Come da consuetudine ormai consolidata, la Serie C sta affrontando costanti difficoltà, tra crisi economiche, penalizzazioni e addirittura fallimenti. Un problema generale che ha colpito in particolare due squadre del Girone C, Turris e Taranto, escluse a campionato in corso. Proprio i rossoblù sono il simbolo di un problema più ampio che riguarda il calcio in Puglia, ormai nel pieno di un preoccupante crollo: nell’arco di poche stagioni, diverse società sono entrate in una spirale negativa che ha causato o potrebbe causare a breve danni irreparabili.
Il simbolo della crisi del calcio in Puglia: l’esclusione del Taranto
Come detto, il caso più eclatante è quello del Taranto. La stagione era iniziata tra mille difficoltà, molte delle quali eredità della stagione precedente, nella quale si erano già palesati problemi gestionali che potevano suonare come campanelli d’allarme, quali il mancato pagamento delle mensilità di giugno 2024 e le dimissioni, con annessa messa in vendita della società, del presidente Giove il 31 luglio 2024. Dimissioni motivate dall’impossibilità, secondo quanto dichiarato, di utilizzare lo Stadio Iacovone per l’intera stagione, nonostante le rassicurazioni ricevute in precedenza da parte delle autorità competenti.
Un imprevisto che ha comportato una perdita economica rilevante in un contesto, quello della Serie C, dove il sostegno economico proviene quasi esclusivamente da sponsorizzazioni, incassi di botteghino e plusvalenze. In un clima davvero complicato e teso, con calciatori che non percepivano lo stipendio da mesi e tifosi preoccupati per il futuro della squadra, Giove ha fatto un tentativo per una cessione societaria che però non si è mai concretizzata.
In un comunicato della società rossoblù, si parlava di un accordo con la società americana Apex Capital Global LLC. Nonostante alcune opacità relative a questa nuova società, la presenza di intermediari in città e l’annuncio della firma di un preaccordo sembravano allontanare questi dubbi. Nel corso dei mesi, tuttavia, gli ionici hanno accumulato penalizzazioni a raffica, fino a toccare quota 19, e perso progressivamente l’esperto gruppo squadra formato in estate. I rossoblù hanno giocato le ultime partite con un gruppo di giovanissimi, che ha subito pesanti sconfitte, fino all’esclusione definitiva dal campionato di Serie C dello scorso 7 marzo.
Calcio e (finti) business, a Taranto è sparito l’inglese Campbell: da Parma a Bari le folli storie di tanti (comici) bluff https://t.co/dScshhpeIH
— MARIO GEREVINI (@MGEREVINI) December 20, 2024
Le difficoltà di Foggia e Fidelis Andria
Situazioni delicate si sono delineate nel corso dei mesi a Foggia e Andria. Anche i Satanelli militano in terza serie, dopo aver sfiorato la promozione in B nella stagione 2022-23 perdendo solo in finale play-off con il Lecco. L’iniziale volontà di raggiungere i playoff si è però scontrata con un avvio di stagione complesso, contraddistinto da diversi cambi di guida tecnica, prima di un effimero rilancio a metà classifica a cui è seguita una nuova discesa. A livello societario, dopo tante parole, sono arrivati i fatti. Il contesto si è aggravato nell’ultimo mese, dopo la conferenza stampa di fine marzo in cui l’ex presidente dimissionario Nicola Canonico – presidente dal 2021 – ha dichiarato il proprio disimpegno dalla società e la volontà di cederla gratuitamente.
Secondo quanto dichiarato da Canonico, la decisione è stata motivata da una crescente pressione della tifoseria e della stampa e da una situazione debitoria insostenibile, con un buco di circa 2,37 milioni di euro al 31 marzo 2024, al netto dei crediti e delle disponibilità bancarie. Un copione già visto a Foggia: anche un anno fa Canonico aveva annunciato il disimpegno, salvo poi fare marcia indietro. Il punto di rottura è arrivato con la trasferta di Crotone, quando calciatori e staff avrebbero dovuto pagare di tasca propria hotel e pasti, prima che gli sponsor di maglia dei rossoneri si facessero carico delle spese del soggiorno in Calabria. Ma non è tutto: Canonico ha dichiarato che non avrebbe rispettato la scadenza del pagamento degli stipendi fissata per il 16 aprile. Mister Luciano Zauri, prima di essere esonerato, si è lasciato andare a uno sfogo:
Parliamo di stipendi di Lega Pro, con i quali i giocatori pagano gli affitti e devono fronteggiare impegni quotidiani. Credo che, anche se uno guadagnasse un euro, sia giusto pagarlo.
Oggi la guida tecnica è affidata ad Antonio Gentile, mister dell’Under 17, che dovrà affrontare un pericoloso play-out contro il Messina per salvare una stagione che rischia di trasformarsi in un incubo per una delle piazze più calde della regione.
Anche un’altra storica società pugliese ha vissuto difficoltà analoghe nelle trasferte. La Fidelis Andria, dopo un girone e mezzo in lotta per la vetta del girone H di Serie D, ha accusato il colpo del disimpegno della proprietà culminato con le dimissioni irrevocabili del presidente Giuseppe Di Benedetto, del vicepresidente Carlo Di Benedetto e dell’amministratore unico Michele Montuori. Una scelta legata all’assenza di risorse e alla difficoltà di trovare nuovi investitori o sponsor disposti a subentrare nella gestione del club.
A ciò sono seguite quattro risoluzioni in poche settimane (tra cui quella di Oliver Kragl, ex proprio del Foggia e con un passato in Serie A) e soprattutto un episodio emblematico del momento che vive la squadra. In occasione della trasferta contro l’Acerrana, il gruppo squadra si è dovuto recare in Campania con mezzi propri, senza disporre del pullman di squadra. Anche a livello infrastrutturale le problematiche non mancano. Lo Stadio Degli Ulivi, cuore sportivo di Andria, è rimasto ostaggio di ritardi cronici nei lavori di manutenzione. In particolare il portale monumentale, danneggiato nel maggio 2021, è ancora in attesa di restauro.
Nonostante la disponibilità economica offerta dal gruppo societario biancazzurro per finanziare l’intervento, la mancanza di un progetto definitivo da parte dell’amministrazione comunale ha impedito l’avvio dei lavori. Oltre al portale, altre aree dello stadio necessitano di interventi urgenti. I Distinti, una delle tribune principali, sono stati chiusi per motivi di sicurezza a causa del rischio di crollo. Tuttavia, non sono stati intrapresi lavori significativi per risolvere questi problemi, trasformando lo stadio in un simbolo del degrado: scomodo e pericoloso per i tifosi e non solo.
Le realtà di provincia sono il motore del calcio in Puglia
Sono lontani i tempi d’oro a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, quando erano sei le squadre che tenevano alto il nome del tacco d’Italia militando con una certa continuità tra Serie A (le prime tre) e Serie B: Bari, Foggia, Lecce, Taranto, Fidelis Andria e Barletta. Oggi sono appena due gli alfieri pugliesi nelle prime due leghe: in Serie A il Lecce, esempio virtuoso nonostante l’attuale contestazione da parte della tifoseria, e in Serie B il Bari, reduce da un fallimento e logorato da un conflitto ormai cronico tra proprietà e tifoseria, dovuto alla multiproprietà della famiglia De Laurentiis.
Attualmente la Puglia ha sei società nel calcio professionistico, destinate a diventare sette – Foggia permettendo – nella prossima stagione, grazie alla recentissima promozione del Casarano in terza serie. È proprio dal campionato di Serie C che arrivano le note liete da cui ripartire e ipotizzare un’idea di rinascita. A fronte delle difficoltà delle storiche protagoniste regionali, spiccano le piazze emergenti.
Prima tra tutte l’Audace Cerignola, reduce da una stagione estremamente positiva, chiusa al secondo posto in regular season alle spalle della corazzata Avellino. La società ofantina è protagonista da alcuni anni di una crescita encomiabile, che l’ha vista sfiorare la promozione diretta in Serie B nella sua terza stagione tra i professionisti, oltre ad aver lanciato diversi giovani (come Mehdi Dorval, oggi esterno del Bari e seguito da diverse società in Europa). Il progetto Audace Cerignola inizia nel 2014 con l’acquisto della squadra giallo-blu da parte della famiglia Grieco, proprietaria dell’azienda di prodotti per la casa ProShop. La nuova proprietà è partita dalla Prima Categoria, scalando rapidamente fino alla Serie D, che in città mancava da 17 anni.
In quarta serie il Cerignola ha concluso stagioni molto buone fino a quando, nel 2021-22, guidata dall’ex calciatore di Juventus e Napoli Michele Pazienza, si è aggiudicata la promozione in Serie C con quattro giornate d’anticipo, a 85 anni dall’ultima volta. La costante ricerca di un gioco vivace e offensivo permette alla squadra di mettere in luce giovani talenti, grazie a uno scouting in continua evoluzione coordinato dal direttore sportivo Elio Di Toro, alla guida dell’area tecnica dal 2019. Un progetto sostenibile, che consente all’Audace Cerignola di ambire a nuovi traguardi, ritagliandosi un ruolo centrale nel panorama regionale, un modello sostenibile ed efficiente in un calcio in difficoltà come quello della Puglia.
Subito dietro i gialloblù, al terzo posto del Girone C, si è classificato il Monopoli, alla decima partecipazione consecutiva in Serie C dove, a fasi alterne, ha saputo conquistare più volte l’accesso ai playoff, lanciando qualche talento arrivato nelle categorie superiori. Nel maggio 2024 Francesco Rossiello ha acquisito il 100% delle quote societarie della S.S. Monopoli 1966, assumendo il pieno controllo del club. Rossiello, imprenditore pugliese con esperienza nel calcio dilettantistico, ha rilevato la società da Onofrio Lopez, con il quale aveva condiviso la proprietà dal 2022.
Il passaggio di proprietà ha segnato l’inizio di una nuova fase, con l’obiettivo di consolidare la stabilità finanziaria e puntare a traguardi più ambiziosi. Sotto la guida di Rossiello, il Monopoli ha rilanciato il “Progetto Liberty Monopoli”, un’iniziativa partita nel 2010 che mira a coinvolgere la comunità locale nella vita del club. Il progetto si basa su dieci punti chiave, tra cui promuovere i valori dello sport e valorizzare le energie del territorio.
Da segnalare anche la brillante stagione da matricola della Team Altamura, capace di conquistare la salvezza diretta con tre giornate d’anticipo e intraprendere un cammino sorprendente nella Coppa Italia di Serie C fino ai quarti di finale, raggiunti dopo aver eliminato la Turris, il Picerno e il Potenza ai calci di rigore. Il futuro del Team Altamura passa anche dallo stadio: il Comunale Tonino D’Angelo è stato sottoposto a lavori di riqualificazione e adeguamento alle normative FIGC-Lega Pro. I lavori hanno incluso il rifacimento del campo da gioco con un manto sintetico di nuova generazione, la riqualificazione delle tribune e degli spogliatoi e il potenziamento dell’illuminazione grazie a torri faro a LED. Questi interventi mirano a rendere lo stadio una struttura moderna e funzionale.
Non mancano, infine, piccole realtà che si stanno attrezzando per fare il salto di qualità con progetti dal respiro nazionale. Uno di questi arriva da Fasano, cittadina della Puglia in cui il calcio ha radici profonde e un’identità ben definita. Nel 2025, l’U.S. Città di Fasano ha avviato una trasformazione radicale, inaugurando una nuova identità, dentro e fuori dal campo, grazie a un progetto societario ambizioso. A guidare il cambiamento è stato un gruppo di dirigenti e imprenditori, determinati a dare nuova linfa al club. Il presidente operativo Ivan Ghilardi, figura di rilievo nel mondo finanziario, affiancato dal presidente onorario Franco D’Amico, ha tracciato fin da subito una linea chiara: trasformare il Fasano in una realtà solida e sostenibile. Con loro, anche Juri Peres, Giuseppe Angelini e Giuseppe Rosati, entrati nel consiglio direttivo con ruoli chiave, in un progetto che punta su condivisione e cooperazione come valori centrali.
Il cambio di passo non è solo amministrativo. La società è passata ufficialmente da associazione dilettantistica a Società Sportiva Dilettantistica, aprendo la porta a una gestione più imprenditoriale, con investimenti mirati, una rete solida, formata da oltre cento sostenitori tra imprenditori locali e partner nazionali. Tra gli obiettivi dichiarati: rafforzare il settore giovanile, promuovere l’immagine del club sul territorio e realizzare uno stadio moderno, all’altezza delle ambizioni del progetto.
Anche sul campo, il cammino non è stato meno significativo. Dopo l’addio del direttore sportivo Mariano Fernández e dell’allenatore Massimo Agovino, quest’ultimo uscito di scena a marzo per motivi personali, è toccato a Graziano Pistoia prendere in mano le redini della squadra. Nonostante il periodo di transizione, il Fasano si trova al sesto posto nel Girone H di Serie D, centrando la salvezza diretta e ponendo le basi per una futura crescita. Il messaggio è chiaro: a Fasano si lavora per costruire. Il club guarda al futuro con determinazione e un’ambizione che non vuole fermarsi alla Serie D. In un calcio spesso prigioniero dell’improvvisazione, la pianificazione può essere la vera rivoluzione, soprattutto per la Puglia, una delle regioni più vivaci e calde del Meridione dal punto di vista calcistico.
L’Audace Cerignola stende un Foggia in lotta per la salvezza. È il nuovo del calcio che avanza in Puglia