Quella volta che Montpellier diventò capitale di Francia

La cavalcata trionfale del Montpellier è il simbolo di come anche i sogni più grandi possano tramutarsi in realtà. Il club francese vinse il titolo (l’unico nella sua storia) dopo una stagione combattuta senza esclusione di colpi con il PSG.

 

Verso altri lidi

2011, sud della Francia. Il Montpellier si prepara alla nuova stagione dopo aver terminato il campionato al 14° posto, con le parole del vulcanico presidente Nicollin che riecheggiano ancora in sottofondo: “Mi fa davvero inca****e finire in questa posizione. Non sono affatto contento e i miei giocatori lo scopriranno. Li incontrerò durante la ripresa, il 29 giugno, e dirò loro cosa ne penso. Ci metteremo gentilmente a sistemare le cose “. Reazione più che condivisibile, viste le aspettative venute a crearsi dopo il sorprendente quinto posto ottenuto l’anno precedente, subito dopo la promozione in Ligue 1.

Con un budget molto limitato e una rosa formata principalmente a partire dalle giovanili, il Montpellier fronteggiò la sessione di calciomercato estivo con l’obiettivo principale di mantenere le colonne portanti della formazione. Il 4-2-3-1 messo in campo da René Girard poteva contare sulle buone prestazioni di Yanga-Mbiwa (che i tifosi romanisti ricorderanno sicuramente per il gol decisivo nel derby), il carisma del cileno Estrada e l’estro sulla trequarti di Younes Belhanda. La punta di diamante era il giovane Olivier Giroud, che aveva già dato buona prova di sé l’anno precedente mettendo a segno 14 reti.

Senza effettuare grandi stravolgimenti, il club puntellò principalmente il reparto difensivo acquistando il laterale Bedimo dal Lens e il centrale d’esperienza Hilton, reduce dall’esperienza al Marsiglia.

 

Inizio col botto

Gli uomini di Girard iniziarono nel migliore dei modi, vincendo i primi tre incontri e mettendo a referto il migliore avvio della storia del club. Ma nonostante la vittoria alla seconda giornata contro i campioni del Lille e il primo posto in solitaria dopo cinque giornate, nessuno immaginò un Montpellier in lizza per il titolo. I bookmakers indicarono ovviamente la corazzata Paris Saint-Germain come favorita, forti dell’arrivo dei petrodollari dopo l’acquisizione da parte della Qatar Investment Authority.

La prima vera sfida arrivò all’ottava giornata, con il Montpellier che ospitò il PSG allo Stade de la Mosson. “Il nostro obiettivo non è arrivare primi, anche se cercheremo di rimanere in testa alla classifica il più lungo possibile“. Parole di circostanza per Giroud, che mantenne il profilo basso dopo l’avvio sorprendente della sua squadra. Purtroppo la vittoria del PSG per 0-3 mise in discussione la buona partenza del Montpellier, nonostante il supporto dei 24.000 tifosi presenti nello stadio di casa.

Messa da parte la sonora sconfitta rifilata da les Parisiens, Girard fece ripartire la macchina delle vittorie nel mese di ottobre, recuperando il gap imposto dal PSG e raggiungendoli a pari punti. Tutto questo fu reso possibile dalle prestazioni superlative di Giroud, che rispose presente alla prima convocazione in nazionale dopo aver trascinato il Montpellier a suon di gol. Nessun calciatore dei Pailladins era stato più convocato dal 1966, a dimostrazione di come l’attaccante francese fosse l’arma in più della formazione di casa al Mosson.

Un giovane Giroud esulta con la maglia del Montpellier

 

Attacco al potere

Dopo altre due vittorie scoppiettanti contro Sochaux e Lorient, il Montpellier si trovò nuovamente da solo al comando. Quando l’operazione rimonta sembrò completata, tuttavia, i Pailladins gettarono alle ortiche il vantaggio guadagnato: Giroud e compagni incapparono in un filotto di partite senza vittorie, mentre il PSG iniziò nuovamente a macinare punti. Particolarmente rovinosa la caduta per 4-2 contro l’Evian, neopromossa che in quell’anno fu la bestia nera delle big francesi. Nonostante i punti persi per strada, il Montpellier chiuse il girone di andata al secondo posto, con il miglior attacco del campionato e la seconda miglior difesa. Risultati che ad inizio stagione sembravano irraggiungibili.

Proprio al termine del girone d’andata il direttore sportivo del Paris Saint-Germain Leonardo cambiò completamente le carte in tavola. Oltre agli acquisti di Maxwell, Alex e Thiago Motta, la società decise di accantonare Antoine Kombouaré in favore di Carletto Ancelotti, che arrivò a Parigi in pompa magna. L’ormai ex tecnico francese dei parigini non mancò di esternare il suo disagio al quotidiano Le Parisien: “Mi sento offeso e lo sarò per il resto della mia vita. Sono convinto di non avere niente in meno di Ancelotti”. 

 

Il colosso nella tana del Montpellier

Con la riapertura del campionato il Montpellier continuò la propria corsa nonostante le assenze dovute dalla Coppa d’Africa. Battendo il Lione per 0-1, il Montpellier non si fermò più per sette partite consecutive, facendo del Mosson la propria fortezza. Alla 24° giornata il PSG ricevette il Montpellier in casa, per l’incontro che avrebbe potuto svoltare l’intera stagione.

La squadra di Girard iniziò ad sentire l’odore del sangue, anche se nei giorni antecedenti alla partita la stampa cercò di minimizzare parlando di uno scontro tra il “colosso parigino” e “la piccola formazione provinciale“. Le parole in conferenza stampa dell’allenatore del Montpellier non fecero che scaldare ancora di più l’ambiente, fornendo un motivo in più ai tifosi per continuare a sognare: “L’obiettivo è ovviamente quello di ottenere il miglior risultato possibile. Andremo a Parigi per fare qualcosa“. Al Parco dei Principi per un attimo successe l’impensabile: Utaka portò avanti il Montpellier a dieci minuti dalla fine, accarezzando l’idea di scavalcare la squadra di Ancelotti. Il momento di gloria venne subito cancellato dal gol di Guillaume Hoarau all’88°, che fissò il punteggio sul 2-2 e rimandò il sorpasso del Montpellier.

Il Montpellier sfiora il colpaccio al Parco dei Principi. Il sorpasso è rimandato

 

Contatto!

Il pareggio contro il PSG fu la conferma che il Montpellier fosse in grado di lottare fino all’ultimo. Il passo falso della squadra di Ancelotti contro il Bordeaux e il gol allo scadere di Giroud contro il Saint-Étienne permisero al Montpellier di agganciare il primo posto, a pari punti con i parigini. Per il definitivo sorpasso bastò attendere una settimana, con il PSG che cadde a Nancy e il Montpellier che violò il Velodrome di Marsiglia. Nonostante i cinque punti di vantaggio, il Montpellier rischiò più volte di perdere l’equilibrio nelle ultime giornate di campionato. Complice nuovamente l’Evian che, nonostante avesse raggiunto la salvezza matematica, bloccò l’avanzata della squadra di Girard con un pareggio.

Arrivati alla penultima giornata, la classifica recitava così: Montpellier 76, PSG 73. La formazione di Ancelotti ospitò il Rennes al Parco dei Principi, mentre il Lille terzo in classifica andò in trasferta a Montpellier. Non era più concesso sbagliare.

 

L’atto finale

La tripletta di Nené in 65 minuti chiuse anticipatamente i conti a Parigi: al PSG non restò altro che sperare di ricevere buone notizie da Montpellier. Notizie che non arrivarono mai, visto il gol allo scadere di Karim Aït-Fana, che diventò eroe per una notte e fece tirare un sospiro di sollievo ai tifosi blu-arancio. La lotta scudetto venne rimandata all’ultima giornata, nello scenario peggiore che ogni tifoso potesse sognare. La settimana che portò all’ultima fatica della stagione venne vissuta dai tifosi del PSG come un’attesa snervante, forse condizionati dal fatto che la propria squadra non vincesse il titolo da 20 anni. La piazza di Montpellier invece non sembrò subire la pressione, viste le parole del centrocampista Geoffrey Dernis: “Nessuna euforia. Abbiamo fatto normalmente l’allenamento del martedì mattina e stiamo vivendo una settimana come tutte le altre. Per il momento siamo primi, ma non abbiamo vinto nulla“.

Il Montpellier andò in scena ad Auxerre, contro una squadra con il morale a pezzi dopo la retrocessione matematica; il PSG affrontò in trasferta il Lorient, in piena corsa salvezza. Per entrambe le contendenti al titolo l’imperativo era vincere.

 

Il sogno si avvera

Al 20′ del primo tempo il Montpellier iniziò a vedere le streghe dopo il gol subito dagli avversari sugli sviluppi di un calcio d’angolo. A rimettere in carreggiata la squadra ci pensò Utaka, che mandò le squadre negli spogliatoi sul punteggio di 1-1. Quello che seguì dopo il calcio d’inizio del secondo tempo fu allucinante: i tifosi dell’Auxerre iniziarono a lanciare carta igienica e palline da tennis in segno di protesta, mentre in tutto lo stadio spuntarono striscioni e bandiere in favore del PSG.

L’incontro fu interrotto per lancio di fumogeni in campo, costringendo la polizia ad intervenire. In un attimo il Montpellier passò dal raggiungere il paradiso a scendere all’inferno, complice anche la vittoria del PSG ottenuta sul campo del Lorient. Tutta la Francia si fermò ad osservare i minuti restanti di quel match folle. Alla ripresa del gioco però avvenne finalmente ciò che nessuno avrebbe mai pronosticato ad inizio stagione. Ci pensò nuovamente Utaka, che con un sinistro al limite dell’area piccola mandò in delirio tutti i tifosi dei Pailladins.

Il Montpellier divenne ufficialmente campione per la prima volta nella sua storia, dopo solamente due anni dal ritorno in Ligue 1. La “piccola formazione provinciale” guidata da Girard fece l’impossibile, portando sul tetto di Francia la squadra di Nicollin, il quale a fine partita dichiarò quasi commosso: “È favoloso, incredibile, è il giorno più importante della mia carriera”.

La favola del Montpellier si chiuse con la parata d’onore per le vie della città, con il presidente che mantenne fede alla promessa fatta in aprile e festeggiò la vittoria sul pullman della squadra con una cresta blu-arancio, simbolo di come quell’uomo che nel 1974 acquistò il club perso nella Eccellenza francese tenesse alla città.

Un video celebrativo dell’impresa dei Pailladins

 


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catenaccio

Di Marco De Gaspari

Totalmente dipendente da calcio e musica. Tutto si basa sulla più grande massima mai espressa: chi sa fare sa capire.