Messi è pronto alla last dance con l’Argentina

Nell’aprile 2020 Netflix lancia The Last Dance, un prodotto destinato a segnare un’epoca. Nel giro di pochi giorni la serie tv spacca in due il mercato e diventa un’icona globale, tanto che ad oggi è difficile trovare un appassionato di sport che non l’abbia vista. La trama è il racconto, attraverso le voci dei protagonisti, della stagione 1997-98 dei Chicago Bulls, che al termine dell’annata conquisteranno il loro sesto titolo NBA ed il secondo “three-peat“. Si tratta della squadra di Michael Jordan, coach Phil Jackson, Scottie Pippen, Dennis Rodman e Steve Kerr, tra gli altri. Tutti loro, dopo la vittoria dell’anello, lasceranno la squadra per trasferirsi altrove o ritirarsi dal basket professionistico. Ma, proprio per questo motivo, lo spogliatoio fa un patto: a fine anno ognuno farà le sue scelte ma prima c’è un titolo da vincere tutti insieme.

Da allora “Last Dance” è entrato nel vocabolario popolare per indicare l’ultima grande apparizione a livello di tantissimi sportivi. Per il Mondiale 2022 il termine è stato speso per indicare “l’ultimo ballo” nella competizione più importante dedicata alle squadre nazionali per calciatori come Luka Modric, Lionel Messi, Cristiano Ronaldo, Robert Lewandowski, Olivier Giroud e Manuel Neuer. Anche per la Laver Cup del 2022 è stata utilizzata la metafora dell’ultimo ballo. In quel caso per Roger Federer, se non il più forte sicuramente il più elegante tennista di ogni tempo.

Il grande libro della storia, però, ha sempre una pagina bianca pronta per essere scritta. E il futuro prossimo potrebbe consegnare ai tifosi di calcio di tutto il mondo l’ennesima ultima cavalcata. Stavolta alla maniera degli ultimi Chicago Bulls dell’era Jordan: non un singolo giocatore, né una serie di giocatori contrapposti l’uno all’altro ma un’intera squadra, che vorrebbe chiudere il cerchio alzando al cielo un trofeo.

 

Luci e ombre: gli ultimi trent’anni della nazionale argentina

Facciamo un passo indietro. A fine anni Ottanta l’Argentina è la grande novità del calcio mondiale. Diego Armando Maradona è il capo tribù di una formazione capace di vincere due mondiali in tre edizioni. Italia ’90 ha tutto per essere la competizione in cui l’Albiceleste si appunterà la terza stella sul petto, eppure ad alzare la Coppa del Mondo allo Stadio Olimpico sarà la Germania. L’Argentina però non demorde: la squadra è forte e ricca di talento, l’appuntamento è solo rimandato di qualche anno.

E infatti l’anno successivo la Copa America giocata in Cile è una passeggiata per la Selección allenata da Alfio Basile, che nel 1992 vince anche la Confederation Cup e poi bissa il trionfo continentale nel 1993 in Ecuador. L’Argentina è indubbiamente una delle nazionali più forti del mondo e, con all’attivo 4 finali e 3 trofei in quattro anni, si candida ad essere tra le favorite in vista dell’atteso mondiale americano del 1994. In realtà quel triennio resterà l’apice di una formazione che prometteva tanto ma ha raccolto poco: negli USA il cammino si ferma agli ottavi di finale contro la Romania dopo lo scandalo della squalifica per doping di Maradona. Nel corso degli anni, quella Copa America 1993 si trasforma in un vero e proprio incubo, rappresentando l’ultimo trofeo vinto dalla nazionale argentina per quasi 30 anni.

Da allora la Selección gioca una finale di un Mondiale e altre 4 finali di Copa America: perde due volte contro il Brasile, due contro il Cile e una volta contro la Germania nel 2014 nella tana del nemico verdeoro. Nel frattempo sulla scena è apparso un piccoletto dal talento immenso e dal fisico esile solo all’apparenza: Lionel Messi, il nuovo Messia del calcio internazionale. Ma la Pulce non riesce a replicare con la squadra nazionale ciò che fa con una facilità disarmante nel Barcellona. Per 28 anni l’Albiceleste resta a secco di trionfi ma un nuovo sole sta sorgendo all’orizzonte.

 

La Scaloneta: campioni di tutto

Estate 2021, l’Argentina si qualifica all’edizione della Copa America che si gioca in Brasile, in casa dei campioni in carica. È un’Argentina diversa, ma anche Messi è diverso. Ha vinto tutto ciò che si può vincere con un club, è il giocatore con più Palloni d’Oro – ben sei – e ha un’infinità di record all’attivo. Dopo il Mondiale 2018 sulla panchina della Selección si è seduto Lionel Scaloni, capace di portare una ventata di aria fresca. Molti senatori non ci sono più e nella rosa appaiono tantissimi volti nuovi alla loro prima esperienza assoluta. La formazione argentina diventa, in un certo qual modo, completamente Messi-centrica. Ci sono calciatori nati e cresciuti con Messi come idolo e che sentono sulla loro pelle il peso di un trofeo con la nazionale che manca prima di tutto alla Pulce e poi alla nazione.

L’Argentina è in missione, sono tutti pronti a far vincere a Messi il primo trofeo con la Nazionale. Sanno che, se lui entrerà nella storia, anche loro lo faranno. E con questa mentalità, fallire è quasi impossibile. Messi disputa una Copa America da incorniciare fino all’ultimo atto: in finale c’è Brasile-Argentina, Leo viene completamente ingabbiato dai verdeoro ma a segnare il gol vittoria ci pensa Ángel Di María, nato a Rosario proprio come il suo più celebre compagno. I due hanno condiviso insieme i momenti più bui della loro Nazionale, erano presenti in tutte le sconfitte degli anni precedenti, nelle tre finali perse, sulle pagine dei giornali come principali imputati dopo ogni singola delusione. E ora alzano insieme il trofeo che premia i vincitori della Copa America.

Ma non c’è tempo da perdere. L’anno successivo, tra novembre e dicembre si gioca il Mondiale. Per Messi potrebbe essere l’ultima competizione con la nazionale. Anzi il sentimento popolare è proprio questo: “Messi vince il mondiale e si ritira dalla nazionale“. A maggior ragione, la Selección è in missione: restituire a Messi ciò che non è riuscito a conquistare nel 2014. Il Mondiale in Qatar parte malissimo con un’inopinata sconfitta al cospetto della non irresistibile Arabia Saudita e le polemiche infuriano. La competizione qatariota si conclude però come meglio non si potrebbe, al termine di una delle partite più belle della storia del calcio: contro i campioni in carica della Francia, contro un Kylian Mbappé che realizza una splendida tripletta, l’Argentina si laurea campione del mondo grazie ai calci di rigore che tanto caro erano costati in passato.

 

The Last Dance: Messi, ma non solo…

Una delle prime cose che fa Lionel Messi, dopo la vittoria del Mondiale, è scongiurare il suo addio alla Nazionale. “Non lascio, voglio continuare a giocare ancora qualche partita da campione del mondo“. Il mondiale del 2026 sembra una meta troppo lontana nel tempo, ma tra giugno e luglio 2024 si gioca la Copa America, sempre negli States, e lui vuole esserci. Scaloni ha diramato la lista dei convocati, con la consapevolezza che potrebbe essere l’ultima volta che la maglia numero 10 finirà sulle spalle della Pulce. Ma oltre all’attuale fuoriclasse dell’Inter Miami, sono tanti i giocatori che potrebbero vivere la loro passerella finale in questa estate: uno è sicuramente Di María, che ha già annunciato il ritiro dall’Albiceleste. E con loro Nicolás Otamendi e, probabilmente, Germán Pezzella e almeno uno tra Nicolás Tagliafico e Marcos Acuña.

Tutti e sei, insieme ad una squadra formata da tantissime “nuove leve” e leader del futuro, a difesa di un titolo da campioni in carica. Tutti insieme, verso un ultimo ballo, per entrare ancora di più nella leggenda.

 


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Di Francesco Alessandro Balducci

Classe 1998, Laureato in Lettere Moderne, con tanti sogni nel cassetto e pochi spazi per contenerli. Appassionato di arte in ogni sua forma.