La stagione del Leicester è stata un disastro totale

Il Leicester è alla seconda retrocessione in tre anni.

Partiamo dalla fine. Al tramonto di una partita combattuta, Alexander-Arnold mette in porta il pallone che sancisce l’avvicinamento del Liverpool al titolo, ma soprattutto determina ufficialmente la retrocessione del Leicester City. A cinque giornate dal termine, con 18 punti di distacco dal West Ham quartultimo, alle Foxes non resta che arrendersi di fronte alla matematica. Una volta metabolizzata la batosta – si tratta della seconda retrocessione in Championship in tre anni – a prendere la parola è Jamie Vardy, capitano e portabandiera delle Foxes, che riassume in un breve messaggio sui social quello che è stato un’avventura terminata nel peggiore dei modi:

Nessuna parola può davvero esprimere la mia rabbia e tristezza per come è andata questa stagione. Non ci sono scuse. Collettivamente, come giocatori e come club, abbiamo fallito. Non si può nascondere la verità e rifiuto categoricamente qualsiasi tentativo di farlo. Essendo in questo club da tanto tempo, ho vissuto momenti incredibili, pieni di successi ed emozioni. Ma questa stagione è stata un incubo. E, per quanto mi riguarda, una totale umiliazione. Fa male. E so che anche voi, tifosi, sentite lo stesso dolore.

Confusione e incertezza

Al ritorno in Premier League dopo aver vinto la Championship 2023-24, la dirigenza del Leicester ha iniziato a pianificare la stagione convinta di poter trattenere Enzo Maresca, artefice della risalita nella massima categoria, nonostante le voci sempre più insistenti di una sua possibile partenza. Una volta appurato che il tecnico italiano sarebbe volato a Londra, sponda Chelsea, la dirigenza delle Foxes è dovuta correre ai ripari. Forse in preda alla frenesia e con la paura di rimanere ancora troppo a lungo senza una guida tecnica, ha deciso di puntare su Steve Cooper, offrendogli un contratto triennale.

Una scelta abbastanza controversa: l’ex allenatore del Nottingham Forest non è apparso propriamente il profilo adatto a rimpiazzare il vuoto lasciato da Maresca, incarnando idee di gioco molto distanti da quelle del suo predecessore. Prendere per mano una squadra nel bel mezzo della preparazione estiva, senza aver potuto influire sul ritiro né sulla prima fase di mercato, e adattarla alle proprie idee non è semplice. Una partenza in salita per Cooper, cui si sono aggiunte le difficoltà finanziarie del club. Il Leicester, infatti, è stato accusato di violazione delle norme di sostenibilità della Premier League, chiudendo il bilancio della stagione 2022-23 con un passivo di circa 24 milioni.

Dopo alcuni prestiti e addii a parametro zero, il mercato del Leicester si è sbloccato definitivamente a luglio. Decisiva la cessione, a malincuore, di un figlio di Leicester – 18 anni tra giovanili e prima squadra – come Kieran Dewsbury-Hall al Chelsea per una somma superiore ai 30 milioni. La vendita del centrocampista inglese ha aperto il mercato alle Foxes, che hanno messo a segno nove colpi, per una cifra complessiva superiore agli 88 milioni. A profili più esperti e avvezzi alla categoria sono stati abbinati giocatori più futuribili, nell’ottica di un’eventuale permanenza in Premier League. Una campagna acquisti in grado di soddisfare le richieste di Cooper, che sin da subito ha sottolineato l’urgenza di rinforzare la rosa, assumendo via via un ruolo sempre più influente nelle strategie di mercato.

“Enzo I miss U”

Già dalle prime uscite in campionato si è intuito che la stagione sarebbe stata difficile, se non difficilissima. Il pareggio con il Tottenham nella gara di apertura è stato un abbaglio, da lì in poi gli acuti sono stati veramente pochi. Due vittorie striminzite in dodici partite sono bastate per far scattare l’esonero di Cooper, in un momento in cui la squadra occupava il 16° posto in classifica, solo un punto sopra la zona retrocessione. Fatale la sconfitta del 23 novembre per 1-2 contro – ironia della sorte – il Chelsea allenato da Maresca. Il giorno dopo Cooper è stato sollevato dall’incarico.

Le difficoltà di adattamento della squadra alle nuove idee tattiche, unite a voci insistenti di malumori all’interno dello spogliatoio — dovuti a un rapporto tutt’altro che idilliaco tra l’allenatore gallese e alcuni giocatori — sono state le principali cause dell’esonero. Alcune testate hanno riportato addirittura che Jannik Vestergaard, centrale danese in forza al Leicester dal 2021, sarebbe stato escluso dagli allenamenti dopo un duro confronto con l’allenatore.

A confermare il malcontento all’interno dello spogliatoio ci ha pensato un fatto accaduto in Danimarca. Come riportato dal Sun, alcuni giocatori del Leicester – tra cui Harry Winks, Conor Coady e lo stesso Vestergaard, i tre principali dissidenti all’interno del gruppo squadra – sono stati sorpresi in una discoteca danese poche ore dopo la sconfitta con il Chelsea. a far discutere fu soprattutto un cartello tenuto in mano da uno di loro: “Enzo I miss U”. Un messaggio inequivocabile rivolto a Maresca, simbolo di una nostalgia ormai trasformata in rimpianto, soprattutto visti i risultati sin lì raccolti.

Di male in peggio, la caduta e la retrocessione del Leicester

Dato il benservito a Cooper dopo appena cinque mesi, era tempo di voltare pagina. La scelta è ricaduta su Ruud van Nistelrooy, che di certo non ha bisogno di presentazioni. L’ex leggenda del calcio olandese veniva da una breve apparizione sulla panchina del Manchester United, che aveva guidato per quattro partite nel ruolo di tecnico ad interim, subito dopo l’esonero di Ten Hag. Un arrivo accolto con entusiasmo, con tifosi e dirigenza speranzosi del fatto che il suo arrivo potesse portare una ventata d’aria fresca in un ambiente stantio.

Ed effettivamente le prime uscite di van Nistelrooy sono state positive: vittoria per 3-1 contro il West Ham e un pareggio rocambolesco per 2-2 contro il Brighton. Sembrava finalmente di intravedere uno spiraglio di luce, dopo i mesi di buio. Ma proprio da quel pareggio datato 8 dicembre 2024, agguantato da Decordova-Reid al 91′, il Leicester è crollato definitivamente e tutte le belle parole e le promesse sono evaporate. Nella partita successiva il Newcastle ha passeggiato tranquillamente sulle Foxes, imponendosi per 4-0. Una sconfitta che ha rappresentato il preludio del disastro e della retrocessione, perché il Leicester avrebbe dato vita a una una spirale di 16 sconfitte in 18 partite.

Di lì sono arrivate sette sconfitte consecutive, interrotte solo dalla vittoria per 1-2 sul campo del Tottenham. Poi un ulteriore crollo: altre otto sconfitte di fila senza segnare nemmeno un gol. L’ultimo gol del Leicester segnato in casa, al King Power Stadium, risale proprio a quel famoso 8 dicembre: cinque mesi di astinenza dal gol, record assoluto (in negativo) nella storia della Premier League.

Una squadra in totale confusione, incapace di reagire di fronte alle difficoltà. Alla voce delle vittorie, che Cooper aveva lasciato a due, van Nistelrooy ha aggiunto solamente altri due gettoni. Troppo poco anche per solo pensare lontanamente di competere per la salvezza. Giocatori che non hanno rispettato le aspettative, altri del tutto impalpabili, altri ancora scomparsi dai radar. Il caso più emblematico è quello di Odsonne Edouard: arrivato come rinforzo dal mercato estivo per colmare le lacune in attacco, il francese ha collezionato in stagione solo 229 minuti, mai davvero preso in considerazione né da Cooper né da van Nistelrooy.

La sconfitta per 4-0 contro il Newcastle, l’inizio della fine

Come può ripartire il Leicester dopo la retrocessione?

Si ritorna così alla sfida tra Leicester e Liverpool nella domenica di Pasqua, decisa al 76′ da un tiro di Alexander-Arnold che sorprende Hermansen e determina la discesa in Championship del Leicester. Se la squadra ha mollato già mesi fa, non si può dire lo stesso per i tifosi – almeno per quanto riguarda le contestazioni. Poco prima del calcio d’inizio, un aereo ha sorvolato il King Power Stadium trainando uno striscione che tradotto risulta abbastanza eloquente: “King Power incompetente, licenziate il consiglio di amministrazione”. Una chiara bordata alla dirigenza del Leicester, che non è riuscita a prendere in mano la situazione né tantomeno a salvare la squadra.

Accusato di scelte di mercato fallimentari, comunicazione opaca e incoerenza nella gestione tecnica, il direttore sportivo Rudkin è diventato il bersaglio di cori, striscioni e proteste organizzate, tra cui furgoni con schermi LED figuranti messaggi del tipo “Rudkin Out” e azioni simboliche durante le partite. Nonostante tutto, Rudkin resta al suo posto, quasi intoccabile, mentre intorno cresce il malcontento che riflette una frattura sempre più profonda tra la dirigenza e la tifoseria.

Ciò che ha maggiormente sorpreso i tifosi del Leicester è stata la reazione di van Nistelrooy al fischio finale: con i giocatori a terra, sconsolati per la retrocessione e i fischi assordanti che piovevano dagli spalti, l’allenatore delle Foxes ha salutato calorosamente Slot, scherzando con i giocatori del Liverpool a centrocampo, come se nulla fosse accaduto. Un gesto che ha scatenato l’indignazione dei tifosi, già esasperati.

Al Leicester rimangono le ultime partite in calendario in Premier League, per provare almeno a onorare il campionato e salvare quel poco di reputazione rimasta dopo la retrocessione. Una stagione da incubo, iniziata male e terminata peggio. Serve azzerare tutto e ripartire da capo, come se si ricominciasse a scrivere la storia da un foglio vuoto. E il fatto che Jamie Vardy, a 38 anni suonati, sia ancora il miglior marcatore della squadra con 8 gol. Un dato che racconta non solo l’incredibile longevità di Vardy, ma anche le troppe, inaccettabili colpe del Leicester.

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