In una delle interviste concesse dopo la finale di Wimbledon 2025 vinta contro Carlos Alcaraz, a Jannik Sinner è stato chiesto come se la cavasse con il ballo, visto che di lì a qualche ora avrebbe dovuto danzare con la vincitrice del torneo femminile, la polacca Iga Świątek, nel corso della tradizionale serata di gala a chiusura dell’evento londinese. Il tennista azzurro, piuttosto divertito, ha ammesso di non saperci fare, ma che avrebbe trovato una soluzione “anche lì”.
Se non si conoscesse il fresco vincitore dello Slam britannico, in quelle due parole si potrebbe magari leggere un po’ di presunzione, in puro stile Mr. Wolf di Pulp Fiction. E invece si tratta di una piena consapevolezza dei propri mezzi, comunicata in quel frangente con molta spontaneità. Perché nel corso della sua ancora breve carriera, l’altoatesino ha dimostrato di saper sempre reagire e trovare il modo di spuntarla grazie al lavoro, anche nei momenti più complessi. Come fatto nella finale di Wimbledon, figlia della caduta all’atto conclusivo del Roland Garros di poche settimane fa, secondo le sue stesse parole:
Emotivamente è stato un percorso complicato dopo la sconfitta di Parigi. Ma alla fine non conta come vinci o come perdi, bisogna solo capire cosa hai sbagliato e prepararsi. Ed è ciò che abbiamo fatto. Abbiamo accettato la sconfitta e abbiamo continuato a lavorare, questo è il motivo per cui ho vinto questo trofeo.
La finale di Wimbledon 2025
Sarebbe infatti sbagliato dire che Sinner abbia vinto Wimbledon spinto solo dalla voglia di rivalsa, dalla volontà di superare una delusione cocente come quella di Parigi. Certo, il numero uno al mondo ha una mentalità vincente e una grande sicurezza, sta diventando anche banale scriverlo. Il lavoro delle ultime settimane è stato soprattutto tecnico e tattico. Sinner, insomma, ha battuto Alcaraz non tanto sul piano mentale, quanto su quello del gioco, disputando una delle migliori partite della sua carriera.
Dopo aver sofferto a Parigi il dritto dello spagnolo, è riuscito per esempio a impedirgli di farlo esplodere, se non in rare occasioni, costringendolo a giocare soprattutto con il rovescio o a girare intorno alla palla per impattare da destra. Ai colpi potenti di dritto e al suo ormai distintivo rovescio in lungolinea ‒ che a differenza della terra rossa di Parigi ha funzionato alla perfezione ‒ ha poi unito un’insolita tendenza alla verticalizzazione, scendendo a rete in ben 40 occasioni, di cui 30 concluse con un punto vinto. Rispetto alla finale del Roland Garros, inoltre, nel complesso della partita ha funzionato molto bene anche il servizio, sia con la prima che con la seconda.
Con la perfetta riuscita del suo piano tattico, il campione di San Candido ha così inchiodato Alcaraz sulla linea di fondo campo per quasi tutta la partita, limitandolo e impedendogli di mettere in campo quelle giocate di grande classe che sembrano servirgli come valvola di sfogo quando le partite scorrono in maniera troppo lineare, nel bene e nel male.
L’altoatesino ha avuto solo un breve blackout nella fase decisiva del primo set, in cui ha perso quattro giochi di fila, probabilmente a causa di un po’ di tensione ‒ anche lui è umano, dopotutto, nonostante spesso ce lo faccia dimenticare. Con la prima di servizio che non entrava e alcuni errori di dritto dovuti a un cattivo posizionamento rispetto alla palla, Sinner ha visto Alcaraz guadagnare campo. È stato solo allora che lo spagnolo ha potuto esprimere al meglio il proprio tennis, fatto di colpi impossibili e soluzioni rischiose che forse solo lui riesce a tenere in campo.
Già dal primo game del secondo set, tuttavia, Sinner ha subito ritrovato il proprio gioco, dimostrandosi sempre superiore all’avversario o perlomeno al suo stesso livello. Come ha scritto Matthew Futterman su The Athletic, l’azzurro “si è trasformato da uno che stava giocando a uno che stava combattendo”.
Dopo la vittoria del terzo set da parte di Sinner, sul punteggio di 2 a 1 a favore, la partita non è più sembrata essere in discussione, nonostante i precedenti fra i due potessero suggerire altro. Nemmeno un contro-break a favore dello spagnolo sul 4-3 nel quarto parziale è sembrato particolarmente minaccioso ‒ e infatti Sinner l’ha subito annullato con grande sicurezza.
Alla fine ne è venuta fuori una partita non bella come quella di Parigi dello scorso mese, più nervosa e a senso unico, ma di sicuro altrettanto emozionante, con un Sinner che ha letteralmente danzato sull’erba per tre ore, trascinando il tifo del pubblico dalla sua parte con colpi “illegali”, come li ha definiti in modo informale Paolo Bertolucci nel suo commento tecnico su Sky. Stesso concetto, pur con parole diverse, espresso anche da Alcaraz subito dopo la fine del match:
Ho lasciato il campo con la testa davvero, davvero alta, perché oggi ho fatto tutto quello che potevo. Ho solo trovato un avversario che ha giocato una partita straordinaria.
Gli highlights della finale di Wimbledon 2025, con lo storico trionfo di Sinner
Il cammino di Sinner verso il successo a Wimbledon 2025
Eppure Sinner sembrava essere arrivato a Wimbledon con più dubbi che certezze. Dopo la finale persa al Roland Garros ‒ nella quale ha sprecato tre match point consecutivi ‒ Sinner era stato infatti eliminato a sorpresa al secondo turno di Halle dal kazako Aleksandr Bublik. Poco prima dello Slam londinese è inoltre trapelata la notizia del licenziamento del preparatore atletico Marco Panichi e del fisioterapista Ulises Badio, che erano stati ingaggiati solo da pochi mesi. La causa è forse da ritrovare in un’intervista rilasciata alcune settimane fa dal primo dei due al Corriere della Sera, con dichiarazioni che entravano troppo nel personale del numero uno della classifica ATP.
La situazione all’interno del clan Sinner sembrava insomma tutt’altro che serena. Una volta iniziato il torneo, però, Jannik è riuscito a concentrarsi solo sul proprio rendimento, spazzando via gli avversari dei primi turni. Oltretutto con pochissimi game lasciati per strada, superando il record stabilito nel 2004 da un certo Roger Federer. L’unico (grosso) intoppo è arrivato al quarto turno, dove il tennista altoatesino si è trovato sotto di due set contro il bulgaro Grigor Dimitrov, prima dell’infortunio a un pettorale che ha costretto quest’ultimo al ritiro.
La partita di Sinner era stata fortemente condizionata da una scivolata nel corso del primo game, che gli aveva causato un fastidio al gomito destro. Secondo Cahill, i colpi di dritto avevano perso 10 km/h di velocità, ma forse è stata più la paura dell’infortunio a condizionarlo, piuttosto che l’infortunio in sé (già in passato, infatti, Sinner aveva dimostrato una sorta di “ipocondria” in situazioni simili).
La risonanza magnetica effettuata il giorno dopo ha in ogni caso escluso problemi gravi, così Sinner è tornato regolarmente in campo per i quarti contro l’americano Ben Shelton, con una evidente fasciatura al braccio destro. Superato lo spavento e lo spettro di una prematura uscita di scena, l’azzurro ha vinto in tre set, stesso punteggio con il quale ha poi sconfitto in semifinale anche il serbo Novak Djokovic, che sull’erba di Wimbledon aveva trionfato sette volte ed era reduce da quattro finali di fila.
I record di Sinner
Con la vittoria di Wimbledon, Jannik Sinner è diventato così il primo italiano a sollevare il trofeo dell’All England Lawn Tennis and Croquet Club. Il match che ha sancito la vittoria in terra inglese è stata inoltre la centesima partita giocata in un torneo dello Slam e solo Rafael Nadal nel nuovo secolo ha vinto più partite di lui nello stesso arco di incontri (86 contro 81, mentre seguono Federer con 80 vittorie e Djokovic con 79). A 23 anni e 318 giorni, Sinner è diventato inoltre il secondo tennista più giovane di sempre a giocare almeno una volta la finale di tutti e quattro i tornei dello Slam, alle spalle dell’americano Jim Courier.
Soprattutto, però, con la vittoria a Londra ha leggermente allungato nella classifica ATP su Carlos Alcaraz, che si è confermato al secondo posto nonostante la sconfitta. L’altoatesino ha così la certezza matematica di arrivare come prima testa di serie al prossimo Slam, gli U.S. Open, che si giocheranno a partire da domenica 24 agosto e del quale lo stesso Sinner è il campione uscente.
Complice anche la strepitosa chiusura della stagione 2024 ‒ con le vittorie a Cincinnati, New York, Shanghai e alle ATP Finals di Torino, senza dimenticare la piazza d’onore a Pechino ‒ l’azzurro dovrà però difendere molti più punti rispetto allo spagnolo sul cemento, ragion per cui un avvicendamento al vertice della classifica prima della fine dell’anno non è da escludere. Ma poco importa: il divario tra i primi due e il resto del circuito ora è più marcato che mai. E soprattutto Sinner ha smentito tutti quelli che consideravano il rivale superiore a lui sul piano del gioco e in grado di metterlo in profonda soggezione. Quella che aveva assunto i contorni di una maledizione ‒ con cinque sconfitte per il nostro portacolori negli ultimi cinque match giocati contro lo spagnolo prima della finale di Wimbledon ‒ è finalmente caduta.
Un ultimo appunto, per dovere di cronaca. Alla fine il numero uno al mondo non ha sfigurato nemmeno nel ballo di gala di Wimbledon 2025: a quanto pare è riuscito effettivamente a trovare una soluzione “anche lì”.