Come l’Italia ha dominato i Mondiali di pallavolo maschile

I Mondiali di pallavolo maschile hanno portato il secondo oro consecutivo per i ragazzi di De Giorgi.

Oltre ogni aspettativa, oltre ogni sogno. La pallavolo parla italiano: dopo lo splendido titolo femminile arrivato appena tre settimane fa, l’Italia fa il bis con l’oro ai Mondiali di pallavolo maschile. Una squadra meravigliosa, composta da pilastri della nazionale e da giovani spavaldi: questa è la vittoria di un gruppo.

Un oro nato dalle difficoltà

Nessuno avrebbe scommesso su di loro, non quest’anno. L’Italia era la formazione detentrice del titolo, è vero, ma l’avvicinamento ai Mondiali nelle Filippine era stato a dir poco complicato. Un mese fa Daniele Lavia ha subito la frattura di due dita della mano durante gli allenamenti e ha dovuto rinunciare alla partenza. Poco dopo Yuri Romanò e Giovanni Gargiulo hanno avuto rispettivamente un risentimento muscolare alla coscia e un trauma distorsivo alla caviglia che hanno destato preoccupazione e che hanno portato il ct Ferdinando De Giorgi a valutare le loro condizioni fino all’ultimo prima di ufficializzare le convocazioni. Il centrale Roberto Russo è rientrato in gruppo solo quest’estate dopo l’operazione all’ernia affrontata a febbraio, così come il compagno di reparto Simone Anzani è tornato a vestire la maglia azzurra dopo due stop per problemi cardiaci, il primo nel 2023, il secondo appena prima dei Giochi di Parigi l’anno scorso.

Una squadra da verificare e una condizione da valutare, pur ricordando che, da quel 2021 in cui De Giorgi è diventato tecnico della nazionale, l’Italia è sempre rientrata nella top 4 di tutte le manifestazioni in cui ha giocato, con la sola eccezione del quinto posto alla VNL 2024. Ha vinto gli Europei 2021 e i Mondiali 2022, è stata d’argento agli Europei 2023. Inoltre ha chiuso al quarto posto i Giochi Olimpici di Parigi 2024 e in Nations League si è piazzata quarta nel 2022 e nel 2023, quinta nel 2024, seconda nel 2025. L’Italia non hanno mai deluso nei momenti decisivi. A questa rassegna l’Italia si è presentata con i soliti Simone Giannelli e Riccardo Sbertoli al palleggio, al centro Roberto Russo, Gianluca Galassi, Simone Anzani e Giovanni Gargiulo, che aveva fatto molto bene in Superlega con Civitanova e durante la VNL. Confermato Yuri Romanò come opposto titolare, ma accanto a lui da quest’anno c’è Kamil Rychlicki, nato in Lussemburgo e naturalizzato dopo le numerose stagioni giocate in Italia, le ultime delle quali a Trento. Libero Fabio Balaso, con Domenico Pace secondo, mentre tra gli schiacciatori accanto ad Alessandro Michieletto, De Giorgi ha scelto di far partire titolare il venticinquenne Mattia Bottolo e di portare nelle Filippine come alternative il classe 2002 Francesco Sani e il 2004 Luca Porro.

Il torneo è cominciato con il match contro l’Algeria, vinto 3-0 (25-13, 25-22, 25-17) senza impressionare, ma conquistando i tre punti. La seconda partita del girone contro il Belgio ha lanciato, invece, segnali allarmanti: gli azzurri hanno perso i primi due set, poi De Giorgi ha provato a rimescolare le carte inserendo Sbertoli e Rychlicki al posto di Giannelli e Romanò e la sostituzione ha permesso di ridurre le distanze, ma nel quinto i belgi hanno messo la parola fine sull’incontro che si è concluso 3-2. Una sconfitta inattesa per l’Italia, ma meritata sul campo dopo una prestazione sbiadita con un muro non efficace. Un match in cui l’opposto Ferre Reggers e lo schiacciatore Sam Deroo sono stati impeccabili, senza che i nostri trovassero contromisure dall’altro lato della rete. L’ultima partita del girone, contro l’Ucraina, è stata un dentro o fuori, in cui entrambe le formazioni hanno giocato in maniera equilibrata. L’Italia è riuscita a essere cinica nelle fasi cruciali e a superare 3-0 l’avversario (25-21, 25-22, 25-18), qualificandosi agli ottavi come seconda del girone F.

Le sorprese dei Mondiali di pallavolo maschile

Un traguardo da non sottovalutare perché, mai come quest’anno, i gironi hanno visto eliminazioni eccellenti: fuori la Francia, oro olimpico a Tokyo 2020 e a Parigi 2024, il Giappone che l’anno scorso arrivò secondo alla VNL e per un pelo non ha eliminato gli azzurri dai Giochi Olimpici di Parigi e il Brasile, che non scendeva dal podio iridato da ben ventitré anni.

Agli ottavi Giannelli e compagni hanno affrontato l’Argentina guidata da Marcelo Méndez, che l’anno prossimo allenerà Trento. L’albiceleste era stata in grado di dominare il girone C vincendo i match contro Finlandia, Corea del Sud e Francia grazie a uno dei palleggiatori migliori dell’ultimo decennio, Luciano De Cecco, e agli attacchi dello schiacciatore Luciano Vicentín e dell’opposto Pablo Kukartsev. L’Italia ha cambiato volto e ha saputo ritrovare il suo gioco e i suoi attaccanti: Michieletto, Romanò e Bottolo sono riusciti a essere incisivi e a mettere a terra palloni importanti, permettendo di chiudere l’incontro con un rotondo 3-0 (25-23, 25-20, 25-22). Ai quarti di nuovo l’ostacolo Belgio che, guidato dal tecnico italiano Emanuele Zanini, aveva vinto il girone F davanti all’Italia. Stavolta, però, la squadra di De Giorgi ha giocato un’altra partita mettendo estrema attenzione in copertura e a muro e sfoderando una battuta più efficace che ha messo in difficoltà la ricezione avversaria. 3-0 il risultato finale con parziali netti: 25-13, 25-18, 25-18. L’Italia ha vinto e ha convinto con un ritrovato Russo al centro, miglior realizzatore, e il solito Giannelli in forma smagliante.

Contro la Polonia è sempre una partita speciale

La semifinale contro la Polonia, squadra numero uno del ranking mondiale, sembrava già scritta: quel 3-0 che la formazione polacca aveva rifilato agli azzurri in finale di VNL ad agosto faceva ancora malissimo e aveva mostrato un gap forse eccessivo, ma consistente. Era stata annunciata come la finale anticipata perché metteva di fronte le due formazioni più attese e più titolate degli ultimi anni, mentre l’altra semifinale vedeva la sfida tra le giovani Bulgaria e Repubblica Ceca. Italia-Polonia non è mai una sfida come le altre: è stata la finale del 2022 vinta 3-1 dall’Italia davanti al pubblico di Katowice, ma anche la finale dell’Europeo 2023 conquistata 3-0 dalla Polonia a Roma.

I ragazzi di De Giorgi, nonostante i pronostici, sono entrati in campo con gli occhi giusti, con la voglia di lottare su ogni pallone e lanciandosi in difese e coperture che hanno minato le certezze avversarie. Si sono ritrovati spesso a rincorrere nel punteggio, ma nei momenti cruciali hanno più volte accorciato le distanze come nel primo set, quando erano sotto 8-12, ma hanno rimontato e condotto il gioco fino al 25-21 finale. Stessa storia nella seconda frazione di gioco: Polonia avanti 8-10, poi Giannelli e compagni si sono rifatti sotto (14-13) e sono rimasti incollati punto a punto. Un break che ha cambiato definitivamente l’inerzia della partita. L’arma in più per l’Italia è stato Francesco Sani, schiacciatore di Verona, che dai nove metri ha fatto faville: subentrato sul 22 pari ha messo in campo due battute complicate per la ricezione polacca e ha siglato l’ace decisivo che ha consegnato il parziale all’Italia con il punteggio di 25-22.

La vera forza del gruppo si è vista nel terzo set, quando la Polonia ha rialzato la testa e si è trovata a condurre 14-9 grazie al suo campione Wilfredo León e a Kewin Sasak, subentrato all’infortunato Bartosz Kurek, 37 anni e simbolo della sua nazionale. De Giorgi ha sostituito Bottolo con Porro, Anzani ha preso il posto di Gargiulo e gli azzurri hanno deciso che quel set non andava regalato. L’aggancio è avvenuto sul 18 pari con un Yuri Romanò che si è superato, ma col contributo di tutti i giocatori che hanno messo grande attenzione e non hanno avuto paura. Sul 19 pari l’ingresso di Sani ha replicato quanto di buono fatto nella fase precedente del match: tre battute di cui un ace e due missili che hanno preparato due muri vincenti di Anzani. Nonostante il tentativo della Polonia di restare in partita, l’incontro è terminato sul 25-23. Un 3-0 davvero difficile da pronosticare, ma in cui l’Italia è stata impeccabile, ha saputo soffrire ed è riuscita a raggiungere la sua sesta finale, la seconda consecutiva.

La rivincita sulla Polonia vale la finale

De Giorgi, l’uomo dei trionfi azzurri

In finale è arrivata la Bulgaria, la formazione più giovane del torneo allenata dall’ex ct della nazionale italiana Gianlorenzo Blengini e spinta dai fratelli Alexander e Simeon Nikolov, due giovani fenomeni in ascesa. L’Italia ha iniziato bene col solito Romanò, autore di 22 punti nel match, decisivo sia in attacco che in battuta. Dopo essersi portati sul 2-0 (25-21, 25-17), un calo nel terzo ha favorito il ritorno dei bulgari, che si sono assicurati il parziale con il punteggio di 25-17. Testa bassa e concentrazione, i giocatori di De Giorgi non si sono lasciati abbattere. L’esempio perfetto di questa mentalità è Mattia Bottolo, in difficoltà nel terzo set e decisivo nel quarto con la sua serie in battuta: a fine match il tabellino dirà 10 punti in attacco, 7 ace e un muro. Non c’è più margine per la Bulgaria e gli azzurri si aggiudicano il parziale e la partita con un netto 25-10. L’Italia è campione del mondo per la quinta volta nella sua storia: 1990, 1994, 1998, 2022, 2025.

Non è un caso se Simone Giannelli sceglie Simone Anzani per mettere a terra l’ultimo pallone: il centrale, dopo due operazioni al cuore, temeva che non avrebbe più giocato a pallavolo e invece è stato l’anima di questo squadra e ha messo lui il punto esclamativo su una prestazione enorme.

È la vittoria di un gruppo coeso, compatto, solidale. Una famiglia che ha saputo stringersi nei momenti difficili e sostenersi in questa estate iniziata in salita. L’inerzia è cambiata grazie alla reazione di tutti, ai sorrisi messi in campo, alla voglia di migliorarsi e di giocare al proprio meglio, crescendo partita dopo partita. Questa nazionale è un esempio bellissimo di chi siano gli uomini di sport: ragazzi perbene, che a fine partita non riescono a trattenere le lacrime. Sul podio il capitano Simone Giannelli arriva vestendo la maglia di Daniele Lavia, che è sempre stato al loro fianco pur non potendo giocare, mentre gli altri compagni portano anche la maglia di Giovanni Sanguinetti, centrale che fino all’esordio iridato faceva parte del gruppo e che è stato tagliato fuori per il limite di 14 giocatori. Si percepisce che sono davvero una squadra e ne hanno piena consapevolezza.

De Giorgi compie la sua personale impresa: nel 2021 si era preso la responsabilità di rivoluzionare la nazionale portando ragazzi giovanissimi, alcuni dei quali non giocavano nemmeno in Superlega. Una scommessa che si è rivelata subito vincente. Confermarsi nello sport è ancora più difficile, eppure anche questa missione è stata compiuta. Non solo, De Giorgi è stato protagonista di tutte e cinque le vittorie dell’Italia in questa kermesse: nelle prime tre come giocatore, nelle ultime due come tecnico. Nessuno come lui. Nei suoi time out ha saputo dare tranquillità e ha gestito i cambi con lucidità, dando fiducia ai suoi giocatori: c’è la sua mano dietro al gioco e al carattere di quest’Italia.

L’Italia oggi detiene sia il titolo femminile che quello maschile: bisogna tornare al 1952 e al 1960 per trovare qualcuno che sia stato capace di fare lo stesso e parliamo dell’Unione Sovietica. Era un altro mondo, era un’altra pallavolo. In più, sia nella finale femminile che in quella maschile a sfidarsi c’erano due allenatori italiani: Julio Velasco e Daniele Santarelli, Fefè De Giorgi e Chicco Blengini. Ulteriore merito di un movimento che è un’eccellenza.

Abbiamo sofferto e ne siamo usciti insieme”, è il commento di tutti i giocatori a fine partita tra i balli, i cori, gli abbracci e tanti pianti. Per la pallavolo italiana è un anno leggendario, uno di quelli che resterà indimenticabile nella storia di tutto lo sport. Il format dei Mondiali cambierà e adesso la manifestazione iridata si svolgerà ogni due anni. In Polonia nel 2027 si assegneranno i pass olimpici per Los Angeles 2028, l’ultimo sogno che ancora manca alla pallavolo maschile italiana. Ma per l’Olimpiade ci sarà tempo: adesso è il momento di festeggiare.

Gli higlights della finalissima dei Mondiali di pallavolo maschile

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