Quella volta che l’Italia di Sacchi perse col Pontedera

Mondiali USA 1994, gruppo E: Irlanda, Norvegia, Messico e Pontedera. Questo è ciò che avrebbe voluto la Gazzetta dello Sport il giorno successivo all’incredibile sconfitta della Nazionale nell’amichevole contro la formazione toscana del 6 aprile 1994.

 

Stage e amichevole

A due mesi dal mondiale a stelle e strisce, il CT Arrigo Sacchi organizzò uno stage di tre giorni a Coverciano facendo imbestialire gli allenatori di mezza Serie A che, proprio nel momento clou della stagione, si videro privati dei loro giocatori chiave. Il Milan di Capello si stava per laureare campione d’Italia per la terza volta consecutiva ed era in corsa per la Champions League che poi avrebbe alzato nel cielo di Atene; anche l’Inter, che stava vivendo una stagione tribolata, aveva come obiettivo la Coppa Uefa che in effetti si sarebbe aggiudicata in finale contro il Salisburgo. Dal canto suo la Sampdoria, che avrebbe vinto qualche settimana dopo la Coppa Italia, trattenne i propri tesserati richiesti da Sacchi (Pagliuca, Evani e Lombardo) e così fece anche il Parma (Zola, Benarrivo, Minotti, Apolloni e Mussi).

Il CT decise di terminare i tre giorni di stage con un’amichevole e come sparring partner venne scelta una squadra che all’epoca giocava un calcio piuttosto moderno, basato su un pressing asfissiante e che ricordava l’impianto tattico della Norvegia, avversaria nella seconda partita nel girone del Mondiale: il Pontedera di mister D’Arrigo, militante in Serie C2.

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Sacchi nel ritiro di Coverciano

 

Davide contro Golia

L’unico giocatore dei toscani con un passato in Serie A era il portiere Giulio Drago, cresciuto nel settore giovanile della Juventus. Alcuni suoi compagni ebbero in seguito l’occasione di calcare i campi della Serie A, come ad esempio Alessandro Pane, anima dell’Empoli di Spalletti e il centravanti Alfredo Aglietti (Napoli e Verona).

A porte chiuse l’Italia, in completo bianco, scese in campo con Marchegiani, Panucci, Maldini, Albertini, Costacurta, Baresi, Donadoni, Conte, Signori, Baggio e Stroppa. Gli “ospiti” risposero con: Drago, Vezzosi, Rocchini, Balli, Allori, Cecchi, Rossi, Moschetti, Cecchini, Pane e Aglietti. L’arbitro era un giovane Pierluigi Collina.

 

L’uno-due del Pontedera

Al minuto 19 accadde l’impensabile: Matteo Rossi diventò il giustiziere del’Italia in quello che sarebbe dovuto essere un tranquillo pomeriggio di allenamento per la Nazionale di Sacchi. Aglietti da bomber si trasformò in rifinitore e imbucò una gran palla in verticale a Rossi che trafisse Marchegiani con un preciso diagonale. Invece di esultare, correre come un pazzo o urlare dalla gioia, il centrocampista del Pontedera rimase fermo, incredulo e poi si riallacciò una scarpa.

Tre minuti più tardi Aglietti, con un tap-in ravvicinato, raddoppiò. Clamoroso a Coverciano: dopo neanche 25 minuti una squadra di Serie C2 era sopra di due gol contro una delle nazionali candidate alla vittoria del mondiale statunitense. La Nazionale non girava, sembrava molle, fiacca e demotivata. Baggio era spaesato e la difesa più forte del mondo non riusciva ad arginare attaccanti che erano soliti fronteggiare le difese di Cecina, Montevarchi, Baracca Lugo e Ponsacco.

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L’uno-due del Pontedera annichilisce la nazionale di Sacchi

 

Reazione sconclusionata

Il secondo tempo iniziò con cinque cambi tra gli azzurri: la coppia d’attacco leggera Baggio-Signori non aveva funzionato e venne rimpiazzata da “Mister ProvvidenzaDaniele Massaro e da Pierluigi Casiraghi. L’attaccante del Milan accorciò subito le distanze e poco dopo colpì una clamorosa traversa che impedì agli uomini di Sacchi di impattare il match. Vennero sostituiti addirittura i guardalinee: Carmignani e Carlo Ancelotti, collaboratori del commissario tecnico, passarono dalla panchina ad assistere Collina, al quale fu chiesto di allungare il recupero passando da tre a sette minuti. Ma il fortino toscano resistette agli ultimi assalti azzurri.

 

Chi mandiamo al Mondiale?

Nel post partita, nell’incredulità generale, il presidente del Pontedera Luciano Baracchini, accompagnando Sacchi negli spogliatoi, quasi si scusò per la vittoria dei suoi, mentre il tecnico D’Arrigo dichiarò che non aveva preparato al meglio la partita perché la priorità della squadra era l’impegno in campionato della domenica successiva e che in ogni caso avrebbe provato vergogna nello spiegare ai suoi giocatori come marcare Roberto Baggio.

Non si può parlare seriamente di questa partita, ci eravamo allenati anche la mattina. Poi scriverete quello che volete, ma questo stage è stato utilissimo. Anzi, ringrazio il Pontedera che ho scelto perché fa un gioco molto simile alla Norvegia e al Messico

si affrettò a giustificarsi Sacchi.

Il giorno successivo, le principali testate italiane, sportive e non, attaccarono frontalmente la Nazionale con titoli come “Forza Pontedera. Gli azzurri in crisi“, “Anche il Pontedera batte l’Italia“, “Pontedera in America. Con Arrigo o D’Arrigo?“. Ma fu la Gazzetta dello Sport a scegliere il titolo più spietato: “Ai Mondiali il Pontedera“.

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La formazione dell’Italia nella finale contro il Brasile

 

Un epilogo dolceamaro

La compagine toscana non partì per gli Stati Uniti, ma a maggio festeggiò una meritata promozione in Serie C1 dopo essere stata per molte giornate l’unica squadra italiana imbattuta nei campionati professionistici. Per quanto riguarda l’Italia, sappiamo tutti come è andata: dopo un inizio tutto in salita, Roberto Baggio trascinò i suoi compagni in finale, prima di fermarsi a undici metri dalla gloria nel caldo infernale di Pasadena.

Al termine del Mondiale vinto dal Brasile, la dirigenza toscana inviò un fax ai verdeoro complimentandosi per la vittoria e chiedendo di giocare una specie di finalissima contro la squadra che aveva umiliato i futuri vice campioni del mondo.

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Baggio e Baresi con la medaglia d’argento  di USA ’94

 

Campioni o meteore?

Il tecnico Francesco D’Arrigo, sacchiano, non mantenne le promesse degli esordi e spese buona parte della carriera sulle panchine toscane di Serie C.

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Francesco D’Arrigo, attualmente tecnico federale a Coverciano

 

Anche l’autore del primo gol agli azzurri, Matteo Rossi, pontederese doc, giocò perlopiù in C. Il centrocampista Alessandro Pane, invece, debuttò nella massima serie con l’Empoli qualche anno dopo alle dipendenze dell’attuale CT Luciano Spalletti, del quale è stato anche assistente per alcune stagioni.

Alfredo Aglietti assaggiò la massima serie con le maglie di Napoli e Verona ma, per sua stessa ammissione, nonostante i 130 gol in carriera è  ricordato quasi esclusivamente per la rete contro gli azzurri. Dopo il ritiro ha intrapreso la carriera da allenatore: ha all’attivo esperienze in Serie B con Novara, Entella, Ascoli, Brescia e Lecco.

Il presidente Luciano Baracchini rimase al timone del Pontedera fino al 2000, per poi tornare in società dal 2010 sino all’estate 2022.

 


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catenaccio

Di Stefano Cabrini

Amante del calcio puro e ignorante. Viaggiatore seriale, meta preferita: anni '90. Non ricordo con cosa ho pranzato ieri ma conosco il nome del magazziniere del Piacenza 1995/96.