Ceuta e Melilla, il calcio oltre le colonne d’Ercole

Camminando lungo il Muelle de la Puntilla sembra di essere in un sogno. Non solo per quel che si vede ma anche per ciò che rappresenta: in un coacervo di lingue e culture, tra l’odore di paella e il sound inconfondibile di musica araba, innanzi a te si parano le colonne d’Ercole. Già, esistono veramente, sebbene il loro significato e, soprattutto, la loro maestà siano diverse da ciò che la leggenda ci ha raccontato per secoli. È una scultura, si chiama “Los Hercules y la Union del Mundo” ed è l’ultimo baluardo prima del Mar Mediterraneo. Girandoti a sinistra, la vastità del mare è interrotta dal punto più meridionale dell’Europa continentale, la Punta de Tarifa.

Sei nella terra delle contraddizioni e ciò che vedi va esattamente in quella direzione: pensi che se tu fossi la terra che stai percorrendo avresti motivo di riderne. Perché sei a Ceuta e di fronte a te c’è Gibilterra, che rappresenta per la Spagna ciò che Ceuta, città spagnola, rappresenta per il Marocco. Le chiamano “enclaves” e sono totalmente avvolte dal territorio di un altro stato che spesso ne reclama la sovranità. Come il Marocco fa con Ceuta.

Los Hercules y la Union del Mundo, il monumento che caratterizza la città di Ceuta

 

Ceuta e Melilla: due sorelle distanti

Ma Ceuta non la trovi mai da sola. È un po’ come quelle grandi coppie che funzionano solo come tali, che non hanno senso di esistere nella loro individualità. Come Stanlio e Ollio, come Cip e Ciop, come Scilla e Cariddi. E così, se pensi a Ceuta non puoi non fare lo stesso con Melilla. Che di Ceuta è una sorta di sorella minore e lontana, più piccola e distante circa 230 km in linea d’aria. Che diventano quasi 400 km di frastagliata costa marocchina mettendosi ad un volante e cercando di unire le due città autonome spagnole. Due città separate ma unite da un destino politico e che hanno deciso di fare fronte comune anche nel nome del calcio. Lo sport che come nessun altro sa unire i popoli. Abbattere le barriere.

 

Barriere da abbattere

Già, nel caso di Ceuta e Melilla non si tratta solo di parlare in senso figurato. Ceuta e Melilla sono divise dal Marocco da vere e proprie recinzioni, due file di reti di oltre tre metri di altezza costruite con il patrocinio dell’Unione Europea e con la finalità di impedire attività illegali e, soprattutto, l’immigrazione, dal momento che il territorio delle due città autonome è comunitario e soggetto alle norme del Trattato di Schengen. Tali barriere sono da sempre un caso politico. A tutt’oggi molte ONG rivendicano le violazioni di diritti umani determinate dalla loro costruzione. Il Marocco si oppone alle contestazioni, riconoscendo come propri i territori contesi. L’esistenza stessa delle barriere ha periodicamente determinato incidenti anche mortali. Soprattutto nel 2005, quando il tentativo di immigrazione clandestina nelle due enclaves spagnole fu massiccio e causò uno spiegamento di forze. Anche nel calcio la divisione esiste e questo ha determinato alle squadre locali problemi di competitività.

Una formazione “speciale” del Ceuta: i titolari e i loro figli

 

Ceuta e Melilla: mai stati in Liga

Accompagnata sul campo da una simpatica mascotte a forma di squalo, la squadra dell’AD Ceuta ha vissuto momenti di gloria molto di recente, venendo considerata nella scorsa stagione “la squadra più in forma di Spagna”. Il percorso in Copa del Rey è stato storico, avendo iniziato il 2023 con l’1-0 firmato su rigore da Rodri, al secolo Rodrigo Rios Lozano, valso la clamorosa qualificazione a danno dell’Elche e l’accesso agli ottavi di finale, dove è stato il ben più blasonato Barcelona a concludere il sogno dei “Caballas“. Ma a livello di campionato, il Ceuta non ha mai partecipato alla Liga e manca dalla Liga Adelante, la seconda divisione spagnola, addirittura dal 1968. Oggi si trova in una zona di medio-alta classifica del Gruppo 2 della Primera Division RFEF, la terza serie del calcio spagnolo, dopo aver recentemente affrontato proprio l’UD Melilla in uno scialbo 0-0.

La storica serata in cui il Ceuta sbattè fuori l’Elche dalla Copa del Rey

 

La strada per il paradiso passa dai campionati interni, a Ceuta e Melilla

Già, il Melilla. La storia dei biancoblu è ancora più avara di emozioni, dal momento che non si sono mai spinti oltre la terza serie del calcio spagnolo. Il loro destino in questo campionato è quello di tentare di evitare la retrocessione, non avendo ancora conosciuto la vittoria nelle prime dieci giornate di campionato. La sensazione è che due piccole città con tali, enormi difficoltà logistiche facciano enorme fatica a risultare realmente competitive nella piramide del calcio spagnolo. Ed è per questo che le soddisfazioni sono destinate ad arrivare esclusivamente dai campionati locali.

Il trionfo del Ceuta 6 de Junio nel 2023

 

Questa non è San Marino

Se pensate ad un sistema simile a quello di San Marino, be’… scordatevelo. Anche i campionati di Ceuta e Melilla fanno capo alla piramide calcistica spagnola, nello specifico al sesto livello. La loro particolarità è che per la loro conformazione risultano, di fatto, una sorta di campionato interno. Nel Preferente de Ceuta, ovvero la Division Regional della città delle colonne d’Ercole, ci sono otto partecipanti. L’ultima edizione, disputata fino ad aprile scorso, ha visto la partecipazione della squadra C dell’AD Ceuta oltre che di sette squadre puramente locali (Betis de Hadù, Ceuta 6 de Junio, Ciudad de Ceuta, Inter de Ceuta, Polillas Atletico, Polillas Sporting e Racing del Principe). Come in tutti i campionati poco più che rionali, una squadra ha dominato e una è stata la squadra materasso. Nello specifico, il Ceuta 6 de Junio ha raccolto 14 vittorie in 14 incontri, mentre il Ciudad de Ceuta ha chiuso a quota zero.

 

Un campionato dove non basta dominare per salire di categoria

Analogamente, nella Primera Autonomica de Melilla giocano sei squadre (Atletico Melilla, Boomerang, Gimnastico, Melilla CD, River Melilla e Tercio Melilla), per un campionato di appena dieci turni. L’andamento è stato simile a quanto accaduto a Ceuta, con l’Atletico Melilla che ha chiuso a punteggio pieno e il Gimnastico nettamente ultimo, anche se a quota un punto.

Nel caso in cui non ci fossero squadre di Ceuta o Melilla in Tercera Division, le vincitrici dei singoli gironi verrebbero messe di fronte in una finalissima che decreterebbe il campione di Ceuta e Melilla. Nel caso in cui solo una città avesse una squadra in Tercera, verrebbe automaticamente promossa la vincitrice della Division Regional dell’altra città. Il condizionale utilizzato poco sopra non è casuale, perché le due città offrono scenari radicalmente opposti. In Tercera Division dimora abitualmente la squadra B dell’AD Ceuta, ragion per cui il Ceuta 6 de Junio da anni domina senza avere possibilità di promozione.

L’Atletico Melilla festeggia la vittoria del campionato e la promozione in Tercera Division

 

Sognando lo scontro finale

Per questa ragione, nel 2023 la promozione è andata direttamente all’Atletico Melilla, che oggi tenta un’improbabile salvezza in Tercera Division, riaprendo la competizione su chi vincerà la Primera Autonomica de Melilla. Viceversa, essendo ben salda la squadra B del Ceuta nel Gruppo 10, la Preferente è destinata a rimanere un mero campionato interno, appannaggio del Ceuta 6 de Junio, pronto a bissare l’en-plein di un anno fa. Nella speranza di vedere, almeno quest’anno, una finalissima.

 


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Di Manuel Fanciulli

Laureato in giurisprudenza e padre di due bambini, scrivo di sport, di coppe e racconto storie hipster. Cerco le risposte alle grandi domande della vita nei viaggi e nei giovedì di Conference League.