Sara Curtis è già una certezza del nuoto italiano

Sara Curtis è il futuro del nuoto italiano, pronta a prendere l'eredità di Federica Pellegrini.

Il nome di Sara Curtis è rimbalzato ovunque negli ultimi mesi, ma nell’ambiente del nuoto le prestazioni della giovane azzurra erano attenzionate da tempo e di lei si è sempre detto un gran bene. Ad agosto compirà 19 anni, eppure i suoi risultati sono già nella storiadell’Italnuoto.

Sara Curtis dagli anni giovanili al sogno olimpico

La storia di Sara Curtis in vasca ha inizio da lontano, dalla piscina di Savigliano, paese di poco più di 20 mila abitanti in provincia di Cuneo, dove mamma Helen e papà Vincenzo la portano per iscriverla ai primi corsi. Sara ha due anni, inizia a nuotare e camminare praticamente contemporaneamente e con l’acqua sviluppa fin da subito un amore profondo, tanto da non abbandonarla più. Vive in campagna e la sua è una vita semplice, fatta di scuola, sport, amici e passione per la lettura. A sei anni disputa le prime gare seguita da Thomas Maggiora, che è rimasto il suo allenatore fino ad oggi e che l’ha sempre elogiata per la sua costanza.

Quando si allena è perfetta. Il punto di forza di Sara è la testa: aver sempre ben chiaro l’obiettivo e fare ogni giorno tutto il possibile per raggiungerlo, a prescindere dalla gara. Tra le mie soddisfazioni c’è quella di averla preservata quando era più piccola, senza forzare risultati precoci.

Il percorso di Sara Curtis, infatti, è un crescendo, ma ogni traguardo è costruito un passo alla volta. Inizia a mettersi in mostra in campo internazionale nel 2022, quando esordisce agli Europei giovanili a Otopeni: vince il bronzo nei 50 metri stile libero e altre due medaglie nelle staffette (oro nella 4×100 stile libero e bronzo nella 4×100 misti mista). Poco più di un mese dopo, ai Mondiali giovanili a Lima, Curtis continua a fare bene sulla medesima distanza, vincendo l’argento e dando buoni segnali anche nei 50 metri dorso, dove è di bronzo. Questi podi, insieme a quelli nelle staffette (argento sia nella 4×100 misti stile libero, sia nella 4×100 misti mista), confermano che l’azzurra è una delle atlete più talentuose della sua generazione.

Nel 2023, a 16 anni e mezzo, conquista agli Italiani di Riccione il suo primo titolo italiano nei 50 metri stile libero. Replica con il primo oro continentale agli Europei giovanili di Belgrado, nei quali conquista anche l’argento nei 100 metri. Senza dimenticare il notevole contributo alle staffette: sarà d’oro nella 4×100 stile libero e nella 4×100 misti, d’argento nella 4×100 stile libero mista. Lo stesso anno fa il suo debutto a livello senior in occasione degli Europei in vasca corta: viene schierata nelle staffette 4×50 e 4×50 mista della categoria più veloce del nuoto e conquista due argenti che confermano la sua affidabilità anche tra le grandi. Si qualifica anche per la finale nei 50 metri stile libero, dove chiude all’ottavo posto, ma si dimostra soddisfatta del piazzamento perché consapevole dei suoi progressi.

Ho dato tutto quello che avevo ed esco felice da questa finale. Questa è una tappa di crescita bellissima nella mia carriera.

Il 2024 è un anno importante: Curtis inizia la stagione con i Campionati italiani primaverili e parte subito alla grande firmando il nuovo record italiano nei 50 metri stile libero con il tempo di 24”56. Un primato che apparteneva a Silvia Di Pietro (24”72) e che adesso porta il nome della piemontese. E che vale il pass individuale per i Giochi Olimpici di Parigi, obiettivo mai dichiarato per scaramanzia ma perfettamente alla portata. Prima dell’appuntamento olimpico, Curtis entra nel Centro Sportivo dell’Esercito e parte alla volta di Vilnius per prendere parte agli Europei giovanili: qui si impone con autorità e conquista ben tre titoli individuali (50 e 100 stile libero e 50 dorso) e altrettanti in staffetta (4×100 stile libero, 4×100 misti, 4×100 stile libero mista), oltre all’argento nella 4×100 misti mista. Un dominio che fa ben sperare per i Giochi.

Sara Curtis realizza il sogno olimpico a soli 17 anni, vivendolo con la maturità di una giovane donna che sa che andrà a Parigi soprattutto per fare esperienza. Il 3 agosto entra in acqua per i 50 metri stile libero, la sua gara. Di mattina supera le batterie e in serata nuota la semifinale senza riuscire ad accedere alla finale: chiuderà quattordicesima. Le sfugge l’ultimo step, ma resta la soddisfazione di essere la più giovane tra le sedici in semifinale: un traguardo che la dice lunga sul potenziale della ragazza di Savigliano. I margini di miglioramento sono ancora molti e il tempo è dalla sua parte.

Archiviati i Giochi, a dicembre è la volta dei Mondiali in vasca corta a Budapest: Curtis riesce ad accedere alle finali dei 50 metri dorso e dei 50 metri stile libero, classificandosi rispettivamente al sesto e settimo posto, mentre nei 100 metri si ferma in semifinale. Ma vince anche la sua prima medaglia iridata in vasca da 25 metri nella staffetta 4×50 stile libero mista con Leonardo Deplano, Alessandro Miressi e Silvia Di Pietro. A inizio 2025 Sara ha 18 anni e detiene già il record italiano nella sua gara prediletta e quello nei 50 dorso in vasca corta, che rappresenta anche il primato mondiale juniores. Aveva stabilito il miglior tempo nazionale nei 50 metri in vasca corta, poi ritoccato un mese dopo da Silvia Di Pietro. La sua esplosività le permette di dare il massimo nelle distanze brevi, la sua passione sin da bambina.

Quello della velocità pura è un settore in cui l’Italia al femminile non ha mai primeggiato: ne è prova il fatto che nessuna azzurra ha mai raggiunto una finale olimpica nei 50 o nei 100 stile libero. I migliori risultati sono stati il tredicesimo posto di Cristina Chiuso nei 50 metri ad Atene 2004 e, nei 100 metri, il nono posto di Daniela Beneck a Tokyo 1964, il decimo di Silvia Persi a Los Angeles 1984 e di Federica Pellegrini ad Atene 2004 e l’undicesimo di Paola Saini a Roma 1960.

Il confronto con la Pellegrini non ha senso

Sara Curtis sembra essere l’atleta giusta per colmare questo vuoto e attorno alla giovane vengono riposte molte speranze. Lei non si lascia intimorire, continua ad allenarsi e a mantenere alta la concentrazione. Può contare sul sostegno dei genitori, due sportivi: papà Vincenzo è un ex ciclista, mamma Helen era nella nazionale di atletica leggera della Nigeria. Poi ci sono i nonni a cui ha dedicato la qualificazione olimpica e che sono sempre molto presenti nella sua vita. A Savigliano il suo nome è motivo d’orgoglio, anche a scuola: frequenta l’ultimo anno dell’Istituto Tecnico Economico e Turistico e non manca mai di sottolineare che i suoi compagni sono i suoi primi sostenitori, che le scrivono sempre prima di ogni gara e l’aiutano anche a organizzare le interrogazioni. La sua non è la classica vita di una teenager, ma è quella che lei ha scelto per sé.

Ho sempre amato tantissimo il nuoto e ho imparato a conciliare scuola e sport. Questa vita la amo. Mi piace anche tutto quello che c’è attorno: mangiare sano, avere ritmi e orari prestabiliti. È una gran cosa riuscire a rendere la propria passione anche il proprio lavoro e io sono fiera di esserci riuscita.

Gli allenamenti continuano a dare i loro frutti e, ai Campionati italiani ad aprile, Sara conquista tre titoli individuali con tre prestazioni di grande livello. Nei 50 metri dorso stabilisce il primato personale in 27”90, nei 50 metri stile libero abbassa per due volte il suo stesso record italiano (24″52 nelle batterie, 24″43 nella finale) e, per la prima volta, firma anche il nuovo primato nazionale nei 100 stile libero. Quest’ultimo risultato avrà un’eco mediatica travolgente perché il suo 53″01 migliora il 53″18 che apparteneva a Federica Pellegrini, primato nazionale dal 2016.

Nove anni dopo in Italia c’è una nuova padrona della gara regina. Cominciano i paragoni tra Curtis e Pellegrini, messe mediaticamente l’una contro l’altra per alimentare una rivalità che non può esistere, per ragioni evidenti. La prima è chiaramente anagrafica: l’ultima stagione agonistica di Pellegrini è stata nel 2021, quando Sara aveva appena 15 anni e non era ancora nel giro della Nazionale. Le due non si sono mai affrontate e, anche se fosse successo, si sarebbero trovate in fasi completamente diverse della carriera. I loro risultati possono essere messi a raffronto, ma bisogna contestualizzarli.

Curtis e Pellegrini sono due atlete molto diverse e i 100 metri non sono il terreno sul quale può aver senso accendere una disputa: infatti non è la distanza che identifica nessuna delle due. E se per Curtis può diventare una gara alla portata, per Pellegrini sappiamo per certo che non lo è stata. Pellegrini comincia nuotando tutte le distanze dai 50 ai 400 stile libero, per poi specializzarsi nei 200 e nei 400, mentre Sara si appassiona subito alle gare più brevi, prediligendo i 50, anche a dorso.

Pellegrini ha nuotato i 50 solo in ambito nazionale e solo all’inizio (2003-2004) e alla fine della sua carriera (2019-2021), mentre nei 100 si è spesso messa alla prova ai Campionati italiani, più raramente in competizioni internazionali e quasi sempre con l’unica motivazione di tenersi in allenamento per le sue gare preferite. Curtis ha iniziato concentrandosi sui 50, poi ha lavorato per dare solidità anche ai 100 ed è arrivata a firmare questo primato con un tempo che dà ottimi segnali per il futuro perché, guardando le ultime due edizioni olimpiche e mondiali, il suo 53″01 non sarebbe bastato per una medaglia, ma le avrebbe certamente permesso di conquistare un posto in finale.

Se da un lato, quindi, è comprensibile che ogni nuotatrice italiana di successo venga associata a Pellegrini, dall’altro è giusto ricordare che le atlete con cui avrebbe senso paragonare Curtis sono altre, ad esempio le azzurre che hanno rappresentato l’Italia nella velocità: Cristina Chiuso, Erika Ferraioli, Silvia Di Pietro. Pellegrini e Curtis condividono soprattutto una cosa: la precocità. La Divina vinse il suo primo titolo italiano ad aprile 2003 nei 100 stile libero, a 14 anni e 8 mesi, Curtis ha ottenuto lo stesso risultato esattamente 20 anni dopo, ad aprile 2023, nei 50 metri a 16 anni e 8 mesi. Pellegrini firmò il suo primo record italiano a 15 anni e 7 mesi nei 100 metri (54”40), Curtis a 17 anni e 6 mesi nei 50 metri (24″56).

Con una grande prestazione, Sara Curtis strappa il record della Pellegrini che resisteva da nove anni

Il futuro di Sara e l’ombra del razzismo

I prossimi mesi per Sara Curtis saranno ricchi di impegni: a giugno affronterà l’esame di maturità, mentre dal 27 luglio al 3 agosto ci saranno i Mondiali a Singapore. Successivamente andrà a studiare e allenarsi negli Stati Uniti, alla Virginia University con il coach Todd DeSorbo, che a Parigi 2024 è stato commissario tecnico della nazionale femminile degli Usa. Un’esperienza altamente formativa che potrà permetterle di fare un ulteriore salto di qualità, grazie alla possibilità di allenarsi con campionesse del calibro di Gretchen Walsh e Kate Douglass.

Per crescere ho bisogno di confrontarmi con atlete migliori di me. Mi piace l’idea di far parte di un gruppo di allenamento frizzante e vivace. Sono stata sempre abituata ad allenarmi da sola a casa mia, tra Savigliano e Cuneo. La solitudine alla lunga mi avrebbe logorato. E poi sono curiosa di capire la mentalità degli americani, loro riescono a primeggiare nello sport in un ambiente diverso dal nostro. Sarà fondamentale dividere anche la quotidianità fuori dal nuoto con persone che fanno le mie stesse cose.

Un passaggio cruciale nella sua crescita e nella preparazione in ottica futura, dal momento che ai Giochi Olimpici di Los Angeles 2028 saranno introdotte nel programma del nuoto le gare dei 50 dorso, rana e farfalla. Nei 50 dorso Sara ha già dimostrato di potere fare bene: il suo 27”90 è un tempo da finale iridata e, allenandolo ancora di più nei prossimi tre anni, potrebbe regalarle soddisfazioni.

Appare piuttosto stupido considerare l’opportunità di questo periodo all’estero come un “tradimento” nei confronti dell’Italia, ma Sara Curtis è arrivata persino a doversi difendere da queste accuse assurde. Sarebbe successo lo stesso se l’atleta in questione non fosse figlia di padre italiano e madre nigeriana? Probabilmente no. L’argomento razzismo non merita neanche di essere trattato, i commenti di chi sostiene che i record di Curtis non sarebbero abbastanza italiani sono talmente infondati, ignoranti e offensivi da non meritare altre parole. La risposta migliore l’ha data lei, con parole che non hanno bisogno di commento:

Sentirmi dire che non sono italiana solo perché sono mulatta è ripugnante: essere nata da due culture diverse è il mio grande arricchimento.

Un talento del genere va solo guardato, senza fretta e senza pressioni, mentre cresce e si evolve: le premesse per una carriera brillante ci sono tutte. Sara Curtis sa perfettamente cosa vuole essere da grande e sa che la ricetta per arrivare in alto è quella che le ha insegnato Thomas Maggiora quando era una bambina: lavorare giorno dopo giorno.

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