Elogio dell’egoismo: in Blue Lock conta solo chi fa gol

Nel magico mondo del fumetto giapponese la sottocategoria spokon, ovverosia i manga a tema sportivo, pianta  le sue radici già negli anni ‘60. Opere quali “Tommy la stella dei Giants” (Kyojin no Hoshi) e “Rocky Joe” (Ashita no Joe) sono veri e propri pilastri della cultura nipponica. Linea poi proseguita nel corso dei decenni con serie famose a livello globale come “Holly e Benji” (Captain Tsubasa), “Mila e Shiro” (Attacker You!) e “Haikyu!!”.

I valori fondanti che accomunano tutti gli spokon sono l’amore per le competizioni, l’amicizia, lo sport come riscatto sociale, il sacrificio e lo sforzo che possono sempre sopperire al talento naturale. Un proliferare, insomma, di buoni sentimenti e valori positivi da tramandare soprattutto alle nuove generazioni.

Questo fino all’estate del 2018 quando Muneyuki Kaneshiro (storia) e Yusuke Nomura (disegni) lanciano per la casa editrice Kodansha (edito in Italia da Panini-Planet Manga) un manga che ribalta questa concezione arcaica dei valori dello sport. Stiamo parlando di Blue Lock, successo editoriale clamoroso. Un manga che tratta, oltre alle tematiche sportive, un altro filone narrativo tanto in voga nella cultura di massa odierna: i survival game.

 

In Blue Lock l’eroe è l’attaccante perfetto

Tutti conoscono Hunger Games o Squid Game, ma anche qui gli amici del sol levante erano arrivati decisamente in anticipo con opere come “Battle Royale”, “As the Gods will” o “Alice in Borderland”. La sopravvivenza quindi, un tutti contro tutti col fine ultimo di prevalere a qualsiasi costo, dove le ragioni dell’Io devono sempre superare quelle del Noi.

La genesi di Blue Lock vede la federazione calcistica giapponese è delusa dai risultati della Nazionale e a seguito della sconfitta patita contro il Belgio ai Mondiali del 2018. Viene affidata così al visionario Jinpachi Ego (un cognome che sarà una chiara dichiarazione d’intenti sull’opera) la direzione di un progetto che dovrebbe portare alla creazione dell’attaccante perfetto. Colui che dovrà guidare il Giappone alla conquista della Coppa del Mondo.

Vengono così selezionati 300 tra i migliori prospetti del calcio giovanile nipponico, “rinchiusi” in una speciale struttura di allenamento. Un luogo che diventerà il terreno di sfida da cui uno solo e soltanto potrà emergere vincitore. E qui subito capiamo quale sia la visione del calcio che gli autori ci propongono. Tutti i ragazzi prescelti, infatti, sono degli attaccanti. Il gol è l’essenza del calcio e il progetto Blue Lock vuole spogliare il gioco da tutti gli inutili orpelli e riportarlo alla sua essenza. Per vincere basta solo segnare.

 

La sfida di Yoichi Isagi

Attraverso diverse prove i ragazzi coinvolti dovranno abbandonare tutti i concetti base del calcio di squadra per abbracciare un egoismo estremo alla ricerca della realizzazione personale. Il terreno di gioco diventa un campo di battaglia, gli avversari sono i nemici da abbattere e i compagni di squadra un mero strumento per il fine individualista.

Il protagonista principale Yoichi Isagi è un talentuoso calciatore che sta vivendo il punto più basso della sua giovane carriera. La sua squadra non si è qualificata ai campionati nazionali a causa di un suo gesto di “altruismo”. Isagi, infatti, nel momento clou della partita ha preferito passare la palla a un compagno piuttosto che segnare (una Reverse Inzaghi-Barone). Quel passaggio racchiude tutte le insicurezze di Isagi: la paura di fallire, il peso della pressione di essere a tutti costi il numero uno, il non avere abbastanza larghe le spalle per diventare il protagonista.

 

Il calcio è uno sport di squadra? Scordatevelo.

Attraverso gli occhi di Isagi vedremo la crescita di questi ragazzi che porterà alla consapevolezza che gli avversari sul campo di gioco vanno divorati. Lo sport professionistico è una giungla selvaggia e può primeggiare solo chi ha la forza di distruggere i rivali anche sul piano cerebrale.

L’idea di rendere lo sport di squadra più famoso del mondo una lotta individuale, unita con un tratto super dinamico e accattivante, rende questo manga una delle letture più interessanti nel panorama fumettistico moderno.

In un’epoca di calcio iper schematizzato, schiavo di tattiche e statistiche avanzate, la ventata di aria fresca è rimettere al centro di tutto l’individuo, con un unico pensiero fisso in testa.

Perché alla fine, come cantavano Elio E Le Storie Tese, la gente vuole solo il gol.

 


Ascolta Catenaccio, il podcast ufficiale di Puntero. Puoi trovarlo su Spotify, oppure ti basta cliccare qui sotto.

Di Mario Bruno

Podcaster per gioco (Catenaccio e The Homies), amante dello sport in toto e del mondo manga/nerd. Montanaro di confine, una specie di Mauro Corona prestato al mondo del pallone. Gin Tonic lover.