Mauro Boselli è più di quel gol nel derby

Con un post sul proprio account Instagram Mauro Boselli ha annunciato che si ritirerà al termine di questa stagione. Una stagione che, a differenza di quanto accade in Europa, si concluderà ufficialmente il 31 dicembre. Poche partite ancora e il calcio sudamericano perderà un assoluto protagonista degli ultimi 15 anni.

L’attaccante, oggi all’Estudiantes di La Plata, è ricordato in Italia per la rete che, l’8 marzo del 2011, regalò al Genoa la vittoria nel Derby della Lanterna numero ottantasei. Il gol alla Sampdoria, al settimo minuto di recupero, per quanto sia stato importante, non è però l’unico motivo per celebrare l’addio al calcio di un attaccante capace di segnare in carriera 270 reti. Ripercorriamo quindi i momenti salienti della sua vita calcistica soffermandoci sulle tre ragioni, oltre al gol nel derby, per le quali vale la pena ricordarlo.

 

Copa Libertadores 2009

La carriera di Mauro Boselli è fortemente legata, tecnicamente ed emotivamente, a due club: Estudiantes e León. Se nel momento del suo arrivo in Messico, nel 2013, era già un calciatore affermato, lo stesso non si può dire per il passaggio al club di La Plata, avvenuto qualche anno prima. Nel 2008 infatti, dopo avere riabbracciato Juan Sebastián Verón e vinto il campionato a distanza di 23 anni dall’ultima volta, l’Estudiantes investì due milioni e mezzo di dollari per la metà del cartellino di un ragazzo la cui figura, al Boca Juniors, era oscurata da quelle ben più ingombranti di Palermo e Tévez. Poche presenze e altrettante poche realizzazioni che rendevano complicato il compito di giustificare tale spesa.

L’incontro con il profesor Sabella fu la chiave di volta del suo percorso professionale. Al pincha Boselli esplose diventando attore principale di una squadra pressoché perfetta. La Copa Libertadores del 2009 era il palcoscenico ideale per dimostrare finalmente il suo valore. Otto reti complessive: tripletta al Deportivo Quito nella fase a gironi, due reti nell’ottavo di andata contro il Libertad e altra doppietta, nella semifinale di ritorno, contro il Nacional, a Montevideo. Lasciò il timbro anche nella partita più attesa, la finale contro il Cruzeiro. Fu suo, infatti, il sigillo decisivo per il 2-1 finale, dopo lo 0-0 dell’andata. Il sipario si chiuse con la quarta Copa Libertadores per l’Estudiantes, la seconda per Boselli dopo quella conquistata, da riserva, con il Boca due stagioni prima.

 

Miglior marcatore straniero del León

Il buongiorno si vede dal mattino. L’esordio messicano fu quello per il quale ogni calciatore metterebbe una firma. La gara era quella tra León e Dorados de Sinaloa, valida per la Coppa nazionale. Contro l’ultimo club del Guardiola giocatore e futura squadra del Maradona allenatore, Boselli segnò due reti, la prima dopo soli quattro minuti di gioco. In totale ne metterà a referto 130,  in 221 partite, utili al León per riporre in bacheca due trofei, l’Apertura del 2013 e il Clausura del 2014, e a Boselli per vincere per tre volte la classifica dei marcatori e diventare il migliore marcatore straniero della storia del club, a soli sei reti di distanza dal messicano Adalberto López, leggenda degli anni ’40.

 

Libertadores, Sudamericana e Mondiale per club

Non sono tantissimi i calciatori che possono vantarsi di aver segnato almeno un gol in ognuna delle più importanti competizioni continentali e intercontinentali. La storia dell’Estudiantes in ambito internazionale parte da quel lontano 1968 e dalla prima delle tre Libertadores vinte consecutivamente. Zubeldia, Bilardo e Juan Ramón Verón erano le figure chiave non solo di una squadra passata alla storia per i trofei vinti, ma di una mentalità calcistica definita poi risultatista. In quel contesto, la bruja Verón, papà di Juan Sebastián, è stato, con 19 reti, il miglior realizzatore del club nelle competizioni internazionali. Un record difficile da battere se si fa parte di una squadra che, nel tempo, ha dovuto affrontare enormi problematiche societarie e una crisi tecnica infinita. Boselli di reti ne ha segnate 21, riuscendo quindi nel tentativo di superare il celebre predecessore.

Unico neo, non essersi laureato campione del mondo nonostante il gol messo a segno nel 2009 contro il Barcellona. Nella finale del Mondiale per club, nei più tipici dei paragoni storici, l’Estudiantes di Sabella difese come meglio poté la rete di vantaggio come avrebbe fatto Zubeldia anni prima. Pedro, a un minuto dal termine, e Leo Messi, nei supplementari, permisero al Barça di Guardiola di vincere l’incontro e alzare al cielo il trofeo.

 

La Copa Argentina: l’ultimo grande obiettivo

Mancano solamente tre gare al termine della Copa de la Liga Profesional. Una competizione nella quale, ormai, l’Estudiantes non ha più nulla da dire. Diverso è invece il discorso relativo alla Copa Argentina. Il pincha avrà infatti la possibilità di giocarsi l’accesso alla finale affrontando, nelle prossime settimane, il Boca Juniors.

Quanto sarebbe bello per Boselli lasciare il calcio vincendo l’ultimo trofeo?

 


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Di Alessandro Sanna

Insegnante, tifoso del Cagliari ed esperto di calcio sudamericano. Ho scritto per la Rivista Sottoporta. Collaboro con Carlo Pizzigoni a "La Fiera Del Calcio". Conduco su Twitch la trasmissione "Boxtobox" e sono autore del podcast "Que Viva el Fútbol". Ho scritto due libri: "Fantasie calcistiche rioplatensi: Storie di fútbol tra fantasia e realtà" e "¡Que viva el fútbol!: Storie, aneddoti e cronache delle più accese rivalità sudamericane"