Santa Clara, l’orgoglio delle isole Azzorre torna in Conference

Il Santa Clara ha raggiunto per la seconda volta nella sua storia la qualificazione per una coppa europea.

La 2024-25 è stata una stagione che sicuramente ricorderemo: il Palace ha alzato il suo primo trofeo, il Tottenham ha vinto un torneo continentale che mancava nella bacheca del club dal 1984, il Newcastle ha conquistato una coppa nazionale dopo 70 anni, il Bologna dopo 51, l’Union Saint-Gilloise si è laureato vincitore del titolo nazionale belga per la prima volta dal 1935 e il Go Ahead Eagles è tornato a gioire in patria addirittura a 92 anni di distanza dall’ultima volta. Possiamo dunque parlare di “anno dei miracoli”. A queste squadre però se ne aggiunge un’altra che, nonostante non abbia vinto nulla, ha saputo lasciare il segno. Stiamo parlando del Santa Clara, squadra delle Azzorre tornata a qualificarsi per i preliminari di una competizione europea e che punta a entrare per la prima volta nel tabellone principale.

Le meravigliose Azzorre

Nove isole distanti quasi 1400 chilometri dal Portogallo. Infinite distese di verde, torrenti d’acqua cristallina, campi di lava e crateri vulcanici. L’arcipelago delle Isole Azzorre, situato nell’Oceano Atlantico settentrionale, è un vero angolo di paradiso. In una terra che qualcuno ha associato alla mitica Atlantide, il clima mite si alterna alle piogge torrenziali creando terreno fertile per le piantagioni di tè. A Ponta Delgada – capoluogo dell’arcipelago, situato sull’isola di São Miguel – infatti si trova la Fábrica de Chá Porto Formoso, la più antica piantagione di tè del vecchio continente. Agricoltura, turismo, pesca, produzione del latte e allevamento del bestiame – principalmente mucche, che vedremo più avanti essere un simbolo locale – sono invece le attività economiche principali delle Azzorre. Questo territorio fiabesco però, da qualche anno è diventato famoso anche per il calcio. La cenerentola del calcio portoghese Santa Clara, infatti, arriva proprio dal capoluogo.

Dall’anonimato alla Primeira Liga

Quella del Santa Clara è una storia di unione sociale, come vedremo, ma anche sportiva. Il club nasce infatti in seguito alla fusione del Santa Clara Foot-Ball Club e il Clube Desportivo Santa Clara del 1921. Nell’arcipelago non ha rivali, la società di Ponta Delgada domina i campionati locali e diventa, dopo alcuni anni, la prima squadra delle Azzorre a viaggiare in Portogallo e in Europa per disputare delle amichevoli. All’alba degli anni ‘70, dopo lustri di supremazia, la società matura l’idea di puntare più in alto: è arrivato il momento di sbarcare definitivamente in Portogallo. Dieci anni dopo, quella che sembrava solo una pazza idea prende consistenza: nel 1979 arriva la prima apparizione nella terza serie portoghese, quella che segna l’inizio di un lungo viaggio costruito sulla base di un sogno e di un ideale. Una realtà periferica che sfida le gerarchie del calcio lusitano.

La fantasia apparentemente irrealizzabile inizia a prendere forma. Ma il campo, come spesso accade, chiede concretezza: arrivano così i classici anni di ambientamento, passaggio obbligatorio per una squadra così piccola e inesperta. Poi, nel 1986, la promozione in seconda divisione. Il Santa Clara ci rimane per un solo anno e scende nuovamente, ma il primo passo è stato fatto. La vera svolta arriverà a fine anni ‘90: prima nel 1997-98, con la nuova promozione in seconda divisione, poi nel 1999 con il terzo posto che vale la storica prima promozione nella massima serie portoghese. La squadra guidata dal tecnico Manuel Fernandes e dal capitano angolano Paulo Figueiredo ha scritto la storia. Ma il meglio deve ancora arrivare. L’impatto con il mondo dei grandi, nonostante un pareggio illustre contro lo Sporting Lisbona, non è dei migliori. Troppo diverso questo ambiente dagli altri in cui ha militato il Santa Clara. Ci sono società più ricche e più forti, oltre che abituate a un certo tipo di partite e alla pressione che deriva dai match di prima divisione. Il Santa Clara non riesce a salvarsi, ma appena un anno dopo torna nuovamente in Liga.

Nel 2002, complici alcune rinunce, arriva anche la prima comparsa in una competizione UEFA oggi non più esistente, la Coppa Intertoto. L’andata del primo turno giocata nelle Azzorre contro lo Shirak – formazione dell’Armenia – segna un nuovo capitolo nel grande libro del calcio europeo: mai una gara ufficiale di un torneo continentale si era disputata così lontano dal cuore dell’Europa. Superato agevolmente il primo ostacolo, arriva la pesante eliminazione contro i cechi del Teplice. È il preludio a una stagione complicata, perché nel 2003 il club torna in seconda divisione. E alla retrocessione fanno seguito anni difficili sia dal punto di vista sportivo che dirigenziale. Il Santa Clara attraversa un dissesto economico che ovviamente si riflette anche sul rettangolo di gioco. A risollevare la piazza ci pensa Rui Miguel Melo Cordeiro, che diventa presidente del club nel 2015.

Santa Clara e un sogno chiamato Conference League

Rui Miguel Melo Cordeiro, nuovo presidente, si comporta da vero tifoso: non bada a spese per raggiungere i risultati sportivi desiderati, ha un piano chiaro e infatti nel 2018 il club, con grande merito, torna nel massimo campionato lusitano. Negli anni successivi la squadra batte i suoi stessi record e migliora sempre di più, tanto che al termine dell’annata 2020-21 accade l’impensabile. La rincorsa è lunga e il crollo del Vitória Guimarães decisivo. All’ultima giornata, il Santa Clara si ritrova a un passo dall’Europa. Serve un incastro perfetto per trasformare il sogno in realtà. Il Vitória cade 3-1 in casa con il Benfica, il Santa Clara abbatte 4-0 il Farense e ottiene tre punti che valgono il sesto posto e l’accesso ai preliminari di Conference League. Decisivo l’apporto di Carlos Carvalho Junior, arrivato in prestito da un club di terza divisione e autore di 15 gol e 4 assist che, oltre a regalare un traguardo storico alla società, porteranno a una delle scene più surreali viste in una sala stampa calcistica. Come promesso, il presidente e l’allenatore Daniel Ramos, in seguito alla qualificazione, si presentano in conferenza stampa travestiti da mucche.

Sembra l’inizio di una nuova era, ma il destino ha altri piani, perché dopo un campionato da sogno le cose non vanno come sperato. In Conference League il cammino si ferma ai playoff contro il Partizan, mentre in campionato arriva un settimo posto a otto lunghezze dal Vitória sesto in classifica. Ma, soprattutto, è l’antipasto di un biennio sull’ottovolante: ultimo posto nel 2022-23, pronto ritorno in massima serie nel 2023-24. La continuità avuta per diverse stagioni si è persa e le ultime due sembrano preludere a un nuovo periodo di fatica e mancanza di stabilità, abbastanza tipico nelle piazze di provincia.

Ma un altro colpo di scena è alle porte: la piazza, già estasiata in seguito alla promozione, non si aspetta il campionato glorioso che sta per arrivare. Nell’annata 2024-25, da neopromosso, il club ritrova il giusto spirito e torna a lottare per l’Europa. Un’impresa non facile, che sul finire del campionato diventa titanica. A contendere un posto nei preliminari di Conference League c’è ancora il Vitória che, a due giornate dalla fine, si trova a un passo dalla qualificazione. Non dipende solo dai ragazzi di Cordeiro ma si sa, nel calcio nulla è scritto, servirebbe anche un pizzico di fortuna. Il club isolano deve affidarsi agli avversari del Vitória per compiere una nuova impresa. Gli dei del calcio ancora una volta sorridono alla squadra di Ponta Delgada. Al penultimo turno il Vitória cade con il Farense, il Santa Clara supera il Famalicão.

Il 17 maggio ci si gioca tutto in una giornata che è un’autentica replica dell’ultimo atto del 2021. Gli isolani sfidano il Farense, proprio come quattro stagioni prima. Il Vitória invece vola in casa dello Sporting che deve vincere per aggiudicarsi il titolo. Le due formazioni sono appaiate, con la squadra di Guimarães avanti nella differenza reti. Anche stavolta serve un incastro di risultati e, come quattro anni prima, il fato sorride alla squadra oggi allenata da Vasco Matos. Finisce 2-1 per i ragazzi dell’arcipelago, ma soprattutto lo Sporting si impone 2-0 sui diretti rivali: una combinazione che vale il quinto posto. La squadra delle Azzorre si è guadagnata nuovamente i preliminari di Conference. Il Santa Clara ha riscritto la propria storia.

Il Santa Clara fuori dal campo

Rappresentante di un piccolissimo territorio in Portogallo e in Europa, il club del presidente Cordeiro è più di una semplice squadra e i risultati sportivi, per quanto ragguardevoli, sono solo la punta dell’iceberg. La società infatti è fortemente attiva dal punto di vista sociale, come dimostrano le raccolte di cibo per le famiglie meno fortunate, le donazioni agli ospedali e la creazione di mense per i poveri. Lo dimostra soprattutto la campagna Golos Solidários: per ogni gol segnato, il Santa Clara dà 250 euro a realtà solidali, pubbliche e private. La Casa do Povo a Fajã de Baixo, l’Istituto per il Mantenimento dei Figli delle Azzorre, l’ONG MOVE o la Santa Casa da Misericórdia da Vila de São Sebastião sull’isola di Terceira, sono solo alcuni degli enti beneficiari.

Il club ha deciso anche di contribuire anche in caso di porta inviolata. Un gesto tutt’altro che scontato, che vale la pena raccontare. Il Santa Clara ha ottenuto risultati importanti sul campo, questo è innegabile, ma gli impegni extra calcistici probabilmente aiutano ancora meglio a comprendere la grandezza di questa squadra, cuore pulsante dell’arcipelago e di un romanticismo raro, quasi anacronistico nel calcio di oggi.

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