Dopo una lunga trattativa, Nico Mannion ha firmato un contratto biennale con l’Olimpia Milano, con opzione per la terza stagione. Il trasferimento è avvenuto grazie a un accordo tra Milano e Varese, che prevede un buyout di circa 300.000 euro. Con l’Olimpia, Mannion ha l’opportunità di tornare a disputare l’Eurolega e l’esordio contro il Real Madrid è stato convincente sia per lui (11 punti e 5 assist) sia per i compagni che hanno beneficiato del talento del playmaker ex Golden State Warriors, leggi Nenad Dimitrijević che ha sfoderato la sua migliore partita in maglia biancorossa.
Oggi, con Ettore Messina, Nico trova un allenatore che punterà a perfezionare il suo gioco. Messina, noto per la sua attenzione maniacale ai dettagli, lavorerà con lui sulla precisione al tiro e sulla tenuta fisica, aspetti fondamentali per competere ai massimi livelli in Europa. Per Messina, Nico rappresenta un giocatore versatile, in grado di adattarsi a situazioni di gioco differenti, ma per eccellere dovrà migliorare nella costanza e nell’affidabilità nei momenti critici. Milano e l’Olimpia rappresentano per Mannion una delle sfide più stimolanti della sua carriera, con una vista e con l’ispirazione verso quelli che sono stati i “miti” di una formazione che oggi più che mai ha tanto bisogno di simboli e di certezze. Nico dovrà trovare quella continuità che per diversi motivi in questi anni non ha avuto la fortuna di possedere e così emergere nell’élite del basket europeo e, perché no, tornare a guardare oltre oceano.
Nico Mannion, dall’Italia agli USA
Nico Mannion è nato a Siena il 14 marzo 2001. È figlio d’arte: suo padre, Pace Mannion, è un ex cestista statunitense, mentre sua madre, Gaia Bianchi, è un’ex pallavolista italiana. La famiglia si trasferisce negli Stati Uniti poco dopo la sua nascita, stabilendosi a Phoenix, Arizona. Nico ha sempre vissuto a cavallo tra due culture, tra il fascino del sogno americano e l’orgoglio delle sue radici italiane. Fin da piccolo, il pallone da basket è stato il suo fedele compagno, e ogni canestro segnato sembrava spingerlo sempre più vicino a qualcosa di grande. Ma il suo viaggio, che molti avrebbero immaginato come un’ascesa verso l’NBA, si è rivelato più complesso. Si tratta di un caso più unico che raro di un giocatore italiano scoperto negli Stati Uniti prima che in Italia. Quando Nico ha appena nove anni, grazie all’amicizia tra il padre e Jelly Bean Bryant – rivale di tante battaglie nel nostro Paese, nel tunnel degli spogliatoi di una Lakers-Jazz a Salt Lake City nei Playoffs che sanciranno il quinto anello di Kobe Bryant – incontra il Black Mamba e da questo incontro, senza saperlo, inizia la sua storia cestistica.
Nico si forma al liceo di Pinnacle, a Phoenix, dove si mette in mostra con due titoli statali di fila vinti che lo portano addirittura sulle pagine di Sports Illustrated. Gioca anche con l’Under 16 della Nazionale USA ma quando viene tagliato, una splendida e profetica intuizione di Stefano Sacripanti – al tempo alla guida dell’Under 20 – conduce Mannion alla maglia azzurra, con cui nel 2017 gioca gli europei di categoria in Montenegro. Alla prima esperienza fuori dai confini americani i numeri sono eccezionali: 20 di media nel torneo, exploit da 42 punti contro la Russia, show di canestri e penetrazioni di potenza a esibire il suo passo bruciante e la sua innata capacità di battere l’uomo in palleggio.
Quando Nico lascia gli Stati Uniti per tornare in Italia, la decisione può sembrare un passo indietro. Eppure è proprio in Europa che troverà le sfide che lo aiuteranno a crescere. Dalla Virtus Bologna al Baskonia, fino a Varese e all’approdo all’Olimpia Milano, la sua storia è fatta di scelte coraggiose, di ostacoli e di ritorni. È una storia che racconta di un ragazzo giovane che ha saputo interpretare ogni difficoltà come una lezione, trasformando ogni esperienza in un nuovo tassello della propria identità di giocatore e di uomo. In questa storia, nella sua storia, ogni partita è un capitolo di un racconto più ampio, un viaggio fatto di vittorie e sacrifici, di allenatori che lo hanno guidato e di momenti in cui è stato lui stesso a prendere in mano il suo destino. Nico Mannion oggi è più di un semplice talento: è un esempio di resistenza, un giocatore che ha dimostrato che la grandezza non si raggiunge solo nelle statistiche, ma nella capacità di adattarsi, di lottare e di ricominciare ogni volta, con lo sguardo fisso su un unico obiettivo: diventare un simbolo per il basket italiano.
Stile di gioco e punti di forza
Nico Mannion è un giocatore con uno stile di gioco che sembra cucito addosso alle moderne esigenze del ruolo di playmaker. Il suo modo di muoversi in campo è un equilibrio tra rapidità, controllo e visione, caratteristiche che lo rendono non solo un creatore di gioco, ma anche una minaccia costante per le difese avversarie. La velocità è una delle sue armi principali: è capace di passare in un attimo da una difesa serrata a una transizione offensiva esplosiva, mettendo in difficoltà gli avversari. Questo dinamismo è ideale per le azioni di contropiede, dove può trovare facilmente spazi aperti e sfruttare il ritmo elevato. Ma non è solo la velocità a caratterizzare il suo gioco. Nico ha una gestione del tempo e del ritmo che dimostra una maturità tattica fuori dal comune per la sua età. Sa quando è il momento di accelerare, ma anche quando rallentare, adattandosi alle esigenze della squadra e cercando il miglior equilibrio possibile. La sua visione di gioco è un’altra qualità che lo rende speciale: vede linee di passaggio e angolazioni che sfuggono a molti, il che lo porta a essere un vero facilitatore per i compagni, creando opportunità di tiro o spazi per gli inserimenti dei lunghi.
Nonostante i suoi punti di forza, come per ogni giovane talento, ci sono aree in cui può ancora migliorare. Una di queste è il tiro da tre punti: la sua meccanica è buona, ma la precisione da dietro l’arco è incostante. Sviluppare una maggiore affidabilità nel tiro dalla distanza lo renderebbe una minaccia ancora più completa, soprattutto nei momenti in cui il gioco richiede di allargare il campo. Inoltre, Nico ha dovuto lavorare sulla resistenza fisica per affrontare avversari più robusti, soprattutto nelle competizioni internazionali come l’Eurolega, dove i contatti fisici sono intensi. Migliorare sotto questo aspetto lo renderà più efficiente e più efficace nel mantenere alte prestazioni anche contro difese particolarmente fisiche.
Gli inizi negli States: High School, College e l’approdo in NBA
Nico frequenta la Pinnacle High School di Phoenix, dove si distingue immediatamente per le sue doti atletiche e tecniche. Durante il suo ultimo anno di liceo, registra una media impressionante di oltre 30 punti, 6 rimbalzi e 6 assist a partita, attirando l’attenzione dei principali programmi universitari di basket negli Stati Uniti. Decide di proseguire la sua carriera collegiale all’Università dell’Arizona, giocando per i Wildcats nella stagione 2019-2020. In questa esperienza, Mannion mantiene una media di 14 punti, 5,3 assist e 2,5 rimbalzi per partita, confermandosi come uno dei migliori playmaker della nazione. Al termine della stagione universitaria, si dichiara eleggibile per il Draft NBA 2020. Viene selezionato al secondo giro con la 48ª scelta assoluta dai Golden State Warriors, squadra in cui milita il suo idolo, Stephen Curry. Nella stagione 2020-2021, Mannion disputa 30 partite, registrando una media di 4,1 punti e 2,3 assist in circa 12 minuti di gioco per partita. Il suo career-high in NBA arriva il 25 marzo 2021, quando segna 19 punti contro i Sacramento Kings. Nonostante le limitate opportunità, questa esperienza gli permette di confrontarsi con i migliori giocatori al mondo e di acquisire una preziosa esperienza a livello professionistico.
La Nazionale e il ritorno in Italia
Mannion esordisce con la Nazionale italiana il 26 febbraio 2018, a soli 17 anni, 3 mesi e 17 giorni, diventando il quarto più giovane esordiente nella storia degli Azzurri. Partecipa al Torneo Preolimpico del 2021, dove riveste un ruolo fondamentale nella qualificazione dell’Italia alle Olimpiadi di Tokyo, segnando 24 punti quel famoso 4 luglio 2021 nella vittoria decisiva contro la Serbia. Alle Olimpiadi, Mannion contribuisce al raggiungimento dei quarti di finale.
Dopo averci condotto a suon di prodezze a un sogno olimpico che mancava da 17 anni (dalla fortunata spedizione di Atene), il nativo di Siena è scoppiato in lacrime. Un’impresa, quella di abbattere la strafavorita Serbia, per giunta a Belgrado e con il caldissimo pubblico di casa rimasto senza parole davanti ai canestri di un ragazzo appena ventenne che, senza paura, ha trascinato un’intera squadra da leader segnando 24 punti, che è già parte della storia del nostro basket e dello sport italiano in generale. Senza le star Belinelli, Gallinari e Datome, la Nazionale si era presentata al torneo preolimpico con l’obiettivo di dare ufficialmente inizio a un nuovo corso, fondato proprio sul talento di Nico e di tanti altri ragazzi di belle speranze. I risultati di quel gruppo però sono andati ben oltre ogni più rosea aspettativa.
A rinforzare il legame con il suo Paese d’origine, nell’agosto 2021, Nico decide di tornare in Italia, firmando un ricco contratto biennale con la Virtus Bologna, dopo aver dominato il preolimpico e aver giocato un Olimpiade da protagonista. Il suo arrivo è accolto con grande entusiasmo, ma l’inizio dell’avventura bolognese è segnato da alcune difficoltà. Mannion contrae un’infezione che lo costringe a un lungo stop che dura quasi tutta la prima stagione, mentre nella seconda stagione – in cui, dopo la vittoria in Eurocup, la Virtus entra in Eurolega – non trova un buon feeling né con Scariolo né sul campo nei match europei, finendo spesso ai margini o addirittura fuori squadra. In campionato gioca spesso ma resta fuori per tutte le gare di finale, perse poi da Bologna contro Milano.
Il Baskonia, la Summer League e la rinascita a Varese
Nel giugno 2023, Nico firma un contratto biennale con il Baskonia, squadra militante nella Liga ACB spagnola e partecipante all’Eurolega. L’obiettivo è quello di confrontarsi nuovamente con il massimo livello europeo e di continuare il suo percorso di crescita. Tuttavia, l’esperienza in Spagna si rivela più breve del previsto: dopo pochi mesi, Mannion decide di rescindere il contratto con il Baskonia, visto lo scarso utilizzo (solo 12 partite in campionato e 8 in Eurolega), cercando nuove opportunità per rilanciare la sua carriera. Tra l’altro nell’estate 2023 firma con i Bucks per giocare la Summer League NBA, nel corso della quale mette a segno 16 punti, 4 rimbalzi, 3 assist e 2 palle rubate, nel suo esordio nella vittoria per 92-85 contro i neocampioni Denver Nuggets.
Nel dicembre 2023 il ritorno in Italia, alla Pallacanestro Varese. Il suo arrivo porta immediatamente una ventata di entusiasmo e Mannion si conferma come uno dei migliori giocatori del campionato: è il primo per punti (26,3 di media) e per falli subiti.
L’importanza degli allenatori nella sua crescita
Durante la sua carriera, Mannion ha avuto la fortuna di lavorare con allenatori di altissimo livello, ognuno dei quali ha contribuito a plasmare il giocatore e la persona che è oggi. Con Steve Kerr ai Golden State Warriors, Nico ha mosso i primi passi nel professionismo NBA. Kerr è stato un mentore paziente, capace di trasmettere al giovane italo-americano la disciplina e la mentalità necessarie per competere in un campionato così intenso. È con Kerr che Nico ha iniziato a comprendere il valore dell’approccio strategico al gioco, imparando come inserirsi in una squadra di altissimo livello e come sfruttare ogni minuto sul campo per fare la differenza.
Con Sergio Scariolo alla Virtus Bologna, Nico ha trovato un allenatore che gli ha trasmesso il rigore del basket europeo e lo ha spinto a crescere mentalmente. Scariolo ha lavorato molto sull’aspetto tattico e sulla concentrazione, insegnandogli a sfruttare ogni azione e a mantenere alta l’intensità. È stato un periodo cruciale per il neo acquisto di Milano, che ha imparato quanto il controllo mentale sia fondamentale per affrontare le sfide e superare le difficoltà fisiche e ha capito che il basket europeo richiede grande attenzione ai dettagli e resistenza mentale.
Durante l’esperienza al Baskonia, Joan Peñarroya ha rappresentato un’altra figura chiave per Mannion perché ha messo in evidenza l’importanza della visione tattica e della flessibilità, aiutandolo a esplorare nuovi approcci di gioco. Sotto la guida di Peñarroya, Mannion ha lavorato per sviluppare una maggiore costanza nel tiro da tre e un miglioramento nella lettura delle difese avversarie, strumenti fondamentali per gestire situazioni complesse sul campo. Sebbene l’esperienza in Spagna sia stata breve e con poche presenze in campo, le lezioni di Peñarroya sono state preziose per arricchire il suo arsenale tecnico.
In Nazionale, Mannion ha potuto sviluppare un legame significativo con Meo Sacchetti. Il ct della Nazionale italiana ha visto nel ragazzo non solo un giocatore, ma un leader in divenire, qualcuno che possa incarnare il futuro del basket azzurro. Con Sacchetti, Nico ha potuto sperimentare una libertà di gioco che gli ha permesso di prendere fiducia nei momenti chiave, sentendosi responsabile del destino della squadra. Sacchetti gli ha dato fiducia e spazio, permettendogli di esprimersi al meglio e di crescere come punto di riferimento per la Nazionale italiana, tanto da renderlo una figura cardine nelle competizioni più importanti, come le Olimpiadi di Tokyo.
Ora l’approdo all’Olimpia con Messina per sbocciare definitivamente. Anche in Eurolega e con la maglia azzurra.
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