Fin dai test pre-stagionali in Qatar dello scorso febbraio, prima dell’avvio ufficiale della stagione, in Ferrari erano scattate varie sirene d’allarme sulla buona riuscita della nuova vettura, la SF-25. Da allora, la situazione è migliorata solo leggermente, tra un’imbarcata e l’altra, con una McLaren sempre più imprendibile. Tra le poche notizie positive di questo deludente 2025 c’era finora la stagione di Leclerc, che invece a Silverstone ha vissuto il weekend peggiore dell’anno e probabilmente uno dei più negativi al volante della Rossa. O forse addirittura il peggiore in assoluto, come ha lui stesso dichiarato.
Il monegasco si è classificato al quattordicesimo posto, penultimo tra i piloti che sono riusciti ad arrivare al traguardo alla fine di una gara caotica, segnata da forti scrosci di pioggia e numerose safety car, che ha visto le McLaren di Lando Norris e Oscar Piastri dominare. Business as usual, direbbero gli anglosassoni. Dietro ai due si è posizionato un sorprendente Nico Hülkenberg, al primo podio della sua carriera ormai lunga oltre dieci anni, con la Sauber. Al di là della posizione finale, la corsa di Leclerc si è fatta però notare per la presenza di svariati errori, sia di guida che di scelte strategiche, ai quali si è aggiunto anche un pizzico di sfortuna. Una situazione a cui il pilota negli ultimi tempi ci aveva decisamente disabituati.
Il difficile weekend di Charles Leclerc
Per il monegasco, i problemi sono iniziati già in qualifica. Grazie al nuovo fondo portato dalla Ferrari in Austria, la SF-24 aveva ridotto il gap da McLaren, destando ottime impressioni nei vari turni di free practice e soprattutto nelle prime due manche delle qualifiche. L’obiettivo minimo era insomma quello di un posto in prima fila, ma sia Leclerc che Lewis Hamilton hanno commesso errori decisivi nell’ultimo terzo di pista, proprio nel momento in cui contava maggiormente, scivolando in quinta e sesta posizione, con il britannico davanti a Leclerc. Quest’ultimo, in particolare, si è lasciato andare a un messaggio piuttosto colorito in radio con il suo team, autodenigrandosi non poco e accusando il peso dell’ennesima occasione persa in qualifica della sua stagione, a causa soprattutto di una vettura molto poco efficace sul giro secco.
🆑 FUCK. FUCK. FUCK. FUCK. So fucking shit I am. I am so fucking shit. That's all I am. pic.twitter.com/McnHbyKOAS
— 에클레어 (@sharr__leclerc) July 5, 2025
Messo all’angolo, Leclerc ha scelto una strategia parecchio audace, che ha segnato in maniera quasi definitiva il suo destino. Durante il giro di formazione, il pilota della Ferrari è rientrato ai box per montare un set di gomme da asciutto e ripartire dalla pit lane, facendosi sfilare da quasi tutto il resto del gruppo, partito con le intermedie da pioggia, vista la presenza di acqua in pista per un acquazzone nelle ore precedenti alla partenza (i piloti erano tutti obbligati a schierarsi in griglia con tale tipo di mescola, ma con la possibilità di cambiarla già a partire dall’installation lap).
Una scelta rischiosa, pensata con l’idea che la pista potesse asciugarsi più in fretta, e che con il senno di poi si è rivelata inefficace: proprio quando gli pneumatici slick stavano iniziando a dargli un vantaggio, dopo neanche nove giri, un nuovo rovescio molto forte ha vanificato tutto, costringendo il monegasco a rientrare ancora ai box. Successivamente, su un tracciato diventato molto scivoloso, Leclerc ha fatto fatica non solo a superare auto più lente di lui ma perfino a tenere in pista la propria SF-24, effettuando varie escursioni sull’erba o nelle vie di fuga. Per tutta la gara, inoltre, non è sembrato in grado di tenere il passo del suo compagno di squadra, che alla fine è arrivato al quarto posto.
Haters gonna hate
Tutto questo è bastato per scatenare sui social la reazione degli hater di Charles Leclerc, quelli che da anni lo considerano raccomandato e sopravvalutato, con una stampa italiana tradizionalmente benevola. Quelli che magari avrebbero preferito tenere Carlos Sainz anziché lui al fianco di Lewis Hamilton, senza neppure ragionare sulle opportunità economiche e tecniche dietro tale scelta. E senza nemmeno considerare quanto Leclerc sia negli anni diventato l’anima della Rossa, un ferrarista nato e cresciuto nella testa così come nel cuore, che si è dimostrato un autentico uomo squadra.
È ormai dal 2019 inoltre che il monegasco tiene a galla una nave che imbarca sempre più acqua. E a dirlo sono i numeri, freddi e oggettivi, non le opinioni. Le 26 pole position e le 8 vittorie ottenute in carriera sono state quasi sempre dovute più al suo merito che a quello della Ferrari ‒ si pensi per esempio ai due primi posti ottenuti a Monza, nel 2019 e nel 2024, o alle tante partenze al palo conquistate spingendo la propria monoposto oltre i limiti. E, in fin dei conti, Leclerc non ha mai avuto un’auto da titolo, perlomeno non per una stagione intera. Eppure questo non gli ha impedito di arrivare una volta secondo e una volta terzo in classifica generale, oltre che a essere uno dei pochi in grado di mettere in difficoltà Max Verstappen e la sua Red Bull.
Nei sette anni a Maranello, è sempre stato davanti in classifica ai propri compagni di squadra già dal suo esordio nel 2019, quando nel suo anno da sophomore in Formula 1 divise il garage con un quattro volte campione del mondo come Sebastian Vettel. Unica eccezione il 2021, nella quale finì alle spalle di Sainz, ma di pochissimi punti e penalizzato da una monoposto che favoriva lo stile di guida dello spagnolo, più incline a una guida nervosa e reattiva, oltre che da un numero maggiore di imprevisti meccanici. Tutto questo senza contare i risultati in qualifica, dove la differenza con i compagni di squadra è sempre stata ancora più accentuata.
La stagione di Leclerc e il cambio di passo
Negli ultimi due anni, inoltre, Charles Leclerc ha fatto un ulteriore passo in avanti, andando a rimediare ad alcune sue storiche debolezze. Nella gestione delle gomme, in particolare, è diventato tra i migliori in griglia, come ha dimostrato la vittoria a Monza dello scorso anno, quando ha gestito alla perfezione un solo pit stop contro avversari più aggressivi. Negli ultimi tempi, poi, ha iniziato a imporsi maggiormente nelle scelte strategiche, senza subire le scelte del muretto in modo passivo come in passato.
Nel 2025, al netto della gara di Silverstone, Leclerc si è poi affermato come il pilota più consistente di tutta la griglia. Ancora una volta, non si tratta di un dato soggettivo, ma di numeri. Come riportava alcune settimane fa AutoRacer.it, nella prima parte di stagione il monegasco è stato il pilota con il delta minore tra il giro ideale della SF-25 e la media reale dei tempi in gara. Un margine di appena 50 millesimi, contro i 56 di Max Verstappen e i 68 di Oscar Piastri, l’attuale leader della classifica iridata. In parole povere, questo vuol dire che Leclerc è stato il più bravo nell’estrarre il potenziale dalla propria monoposto e dagli pneumatici. Il problema è dunque che quel potenziale è attualmente molto basso, ma questo non ha impedito a Leclerc di arrivare per esempio secondo a Montecarlo, su una pista che conosce alla perfezione, e altre tre volte al terzo posto. L’ultimo podio è arrivato in occasione del recente gran premio di Austria, gestendo i freni della SF-25 già dal primo giro per evitare il surriscaldamento e non potendo così spingere come avrebbe voluto. È soprattutto merito suo, insomma, se la Ferrari è al momento seconda in classifica costruttori, nonostante la crescita evidente di Lewis Hamilton negli ultimi gran premi.
Un assetto troppo estremo
Leclerc quest’anno sta girando con un assetto estremo, nel suo caso particolarmente sbilanciato sull’anteriore, che gli permette di coprire alcuni difetti della SF-24, come osservato da Matteo Bobbi durante la diretta Sky. Questo gli consente di avere una monoposto più vicina alle proprie esigenze, ma lo rende più suscettibile agli errori, soprattutto su una pista umida come è stata quella di Silverstone. Secondo il team principal di Scuderia Ferrari Fraderic Vasseur, inoltre, questo assetto sarebbe il motivo principale per i risultati non altezza delle aspettative ottenuti finora quest’anno in qualifica da Leclerc.
D’altra parte, la pioggia è ormai un punto debole cronico della Ferrari, nonostante i tanti cambi di piloti e di tecnici avvenuti negli ultimi anni. L’ultima vittoria della Scuderia di Maranello sul bagnato risale infatti al 2012, con Fernando Alonso in Malesia. A Silverstone, persino un “mago” della pioggia come Hamilton ha faticato, non riuscendo ad attaccare la Sauber di Hülkenberg per la terza posizione, nonostante una vettura sulla carta nettamente superiore. Perfino il miglior pilota in griglia, Max Verstappen, è finito in testacoda sull’asfalto viscido, perdendo la possibilità di lottare per la vittoria.
Allora, forse, piuttosto che attaccare Leclerc per quella che a tutti gli effetti è stata la prima gara sbagliata della stagione, bisognerebbe tornare a invocare il tormentone creato qualche anno fa da Carlo Vanzini, la voce principale delle telecronache di Sky: “Date una macchina a questo ragazzo”. Il 2026, con l’inizio di un nuovo ciclo tecnico, potrebbe essere l’occasione giusta, dato che tutte le scuderie ripartiranno da zero e gli equilibri inevitabilmente si rimescoleranno.