11 giocatori da seguire in Premier League

Kayode, Koleosho e Kostoulas sono alcuni dei tanti nomi da tenere d'occhio nella nuova Premier League 2025-26.

Come ormai da prassi, la Premier League è un campionato che produce giocatori molto forti a tutti i livelli. Negli scorsi anni abbiamo visto tantissimi talenti affermarsi e tentare il salto verso le big: basti pensare a Matheus Cunha e Bryan Mbeumo, appena passati al Manchester United per 150 milioni complessivi, o a Kudus, fresco di trasferimento al Tottenham per 60.

Rispetto al passato, però, negli ultimi anni i club di fascia media hanno anche cominciato a prendere di mira regolarmente i piazzamenti europei della classifica a discapito delle grandi storiche, tanto che nelle prossime coppe europee rivedremo l’Aston Villa ma anche due novità come Nottingham Forest e Crystal Palace, con quest’ultimo che ha replicato la vittoria in FA Cup dello scorso maggio vincendo anche il Community Shield.

Se quindi la lotta al titolo può diventare monotona, basta scendere qualche gradino della classifica per trovare squadre interessanti, giocatori emergenti e idee di gioco ambiziose anche in club nominalmente secondari. Proprio per questo motivo abbiamo scelto undici giocatori, uno per ruolo e per squadra, che potrebbero regalare grandi soddisfazioni nella prossima stagione, qui disposti con un 4-2-3-1.

Portiere: Djordje Petrović (Bournemouth)

Ve lo potreste essere perso ma Djordje Petrović è uno dei mille giocatori che il Chelsea ha comprato e venduto negli ultimi quattro anni. Il serbo era arrivato a Londra dai New England Revolution, ha fatto qualche mese da titolare, è stato spedito al club satellite dello Strasburgo in prestito e ora ha fruttato una trentina di milioni ai Blues trasferendosi al Bournemouth.

Petrović è il portiere moderno per definizione: calcia benissimo sia sul corto che sul lungo, gestisce tranquillamente il pallone anche sotto pressione, si alza molto volentieri quando deve accorciare il campo e anticipare gli attaccanti alle spalle della linea e ha una buona autorità quando deve uscire alto. A Strasburgo, il serbo ha fatto anche vedere di essere uno shot-stopper molto migliore di quello conosciuto al Chelsea, chiudendo la scorsa Ligue 1 al terzo posto per gol evitati (9,9 rispetto ai post-shot expected goals) e al secondo per percentuale di tiri parati (78%), due dati di primissimo piano.

Al Bournemouth il serbo arriva con la possibilità di fare un notevole upgrade rispetto a Kepa – tornato al Chelsea e poi ceduto all’Arsenal – e la sua aggressività si sposa bene con il sistema ultra-intenso e verticale di Andoni Iraola. Inoltre, avrà il vantaggio di essersi già confrontato con la Premier League: un quadro complessivo molto promettente, insomma.

Terzino destro: Michael Kayode (Brentford)

Probabilmente di Michael Kayode non sentivate parlare da un po’. A gennaio la Fiorentina lo ha prestato al Brentford e, nonostante abbia giocato pochissimo, le Bees lo hanno riscattato in estate per 17 milioni, verosimilmente con la prospettiva di dargli più spazio. Le qualità atletiche e fisiche di Kayode sono abbastanza note: pur non avendo una grande accelerazione, ha un ottimo passo sul lungo e una struttura fisica che lo rende difficile da fermare quando prende velocità. Il club londinese potrebbe quindi offrirgli un sistema più adatto alle sue caratteristiche, cercando spesso di innescare i propri terzini già in corsa piuttosto che da fermi.

Inoltre, l’ex viola non avrà più davanti a sé un accentratore di gioco come Mbeumo, ceduto al Manchester United, ma un trequartista più associativo e meno autosufficiente come Fabio Carvalho, per cui anche la propensione ad avanzare in possesso e occupare l’ampiezza dell’italiano verrà esaltata maggiormente. Certo, in panchina non troverà più Thomas Frank, andato al Tottenham, ma il suo ex coach dei calci piazzati, Keith Andrews. Pur non essendo un mago della valorizzazione tecnica come il precedente allenatore, Andrews sembra già puntare molto su di lui, almeno a giudicare dal fatto che lo ha usato da titolare in tutte le amichevoli.

Centrale destro: Maxence Lacroix (Crystal Palace)

Maxence Lacroix è arrivato al Crystal Palace un’estate fa con l’ingrato compito di sostituire un pilastro della difesa come l’ex Samp Joachim Andersen. A distanza di un anno si può dire che ha perfino superato il livello del danese. Lacroix è un centrale estremamente completo: ha un fisico molto strutturato e massiccio, è abbastanza veloce e si adatta bene sia con compiti di marcatura che di copertura. Nel sistema di Oliver Glasner il francese gioca al centro di una retroguardia a tre con necessità sempre molto varie: in generale, il Palace cerca di pressare alto e mantenere una linea coerentemente alta, ma non capita raramente che finisca a presidiare la zona più vicina all’area di rigore.

Per questo motivo la capacità di Lacroix di alternare una difesa aggressiva sull’uomo e una più cerebrale e di copertura è diventata presto fondamentale – ha impiegato un mese circa ad ambientarsi perché è arrivato a fine mercato senza fare la preparazione estiva – e gli ha permesso di costruirsi una discreta epica circa la capacità di compiere interventi miracolosi, come quello di tacco che ha fermato una transizione 4-contro-1 nel Community Shield vinto contro il Liverpool.

Il centrale delle Eagles è un giocatore già abbastanza affermato, ma la sua qualità difensiva merita attenzione perché non è facile trovare centrali così versatili ed eleganti e il suo status potrebbe crescere ulteriormente se, come sembra, il Palace dovesse cedere Guéhi nelle prossime settimane.

Centrale sinistro: Jair Cunha (Nottingham Forest)

Un anno fa Jair Cunha era ancora in Serie B brasiliana con il Santos. Poi da febbraio ha avuto un’ascesa impressionante: è arrivato al Botafogo, giocando quasi subito da titolare, ha disputato un Mondiale per Club estremamente convincente ma prima ancora che potesse convincere qualche club europeo era già stato acquistato dal Nottingham Forest per 12 milioni.

Jair è un difensore ancora da formare pienamente: è alto quasi due metri ma è asciutto fisicamente e questo gli garantisce un vantaggio soprattutto in termini di velocità. Il suo allenatore al Santos lo ha paragonato al primo Lúcio e qualche affinità con l’ex interista si può trovare: è molto sicuro con il pallone – è praticamente ambidestro – e ha una buona propensione a rompere la linea e uscire forte sugli avversari ma al momento deve ancora smussare qualche irruenza di troppo negli interventi.

Nel Forest, il brasiliano troverà sicuramente uno spazio ideale per lui, con l’allenatore Nuno Espírito Santo e il compagno di reparto Murillo che dovrebbero aiutarlo a gestire la barriera linguistica. Con l’ex tecnico del Tottenham, inoltre, il giovane centrale può raffinarsi al meglio in un sistema difensivo molto solido e che ha valorizzato diversi altri elementi della retroguardia. Anche in amichevole, Jair ha già giocato molto sia come centrale che come terzino bloccato a sinistra ed è verosimile che nel corso della stagione troverà spazio sia in Premier League che in Europa League, magari anche con la prospettiva di costruirsi una credibilità per il probabile momento in cui i suoi compagni di reparto cercheranno di lanciarsi in una big.

Terzino sinistro: El Hadji Malick Diouf (West Ham)

Il West Ham viene da una stagione infernale, iniziata male con Lopetegui e finita in disastro con Graham Potter ma, al netto delle tante cessioni fatte in estate, non ha investito molto sul mercato. Il nome di El Hadji Malick Diouf potrebbe suonare alieno a chi non gioca assiduamente a Football Manager o consuma partite di Europa League e anche per questo può sembrare assurdo che un club con risorse limitate – per gli standard della Premier League, ovviamente – abbia speso così tanto per lui. Eppure, le sue qualità sembrano abbastanza evidenti.

Diouf è un esterno con un’impostazione molto moderna: ha una bella presenza atletica e sa leggere molto bene gli spazi da attaccare. Il suo allenatore allo Slavia, Trpišovský, nel commentare il suo passaggio al West Ham ha confessato di non riuscire a inquadrare il suo potenziale, segno di prospettive che sembrano senza limiti. E in effetti il senegalese ha una base tecnica molto peculiare: non ha un primo controllo elegantissimo ma calcia molto bene e ha grande fiducia nei propri mezzi.

Partendo largo a sinistra, Diouf si diverte molto a entrare dentro il campo in conduzione e usa piuttosto bene il suo piede debole, il destro, anche nei dribbling e nei cross. Nella scorsa stagione ha segnato 7 gol nel campionato ceco e, vedendo la sicurezza con cui gestisce il pallone, è facile capire come ci sia riuscito. Ripetere questi numeri in Premier League non sarà facile ma nei suoi anni d’oro a Brighton, Graham Potter ha mostrato di saper valorizzare alla grande gli esterni in grado di fare tante cose, come ad esempio March e Cucurella, e Diouf in questo dovrebbe essere un fit ideale per lui. Il campo ci dirà se il suo impiego sarà sufficiente a permettere agli Hammers di fare una stagione migliore.

Un video che racchiude le caratteristiche del nuovo arrivo del West Ham

Mediano destro: Anton Stach (Leeds United)

Il Leeds è tornato in Premier League con poche credenziali per la salvezza. La squadra di Daniel Farke ha dominato la Championship con 100 punti e 95 gol segnati ma non sembra avere la qualità sufficiente per gestire il salto di categoria. Anche per questo la dirigenza del club è intervenuta molto sul mercato e tra i tanti acquisti il più interessante è senza dubbio quello di Anton Stach dall’Hoffenheim.

Nonostante abbia iniziato la scorsa stagione come difensore centrale, Stach è un mediano che dà il suo meglio quando ha tanto campo da calpestare sia con che senza palla. Il tedesco ha infatti un motore di primissimo livello ma anche delle letture abbastanza raffinate: con l’Hoffenheim è stato tra i migliori centrocampisti in Europa per palloni intercettati e respinti, spazzate e duelli aerei vinti. Ma anche dove le statistiche non brillano si vede una qualità nel gestire i contrasti, pulire il pallone e seguire bene il gioco in entrambe le fasi tutt’altro che banale.

Stach è infatti un calciatore molto completo: il suo meglio si nota in fase di non possesso ma è anche molto bravo ad accompagnare l’azione offensiva, ha una tecnica di calcio solida e ogni tanto trova anche delle intuizioni molto interessanti, non ultimo il bellissimo tiro da fuori con cui ha battuto Terracciano nell’amichevole disputata contro il Milan a Elland Road. Il suo inserimento nel Leeds è fondamentale per rendere più equilibrata una squadra altrimenti troppo permeabile per i canoni della Premier League, per questo da lui passeranno molte delle speranze di salvezza degli Whites.

Mediano sinistro: Enzo Le Fée (Sunderland)

Il semestre di Enzo Le Fée a Roma è stato un totale disastro, alimentato dai due cambi di allenatore e da un infortunio abbastanza grave. Per questo motivo, a gennaio il francese ha accettato di scendere di categoria e passare al Sunderland in prestito, convinto da Régis Le Bris, l’allenatore che lo aveva lanciato nel Lorient. A giugno, dopo la promozione in Premier League, è scattato l’obbligo di riscatto e ora il francese è un calciatore dei Black Cats a titolo definitivo.

Nel 4-2-2-2 di Le Bris, l’ex Roma ha avuto un ruolo molto fluido, nominalmente da esterno alto a sinistra ma comunque con estrema libertà di entrare dentro il campo e muoversi tranquillamente dalla propria trequarti a quella avversaria. Una sorta di ibrido tra una mezzala di possesso e un numero 10 classico, insomma: uno con grandi intuizioni, dribbling raffinati e molta mobilità ma che non sempre si riesce ad apprezzare a primo impatto.

Per la sua stessa impostazione, i numeri offensivi di Le Fée non sono eccezionali – un gol e tre assist in 18 partite – ma dai suoi piedi sono comunque arrivati due assist decisivi nella semifinale dei play-off contro il Coventry e tante giocate utili per aumentare la qualità dei palloni destinati alla zona di rifinitura. Chiaramente il salto in Premier League potrebbe inibirne un po’ il gioco, soprattutto a livello fisico, ma la sua capacità di canalizzare le azioni offensive e indirizzare il flusso del gioco rimane qualcosa che vale la pena guardare con molta attenzione.

Trequartista centrale: Emile Smith Rowe (Fulham)

Quello di Emile Smith Rowe è un nome che in Premier League è già abbastanza noto: l’inglese ha già giocato a lungo all’Arsenal e nella scorsa stagione è andato al Fulham per una trentina di milioni, peraltro giocando spesso titolare. Però il suo talento, alle soglie dei 25 anni, sembra potersi raffinare ancora. Quello di Smith Rowe è un gioco minimale: molto solido, con pochi errori ma anche con pochi rischi, uno stile che si appoggia più sull’idea di una mezzala di possesso che non di un rifinitore. La sua qualità migliore risiede infatti nei dribbling difensivi, senza show con controlli complessi o intuizioni visionarie ma nei quali non perde quasi mai il pallone.

Anche per questo, nonostante il suo ruolo da trequartista nominale, Smith Rowe è molto più abile nella costruzione dei tiri che non nella rifinitura. Nella stagione 2021-22 ha segnato 10 gol in campionato, nella scorsa ne ha totalizzati 6 ma non ha mai trovato quantità importanti di assist – il suo record in una stagione è 4 – né di expected assists o passaggi chiave. In area, più che mandarci un compagno, preferisce arrivarci personalmente e in questo senso è molto appagante vedere il modo in cui trova soluzioni al tiro. Questa potrebbe essere finalmente la stagione in cui Smith Rowe si consoliderà definitivamente in Premier League e, al netto dei problemi fisici che ha avuto negli ultimi anni, le qualità tecniche sembrano effettivamente quelle giuste per farlo.

Le qualità nello stretto e in conduzione di Smith Rowe nella sua stagione al Craven Cottage

Esterno destro: Luca Koleosho (Burnley)

Veniamo da un Europeo Under 21 in cui Luca Koleosho è stato probabilmente il giocatore più interessante dell’Italia di Nunziata. Un aspetto particolare, alla luce del fatto che l’italo-americano ha giocato poco con il Burnley e in generale non sembra particolarmente apprezzato da Scott Parker.

Koleosho è un giocatore molto più particolare di quanto sembra: è un esterno molto rapido ma che sa anche manipolare bene le sue accelerazioni. Nella sua ultima stagione in Premier League, con Vincent Kompany, aveva mostrato delle qualità nell’uno contro uno molto raffinate e mature, producendo poco in termini concreti – un gol e un assist – ma dando l’impressione di poter reggere tranquillamente il livello della categoria.

Ora Koleosho ritorna in Premier League con un ruolo meno centrale ma anche con una maturità diversa e uno status sicuramente più cementato dalle prestazioni con l’Under 21. In nazionale si è rivisto il dribblatore conosciuto negli scorsi anni ma con un modo di giocare più efficace nelle zone centrali, senza disdegnare qualche soluzione tecnica che non sembrava pienamente nelle sue corde, tra cui proprio il gol segnato nei quarti di finale contro la Germania. Insomma, al netto delle incertezze che potrebbe avere sul suo impiego Parker, questa dovrebbe essere la stagione in cui sarà possibile apprezzare al meglio il talento di Koleosho, con la speranza che riesca finalmente a fare un passo in avanti nella sua giovane carriera.

Esterno sinistro: Jack Grealish (Everton)

Se un giocatore che quattro anni fa è costato 120 milioni è finito in questa lista, significa che qualcosa è andato molto storto. Però c’è sempre un motivo per guardare Jack Grealish, a maggior ragione se può farlo in una squadra di livello più basso e meglio disposta a farlo giocare come e quanto vuole.

Il quadriennio con Guardiola ha cambiato radicalmente i paradigmi di gioco di Grealish, rendendolo un calciatore più rigido, costretto a occupare l’ampiezza a sinistra e a limitarsi a qualche dribbling per creare superiorità dopo possessi insistiti. Prima di questo periodo, però, l’inglese era molto più svincolato dalla sua posizione di quanto mostrato al City. Anche per questo, inserirsi in un sistema meno rigido in fase di possesso come quello di Moyes potrebbe aiutarci a rivedere il Grealish che anni fa vagava per il campo, tenendo palla e dribblando liberamente, magari anche ritrovando qualche giocata più originale che ci mostri nuovamente come il suo sia un talento speciale, diversamente dal giocatore che abbiamo visto nei quattro anni a Manchester.

Negli scorsi anni Moyes ha saputo lavorare molto bene con talenti così atipici nei movimenti: non è un caso che con lui abbiamo visto le migliori versioni di Lanzini, Paquetà e Kudus, ossia giocatori che sguazzano negli spazi e vivono di intuizioni, esaltati proprio da contesti che danno loro libertà estreme. Anche per questo vale la pena tornare a dedicare un’attenzione specifica su di lui, che dovrà affrontare questa stagione con il bisogno di ritrovare il meglio di sé, magari anche ottenendo una convocazione per il prossimo mondiale.

Il talento di Grealish prima di approdare al City. L’Everton sarà l’occasione di tornare a splendere?

Punta: Charalampos Kostoulas (Brighton)

Ormai è un dato di fatto: se c’è un giovanissimo che dà l’impressione di essere molto forte ci sono buone probabilità che finisca al Brighton. Charalampos Kostoulas è un’altra ottima dimostrazione di questo teorema, visto che ha 18 anni, una sola stagione in prima squadra con l’Olympiacos ed è già costato circa 40 milioni.

Kostoulas è un centravanti già abbastanza completo: ha un fisico molto strutturato per la sua età, un ottimo istinto nel gioco in verticale ed è fenomenale quando deve costruirsi il tiro negli ultimi sedici metri. In alcuni aspetti, il greco può ricordare una versione molto embrionale di Gyökeres: come lo svedese sa finalizzare benissimo soprattutto di potenza e ha un set di movimenti peculiare, che lo portano anche ad allargarsi a inizio azione per poi convergere centralmente con corse potenti verso l’area di rigore.

Rispetto al collega dell’Arsenal, però, Kostoulas sembra, forse anche per l’età, un giocatore più duttile: ha un notevole primo controllo, è molto associativo e fa già un discreto uso dei dribbling difensivi, dove è sicuramente aiutato dal fisico ma anche da una significativa capacità nel leggere in anticipo le traiettorie del pallone, trovando anche tocchi non convenzionali. Vista l’età e la concorrenza di un venerabile maestro come Danny Welbeck è difficile aspettarsi sin da subito un impiego con continuità nel Brighton, ma se non sarà questo l’anno della sua consacrazione è molto probabile che lo sarà il prossimo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *