la Nazionale maggiore. Nato nel comune di Calais nel novembre del 2001, Chevalier muove i primi passi nei club amatoriali della sua provincia. A 13 anni lo nota il Lille – per gli amici LOSC, Lille Olympique Sporting Club – club del quale è tifosissimo e per il quale farà tutta la trafila delle giovanili. A 23 anni, Lucas pesa 78 chilogrammi distribuiti su 189 centimetri di altezza. Ha un fisico asciutto e armonico ma robusto che sfrutta con un atletismo invidiabile. Nonostante non sia un gigante e paghi diversi centimetri ai colleghi più quotati (Donnarumma e Courtois su tutti), l’eccellente piazzamento gli permette di coprire senza sforzo i 7,32 metri della porta sia quando rimane sulla linea che quando è chiamato a lasciare l’area piccola

Chevalier si è formato da portiere sin da bambino e mostra una tecnica più che solida in tutti i fondamentali. Il tuffo è ottimo e abbina una fase di compressione rapida e bilanciata a un’esplosione repentina ed efficace; si lascia guidare dalle braccia tese e ogni tanto ha la tendenza a concludere i tuffi sul ventre, specialmente quelli sul proprio lato sinistro. Un’imprecisione di poco conto, se consideriamo che è lieve e infrequente. È solito bloccare il pallone a terra e spesso con grande sicurezza, cosa non affatto scontata nel 2025, un’epoca in cui stiamo vivendo un’evoluzione del gioco sempre più tesa verso velocità di esecuzione folli e con palloni sempre più rapidi. Oltre alla qualità nel piazzamento tra i pali, Chevalier spicca per la grande reattività. Se ne ricorderanno Real Madrid e Juventus, finiti loro malgrado tra le vittime eccellenti di una prontezza fuori scala nella recente campagna di Champions League. Due qualità che, coadiuvate da una spinta sempre rapida ed efficace, lo rendono un portiere difficile da battere.

Una serie di grandi parate, che evidenziano principalmente la sua enorme capacità di spinta

Gioca molto bene con i piedi: sulle corte e medie distanze sfoggia una distribuzione sicura, accorta, puntuale e precisa. Non è raro vedere il LOSC uscire palla al piede e cominciare le azioni offensive dai suoi piedi, anche per volere del nuovo allenatore Bruno Génésio. Sulle lunghe distanze paga qualcosa in potenza e precisione rispetto ai top mondiali, ma gioca pur sempre in una squadra che preferisce far arrivare il pallone pulito alle punte anziché cercarle in modo diretto – e in ogni caso il 50% di passaggi lunghi riusciti rimane pur sempre una percentuale di tutto rispetto. Nelle uscite si segnala, invece, un punto da migliorare. Sebbene abbia un’ottima tecnica di salto e di bloccaggio e anche una discreta dose di coraggio, le sue uscite alte sono spesso subottimali per via di letture non sempre immediate. Nelle uscite basse copre sempre molto bene lo specchio ma, soprattutto negli 1 vs. 1 che richiedono una posizione eretta, non è raro vederlo spostare il peso verso i talloni, risultando così eccessivamente statico o finendo per cadere sul sedere. Qui per esempio chiude l’intervento con successo grazie a un tempismo perfetto, ma la forma è troppo chiusa e passiva. 

Non è nemmeno un caso che, sempre secondo FBref, Chevalier sia solo nel dodicesimo percentile per azioni difensive effettuate fuori dal perimetro dell’area di rigore, appena 0,61 a partita; se è vero che questa metrica è pesantemente influenzata da quanto alta rimane la linea difensiva (e il LOSC quest’anno l’ha tenuta sempre a media altezza), è anche un indice di scarsa propensione all’avventura. Chevalier offre agli occhi degli spettatori un formidabile attacco palla, vera e propria cifra tecnica della modernità del ruolo. L’attacco palla, sia in posizione eretta semistatica che in tuffo, è diventato una caratteristica cruciale nei portieri di oggi per i vantaggi che offre nel disinnescare efficacemente palloni a diverse altezze, con diverse traiettorie e in diverse situazioni, anticipando o contrastando l’avversario in possesso o in procinto di entrare in possesso palla. Specialmente dalla stagione 2024-25, Lucas Chevalier ha migliorato moltissimo una capacità già ben sviluppata e ciò è particolarmente significativo nelle situazioni più caotiche in area di rigore. 

Nonostante la giovane età è il punto fermo del LOSC, nonché il giocatore più pagato della rosa con una cifra superiore al milione annuo. E non potrebbe essere altrimenti, dato che nel tempo si è imposto anche come uno dei leader dello spogliatoio. Non è un portiere né particolarmente esuberante in campo né particolarmente silenzioso: la sua è una leadership tecnica, radicata nelle prestazioni e nella credibilità che esse trasmettono. Chevalier dimostra personalità – spesso indicata come caratteristica importante per i portieri – più nei fatti che nelle urla ai difensori.

Un futuro lontano da Lille?

La stagione di Lucas Chevalier è stata particolarmente impressionante non soltanto perché, effettivamente, straordinaria. Lo è stata perché si iscrive all’interno di un percorso di crescita sì costante e lineare, ma che ha subito un’accelerata per certi versi sorprendente quest’anno. Non è affatto un caso che Chevalier abbia salvato da solo 7,2 gol in tutta la Ligue 1 appena conclusasi: i post-shot expected goals (PSxG), al contrario degli expected goals (xG) che partono dalla posizione di tiro del calciante, misurano la qualità del tiro sulla scorta di dove finirebbe il pallone nello specchio della porta. Sono dunque un ottimo strumento per valutare l’efficacia del portiere, comparando i suoi interventi all’efficacia media dei portieri e non a quella di chi tira. Quel dato di 7,2 gol salvati oltre la media (cioè oltre quanto sarebbe lecito attendersi) dà seguito al 5,7 della stagione scorsa e al 2,5 di quella precedente (fonte FBref). E se è vero che il Lille ha subito qualche tiro in più, il volume di conclusioni disinnescate è comunque in aumento. 

Anche per quel che riguarda le selezioni francesi, finora Chevalier è rimasto il portiere dell’Under 21 – l’Équipe Espoirs, letteralmente la squadra delle speranze – e a un certo punto gli era stato preferito Guillaume Restes, portierino del Tolosa classe 2005. La porta della Nazionale maggiore gli era preclusa e la sua carriera tra i Bleus sembrava in stallo, stretto com’era tra la necessità di far spazio a Restes in U21 e l’intoccabilità di Mike Maignan tra i “grandi”. Oggi, però, Chevalier è già stato convocato quattro volte nella Équipe de France, con la prima chiamata arrivata nel novembre 2024. Date anche le prestazioni non brillanti di Maignan da un paio d’anni a questa parte, non è peregrino pensare che Deschamps possa convincersi a dare spazio al giovane calasiano

Ed è altrettanto lecito immaginare un futuro lontano da Lille. Sebbene Chevalier sia un giocatore proveniente da un vivaio con un fortissimo legame col territorio, il LOSC comincia a stargli stretto o lo farà presto. In ottica calciomercato, si parla di un deciso interesse dei club di Premier League per il giovane francese. Se Emiliano Martínez dovesse partire con un biglietto in direzione Manchester, sponda Red Devils, l’Aston Villa virerebbe decisa su di lui. Al di là dell’effettiva destinazione, un salto in una medio-alta della Premier League non dovrebbe spaventare Lucas Chevalier, ormai pronto a confrontarsi con il campionato più competitivo del mondo con un ruolo da protagonista. 

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