Che si avvicinino Halloween a ottobre o il Carnevale a febbraio, lungo l’anno arrivano momenti in cui iniziare a pensare a un personaggio da interpretare: una volta preparati “trucco e parrucco” si parte con le danze e comincia la festa. Ma in questo caso la situazione è leggermente diversa. Da qualche anno infatti, John Eduart Rodríguez Chacón – ciclista amatoriale colombiano – ha deciso di prendere stabilmente le sembianze di Marco Pantani e di farsi chiamare El Pirata o anche Il Pantani colombiano, rendendosi protagonista di una storia a metà tra l’omaggio verso la leggenda e l’imitazione goliardica.
Dalla polizia alla bicicletta, nel nome di Pantani
Ex poliziotto proveniente dalla città di Bucaramanga, capoluogo del dipartimento di Santander, il 49enne colombiano oggi si guadagna da vivere vendendo pezzi di ricambio e biciclette di seconda mano, così da poter non solo lavorare ma anche aiutare i giovani ragazzi che come lui sono appassionati di ciclismo e sognano di diventare dei professionisti. E dire che anni fa tutto stava proseguendo secondo una vita ordinaria, scandita dal suo incarico nelle forze dell’ordine. Poi un giorno, quando gli dicono che è uguale a Pantani, cambia tutto: John si documenta, si appassiona alla storia del Pirata e decide di lasciare il posto in polizia, dedicandosi alla passione per la bicicletta, dapprima percorrendo le vie del suo Paese alle spalle di un signore di 72 anni, tale Ramón Gómez Gómez, quindi continuando per un motivo molto più toccante:
Il mio amico Gerardo Moncada Guiza ha avuto un tumore all’occhio e, dopo aver scoperto che lo sport lo avrebbe aiutato a ridurre la possibilità di un ritorno delle metastasi, abbiamo continuato a inseguire il sogno del ciclismo. Anche per questo sono rimasto in sella e cerco di dare sempre il massimo e mi alleno spesso.
Un giorno, quindi, John decide di prendere sul serio la somiglianza con Pantani: inizia a farsi conoscere ai Campionati nazionali in Colombia e al Tour Colombia, presentandosi al via nelle vesti del Pirata. Quello per Pantani è un amore nato diversi anni prima. La Colombia ha una grande tradizione di ciclisti e, in particolare, di scalatori, ma John si è legato in maniera indissolubile a Pantani e al suo stile, tanto da riproporlo durante le sue comparsate nelle varie gare in Colombia e all’estero:
Ero un grande fan di Alfonso Flores, di Herrera, di Quintana e anche di Bernal, ma non sapevo nulla di Pantani. Poi un giorno vidi un documentario su di lui e sulla sua storia. Me ne innamorai. Quella del ciclista scalatore non è una vita facile, è uno stile che richiede un grande sforzo fisico e tanto sacrificio. Da quando l’ho conosciuto ho sempre apprezzato le sue caratteristiche e anche per questo lo imito, nonostante le mie origini sento di avere anche un’anima italiana. Ho tanti ricordi di Pantani e delle imprese realizzate nel mondo del ciclismo, l’unico rimpianto è quello di non averlo visto dal vivo, ma grazie a lui ho capito, nel mio piccolo, che senza sacrificio non ottieni nessun successo.
Il Pantani colombiano è ormai un personaggio in patria, come dimostra questo video al via del Tour Colombia
Il legame con l’Italia e il futuro del Pantani colombiano
Ovviamente questa sua passione – anzi forse sarebbe più giusto chiamarla ossessione – per Pantani lo ha in qualche modo legato all’Italia, tanto che è stato possibile vederlo nei pressi di Bassano durante il Giro d’Italia del 2024.
Il Pantani colombiano è fortemente convinto di poter ispirare le persone con la sua tenacia e la sua forza di volontà. Disciplina, sacrificio e speranza sono le parole d’ordine per chi vuole realizzare i propri sogni e diventare un ciclista. Come ha fatto Marco Pantani, “l’ultimo ciclista romantico” a detta di John.
La sua aspirazione più grande è quella di presenziare al Tour de France per onorare Il Pirata nella manifestazione ciclistica più importante del Mondo.
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