L’Italia ha scalato il medagliere dei Mondiali di judo 2025

I grandi risultati ai Mondiali di Judo 2025 rivelano un movimento italiano in grande crescita.

Pensavate che il judo fosse uno sport per soli uomini? Pensavate che il dominio giapponese non avesse rivali? Preparatevi a riscrivere le vostre certezze, almeno in parte. Alla László Papp Arena di Budapest, nel cuore dell’Ungheria, dal 13 al 20 giugno si sono tenuti i Mondiali di judo 2025 e per l’Italia il bottino è davvero soddisfacente. Il movimento italiano del judo si trova sul trampolino di lancio da ormai qualche anno e ad ogni rassegna internazionale fa sempre un passo avanti.

Assunta Scutto, il riscatto è servito

Il dominio del Sol Levante è indiscutibile: il Giappone rimane saldo al primo posto nel medagliere con sei ori, quattro argenti e cinque bronzi. Seguono, con netto distacco, gli Atleti Neutrali Autorizzati. Russi e bielorussi (tre ori e due bronzi), infatti, gareggiano con bandiera IJF (International Judo Federation) perché il CIO e diverse federazioni internazionali, tra cui appunto l’IJF, hanno cercato di bilanciare la condanna politica derivante dalla guerra in Ucraina con il principio della non discriminazione degli atleti individuali. Chiude il podio la Georgia che si conferma tra le nazioni leader in questa disciplina con due ori, due argenti e un bronzo. La Francia, punto di riferimento per l’Europa occidentale, paga un cambio generazionale poco fluido e chiude solo sesta con un oro, un argento e due bronzi. Ben due posizioni dietro all’Italia che porta a casa un magnifico quarto posto con due medaglie d’oro tanto diverse quanto importanti.

Ad aprire le danze è stata Assunta Scutto per la categoria -48 kg. Già in semifinale, la nostra campionessa ci ha lasciato intendere che stavolta la musica era pronta a cambiare. Ha conquistato un successo che va ben oltre il semplice passaggio del turno: è stata una vera rivincita personale contro la francese Shirine Boukli, attuale medaglia di bronzo olimpica. Era stata proprio Boukli a fermare la judoka napoletana sia nel ripescaggio ai Giochi di Parigi 2024, sia nella semifinale degli ultimi Europei a Podgorica. Ma dopo soli 56 secondi, con la transalpina già penalizzata per una presa irregolare al pantalone, Scutto ha trovato lo spiraglio giusto per chiudere in seoi nage, un ippon che non ha lasciato repliche alla francese.

La sfida per l’oro è stata una vera prova di tenuta mentale contro la kazaka Abiba Abuzhakynova. Il lavoro di kumi kata iniziale è intenso, il tempo scorre e arrivano due shido per parte. La tensione alle stelle. L’azzurra riesce a mantenere la calma e, anzi, prende le redini dell’incontro aumentando il ritmo. Prima mette a segno un yuko in morote seoi nage, poi – a soli 13 secondi dal termine – su attacco di ko soto gari dell’atleta kazaka, Scutto risponde con un veloce o uchi gari. L’allenatore Antonio Ciano all’angolo è incontenibile e l’atleta di Scampia sembra quasi incredula per poi lasciarsi esplodere di gioia già sul tatami. A ben vedere anche l’arbitro sembra abbozzare un sorriso annunciando l’ippon che vale il titolo mondiale. Con la medaglia al collo, Susy chiosa:

Sono sul tetto del mondo, decide tutto Dio in queste giornate e io so che ho le potenzialità per vincere.

Il metallo più importante era proprio quello che mancava alla collezione incredibilmente ricca della giovanissima atleta partenopea. È la quarta medaglia iridata consecutiva (su altrettante apparizioni a livello senior) in carriera dopo i due bronzi ottenuti rispettivamente tra Tashkent (Uzbekistan) nel 2022 e Doha (Qatar) nel 2023 e l’argento vinto l’anno scorso ad Abu Dhabi (Emirati Arabi Uniti). Si era presentata alle Olimpiadi di Parigi ‘24 con la pressione che solo i favoriti possono avere, eppure le aspettative erano state disattese. Il settimo posto ai Giochi andava riscattato e cancellato. La rassegna iridata le ha restituito quello che Parigi le aveva tolto.

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La conferma di Alice Bellandi

L’altro oro arriva verso la fine del torneo la solita, straordinaria Alice Bellandi. Nella categoria -78 kg, la bergamasca sigilla un successo azzurro senza precedenti: la prima italiana nella storia a conquistare il titolo mondiale da campionessa olimpica in carica. La strada di Bellandi prima di raggiungere queste soddisfazioni è tortuosa. Dopo la medaglia ai Giochi, l’attenzione mediatica si è catalizzata su di lei. Con grande consapevolezza e responsabilità, la judoka non ha mai fatto segreto di aver sofferto di bulimia e depressione quando si sentiva costretta a rimanere entro il peso di 70 kg, prima di passare alla categoria dei 78 kg nel 2021.

A Budapest, l’incontro finale con la tedesca Anna Monta Olek è teso e abbastanza equilibrato. I primi quattro minuti scorrono rapidamente, con entrambe le atlete che, complice un’interpretazione arbitrale un po’ dubbia, accumulano due shido ciascuna. Olek, forse ispirata dalla vittoria della sua connazionale ai Mondiali del 2024, tenta ripetutamente lo strangolamento. Questa volta, però, Bellandi è pronta e non cede. Minuto dopo minuto, anche il golden score prosegue in parità. La fatica si fa sentire, ma non è certo questo il momento di ascoltarla. Ogni hajime diventa un urlo di richiamo verso tutte le forze che le atlete hanno nel corpo e nella mente.

Dopo sei interminabili minuti di golden score, arriva l’occasione: Olek entra in o uchi gari, e Bellandi risponde con un gaeshi dal tempismo impeccabile. La spalla della tedesca appoggia sul tatami. È yuko. Alice Bellandi è campionessa del Mondo. E se guardiamo all’angolo troviamo ancora lui: Re Mida Antonio Ciano. Al termine dell’incontro l’allenatore dichiara:

Dopo la vittoria olimpica a Parigi non sapevamo come sarebbe stato il suo [di Bellandi] ritorno sul tatami, insieme abbiamo concordato di ripartire da questo Mondiale. Non nascondo che avrei preferito facesse un’altra gara prima, ma ho accettato la sua posizione e ho creduto nella sua maturità. Se qualcosa fosse andato storto non avremmo avuto rimpianti, ma eravamo venuti qui per vincere ed è successo.

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Il bilancio azzurro ai Mondiali di judo 2025

Con queste due pesantissime e brillantissime medaglie, l’Italia può dirsi soddisfatta dai risultati del Mondiale in Ungheria. Anche se non sono mancati dei piazzamenti meno alti di ciò che ci si poteva aspettare. Odette Giuffrida (-52 kg) vincitrice del Mondiale 2024, si presentava da favorita, ma si è fermata agli ottavi, sorpresa da Ariane Toro Soler. Anche Manuel Lombardo (-73 kg) ha sfiorato l’obiettivo podio fermandosi al quinto posto, ma con la sensazione che sia ancora nel pieno della sua parabola ascendente e possa guardare agli eventi futuri con la stessa speranza di ottenere ottimi risultati. Per entrambi non si fa attendere il supporto di Raffaele Toniolo, Direttore Tecnico della Preparazione Olimpica, che precisa:

Ci auguriamo che i soliti “leoni da tastiera” non approfittino di questa giornata storta per commentare negativamente le prestazioni di questi nostri campioni.

Insomma, l’Italia, con i suoi sogni, le sue cadute e le sue vittorie, c’è. Non sempre al centro del palcoscenico, ma si fa sentire con una voce chiara. E che, se continuerà a crescere, potrà tornare a far risuonare forte l’inno di Mameli nelle arene ancora molte volte.

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