Gli Internazionali d’Italia 2025 hanno confermato come il tennis azzurro stia vivendo uno dei momenti più splendenti della sua storia. Al Foro Italico probabilmente è andato in scena il migliore Masters 1000 per l’Italia considerando torneo maschile e femminile. Dalle donne sono arrivati i due titoli di Jasmine Paolini, in singolare e in doppio con Sara Errani. Nel maschile la finale di Jannik Sinner, al rientro dopo la squalifica, e la semifinale di Lorenzo Musetti, oltre a qualche altra buona prestazione. “Siamo un bellissimo gruppo” ha commentato non a caso Sinner alla fine del torneo, da vero e proprio leader del movimento.
Una Paolini da copertina
In questa occasione, le attenzioni principali se le è guadagnate però Jasmine Paolini, arrivata al Foro Italico da outsider dopo un inizio di stagione piuttosto stentato e uscita da reale dominatrice, con due titoli. La tennista toscana ha vissuto il torneo come un crescendo, a partire dai primi turni superati con poca brillantezza. Poi è arrivato il cambio di marcia, in match complicati contro la lettone Jeļena Ostapenko e la russa Diana Shnaider, battute rispettivamente al quarto turno e ai quarti di finale, in entrambe le occasioni superando momenti molto complicati.
Il quarto di finale, soprattutto, è stato un’altalena di emozioni per la tennista italiana, andata sul 4-0 nel primo set per poi perderlo al tie-break e trovarsi sotto 4-1 nel secondo. A quel punto, però, l’azzurra ha ritrovato il proprio gioco e – sfruttando anche una pausa per pioggia – ha rimontato l’avversaria, sconfitta poi con il punteggio di 6-7, 6-4, 6-2. In semifinale, contro la statunitense Peyton Stearns, ha annullato due set point, prima di spostare l’equilibrio del match dalla propria parte e chiuderlo con un perentorio 7-5, 6-1.
La finale contro l’altra americana Coco Gauff, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, è partita invece fin da subito con il piede giusto, con Paolini che ha dominato l’avversaria con grande aggressività, in particolare nel secondo set. A risaltare di più, però, è stata la tranquillità messa in mostra dall’azzurra nei momenti decisivi del match, che ci hanno offerto una tennista lontana da quella atleta frenata dalle indecisioni nelle due finali più importanti giocate finora in carriera, al Roland Garros e a Wimbledon, entrambe nel 2024.
L’azzurra è così tornata al numero 4 della classifica WTA, che corrisponde anche al suo best ranking ed è diventata la prima italiana a vincere due titoli Masters 1000, oltre alla quarta di sempre a trionfare agli Internazionali d’Italia dopo Lucia Valerio (nel 1931), Annelis Ullstein Bossi (1950) e Raffaella Reggi (1985).
Questa vittoria ha dimostrato che il 2024 di Jasmine Paolini non è stato un episodio isolato, ma l’espressione di una tennista ormai stabilmente tra le migliori. Al Roland Garros si presenterà così come una delle principali favorite: sulla terra rossa di Parigi, del resto, ha già dimostrato di trovarsi a suo agio. In più le sue principali rivali, da Iga Świątek a Aryna Sabalenka, sembrano lontane dal loro apice, sia fisicamente che mentalmente.
Gli highlights del successo di Jasmine Paolini in finale
Gli ultimi Internazionali d’Italia di Sara Errani?
Per tutto il torneo, al fianco di Jasmine Paolini c’è sempre stata Sara Errani: in campo, quando le due erano impegnate nei match di doppio, ma anche sugli spalti, in prossimità del nuovo coach Marc López, in veste di motivatrice e consulente. Un ruolo che la romagnola potrebbe ricoprire in maniera ufficiale dopo l’ormai imminente ritiro dall’attività agonistica. Sì, perché, dopo la sconfitta al primo turno contro la giapponese Naomi Osaka, la 38enne ha annunciato che il Roland Garros potrebbe segnare la fine della sua carriera in singolo. Il 2025 potrebbe in realtà essere anche il suo ultimo anno come giocatrice di doppio, ma Sara Errani ha rinviato le decisioni definitive ai prossimi mesi:
I colpi non vanno più come vorrei e come dovrebbero e questo lo devo accettare, anche se non è facile. Ci ho provato in singolare, ma la mia priorità resta il doppio, questo era chiaro ormai da tempo. Questo è il mio ultimo anno in singolo, probabilmente Parigi sarà il mio ultimo torneo in singolare. Non so se giocherò il prossimo anno, dipende da come andrà in doppio, prenderò le decisioni al momento giusto.
Tuttavia la vittoria a Roma, la seconda consecutiva nel doppio agli Internazionali d’Italia, ha portato il suo bottino a 34 tornei vinti in doppio nel corso di una carriera iniziata professionalmente nel 2002 e potrebbe spingerla a prolungare ancora un po’ l’attività agonistica.
Il ritorno di Jannik Sinner
Chi è uscito dai campi del Foro Italico soddisfatto, anche se non da vincitore, è Jannik Sinner, al suo ritorno in campo dopo i tre mesi di squalifica per le note vicende di doping. Il tennista azzurro ha approfittato dell’interdizione dagli impianti tennistici per lavorare soprattutto in palestra, ripresentandosi con una muscolatura più definita, soprattutto nella parte alta del corpo e nelle gambe.
Alla vigilia del torneo, l’altoatesino aveva affermato che il suo obiettivo sarebbe stato innanzitutto quello di superare il primo turno. Dopo la sconfitta in due set in finale contro lo spagnolo Carlos Alcaraz, ha poi ribadito questo concetto, dichiarando di essere felice di essere arrivato fino a quel punto e che prima del torneo avrebbe messo la firma se gli avessero detto che avrebbe giocato la finale.
A Roma, Sinner ha mostrato evidenti cali di concentrazione, come nel primo set della semifinale contro lo statunitense Tommy Paul, perso 6-1, e di continuità nel gioco, soprattutto nel servizio, quando si è trattato di contrastare in finale un avversario come Alcaraz, che ha giocato un tennis di livello piuttosto alto con grande continuità.
Il primo set della finale è stato in realtà molto equilibrato, senza break da ambo le parti e con un tie-break giocato sul filo, chiuso 7-5. A decidere il parziale sono stati più che altro alcuni dettagli, come il nastro colpito per pochi millimetri in risposta da Sinner in occasione di un set point a favore, oppure la deviazione della rete su un colpo di Alcaraz che ha messo l’azzurro fuori causa in un momento decisivo del tie-break.
Perso il primo set di un niente, Sinner ha poi mollato definitivamente, in apparenza più sul piano mentale che fisico, lasciando all’avversario anche il secondo parziale con un più netto 6-1. Come ha sottolineato Paolo Bertolucci durante la diretta televisiva di Sky, probabilmente per l’altoatesino è venuta fuori la ruggine, la mancanza di abitudine a partite di alto livello, dopo i tre mesi di stop. Dall’altra parte della rete, d’altronde, c’era un Alcaraz che è riuscito invece ad alzare la qualità del proprio tennis nei momenti decisivi e che ha limitato i propri eccessi agonistici per tutta la partita.
Al di là di possibili dichiarazioni di facciata, per il numero 1 al mondo il ritorno in campo può essere considerato realmente soddisfacente: in fin dei conti si giocava sulla superficie meno adatta al suo gioco, su campi e con palle che oltretutto hanno risentito nelle fasce serali dell’umidità, diventando ancora più lenti. Nel corso del torneo, oltretutto, ci sono stati diversi sprazzi del vero Sinner, soprattutto nel quarto di finale contro il norvegese Casper Ruud, sconfitto con un netto 6-0, 6-1, mettendo in campo 78 diritti su 85 (con una velocità media impressa di 130 chilometri orari) e 75 rovesci su 80 (a una media di 123 chilometri orari).
Il calo nel secondo set, soprattutto mentale: Sinner ha perso contro Alcaraz in finale
Musetti e gli altri azzurri agli Internazionali d’Italia
Per la prima volta dal 1957, cioè da ben prima dell’inizio dell’Era Open, l’Italia del tennis ha portato due atleti in semifinale a Roma, Sinner e Musetti. Dopo Montecarlo e Madrid, quest’ultimo ha infatti giocato un altro grande torneo, trovando quella continuità di risultati che finora gli era sempre mancata. La semifinale persa contro il miglior Alcaraz della stagione era il massimo risultato possibile per il toscano, che a Roma ha giocato il primo torneo da Top 10 della classifica ATP (nello specifico da numero 9, diventato poi 8 dopo gli Internazionali e 7 la prossima settimana, alla vigilia del Roland Garros).
Un po’ di amaro in bocca sarà sicuramente rimasto, a Musetti, che in finale a Montecarlo era invece riuscito a mettere in difficoltà lo spagnolo, almeno fino a quando non era stato frenato da un infortunio alla gamba. Probabilmente agli Internazionali d’Italia è stato limitato da un po’ di nervosismo, ma realisticamente, anche se fosse stato più sciolto, avrebbe potuto fare ben poco di più. Spiccano in particolare le vittorie contro Daniil Medvedev e il numero due al mondo Alexander Zverev, incontri in cui Musetti ha messo in mostra un gioco molto vario ed elegante, con continue variazioni in grado di far andare in difficoltà chiunque.
Per quanto riguarda gli altri azzurri ci sono stati invece più bassi che alti, con pochi highlights come il terzo turno raggiunto da Francesco Passaro (che aveva ottenuto lo stesso risultato già nel 2024) e il secondo di Luca Nardi, sconfitto dalla testa di serie numero 7 Alex De Minaur, dopo aver battuto il connazionale Flavio Cobolli. Tra le delusioni figura anche Matteo Berrettini, costretto al ritiro per un infortunio agli addominali – l’ennesimo degli ultimi anni – nel corso della partita del terzo turno contro Ruud.
Tutto sommato, però, Roma ha evidenziato come per gli azzurri le prospettive per il Roland Garros 2025 – che ha avuto inizio questa settimana con le gare di qualificazione e il cui tabellone principale si disputerà dal 25 maggio all’8 giugno – siano piuttosto positive. Da Roma è poi arrivata per Sinner un’ulteriore buona notizia: con la vittoria del torneo, Alcaraz è tornato al secondo posto della classifica ATP: Questo significa che a Parigi saranno i primi due del seeding e non potranno incrociarsi prima della finale.