La Bobo Tv è stata un successo. E questo è un fatto. Quale che sia l’opinione di ognuno di noi sul format nato ai tempi del lockdown, infatti, a Vieri va riconosciuto il merito di aver creato dal nulla un contenitore calcistico capace di coinvolgere centinaia di migliaia di appassionati. Dal 3 novembre, però, la Bobo Tv dei nostri padri non esiste più: Adani, Cassano e Ventola sono scomparsi e il fondatore/proprietario/ex bomber ha annunciato che il palinsesto del canale Twitch verrà rivoluzionato. “Darò più spazio a voi follower” ha detto dopo essersi presentato da solo alla diretta serale.

 

La Bobo Tv dei nostri padri

Mentre scrivo ancora non si conoscono i motivi di una separazione inattesa e che tanto sta facendo discutere sui social. Ad ogni modo, sapere chi ha tradito chi e quando è iniziata la crisi del matrimonio a quattro sono interrogativi gossippari che lasciano il tempo che trovano. La fine della Bobo Tv originale, semmai, è il momento adatto per fare ordine riguardo ciò che Vieri ed ex compagni hanno proposto negli ultimi anni. E qui iniziano i guai.
Puntando soprattutto su un pubblico di giovani e anche giovanissimi, la Bobo Tv ha spacciato per approfondimento e addirittura giornalismo ciò che in verità è stato tutt’altro. Le chiacchierate con Guardiola, De Zerbi, Totti e altri mammasantissima del pallone di oggi e di ieri sono sicuramente contenuti in grado di attirare l’attenzione di molti ma, oggettivamente, non sono paragonabili, ad esempio, alle interviste che le grandi firme italiane (sempre meno, purtroppo) propongono su quotidiani, siti e in rari casi televisione.
Prendiamo uno dei colpacci messi a segno dai quattro, la diretta a cui ha partecipato l’allenatore del Manchester City: in quell’occasione è emersa un’opinione inedita di Guardiola? Il tecnico catalano ha rivelato qualcosa che non sapevamo? No. Ha detto che Messi è il migliore di sempre e che per raggiungere grandi risultati serve impegno. Applausi a scena aperta. Ma questa è comunicazione e non giornalismo, è la versione deluxe delle testate che riportano pari pari i comunicati stampa dei club anche se contengono notizie palesemente aggiustate. Siamo talmente assuefatti ai post trionfalistici su Instagram di calciatori e allenatori (e pure giornalisti) da prendere per oro colato ogni singola sillaba pronunciata da chi riteniamo una persona di successo.

 

Propaganda e rivoluzione

E allora in cosa consisterebbe la rivoluzione promessa della Bobo Tv? Dove starebbe l’unicità di un format che si dichiarava il nuovo che avanza salvo poi proporre “interviste” che si riducevano ad un elogio acritico dell’ospite? Non esiste un singolo passaggio dei dialoghi con gli ex campioni portati su Twitch da Vieri e soci in cui l’ospite viene stimolato a commentare un fatto controverso o a prendere posizione contro qualcosa o qualcuno.
In un’intervista del 2022 Vieri dichiarava che il successo Bobo Tv nasceva dalla libertà con cui i protagonisti dello show potevano esprimersi. “Diciamo quello che vediamo, senza filtri”. Quindi quando il re dei bomber lavorava a Mediaset subiva censure dall’amico Pardo? E lo stesso succedeva quando da Miami commentava la Serie A per Bein Sport? Difficile crederlo, in tutta onestà. Creare un nemico, nel caso specifico le emittenti da cui per anni Vieri stesso è stato retribuito, è l’Abc della propaganda. Seguite noi, diciamo la verità, mica come gli altri. Prove a supporto di tale tesi: non pervenute.

 

Racconto acritico

Abbiamo assistito a piacevoli rimpatriate tra amici con i vari Cannavaro, Nesta e Buffon ma stiamo parlando di intrattenimento e non certo di giornalismo o almeno di un contenuto di qualità. Tanto più che sia i quattro conduttori che gli ospiti hanno sempre mantenuto fede alla regola non scritta del calcio per cui i fatti spinosi rimangono nello spogliatoio. Ci hanno detto ciò che volevano noi sapessimo e cioè ciò che già sapevamo: Vieri faceva tanti gol, Guardiola è un genio del calcio, Cassano era un talento ribelle, Nesta è uno dei difensori più forti della storia. Le squadre di Allegri propongono un calcio sparagnino. Ok, grazie.
Insomma, nonostante Adani facesse appello alla giustizia, ad una sorta di Verità del fútbol per cui lottare ogni giorno, la realtà è che la Bobo Tv è stata un buon modo per trascorrere qualche ora sentendo parlare di argomenti triti e ritriti persone che siamo portati ad ascoltare soltanto per ciò che hanno combinato su un campo di calcio. Il che non è da buttare, anzi. Soltanto va preso per ciò che è: intrattenimento leggero, utile a rafforzare, ad esempio, la popolarità di Adani che è approdato in Rai per ciò che è, un ottimo commentatore se affiancato da professionisti che sanno indirizzare il racconto di una partita o di una vera trasmissione sportiva.
Dalla Bobo Tv ha tratto giovamento pure Cassano, diventato un meme che sbaglia tutti i pronostici (oltre che svariati congiuntivi) e quindi repostato compulsivamente sui social. Perché funziona così: bene o male, basta che se ne parli. Di sicuro anche Ventola oggi ha più opportunità lavorative di quante potesse sognarne soltanto un paio di anni fa.

 

A buon rendere

In definitiva dobbiamo chiederci cosa resterà della Bobo Tv, un esperimento riuscito in termini commerciali ma che ha spostato zero nell’economia del racconto sportivo. La colpa della mancata rivoluzione non è certo di Vieri e dei suoi amici, ma dei giornali che stanno rinunciando sempre più alla qualità dell’analisi delle vicende sportive in favore del successo in termini di click di un singolo contenuto. Non a caso le maggiori testate italiane riportavano quotidianamente clip estratte dalla Bobo Tv, facendo diventare notizie le opinioni di quattro amici che parlavano di pallone a modo loro, esprimendo opinioni spesso non supportate da fatti, per il gusto di farlo. E per guadagnare in termine di visibilità, cioè la strada principale che oggi va imboccata per ottenere denaro.

 


Ascolta Catenaccio, il podcast di Puntero. Puoi trovarlo su Spotify, oppure ti basta cliccare qui sotto.

Di Vincenzo Corrado

Giornalista professionista, scrittore e altre cose che andavano di moda prima dell'intelligenza artificiale. Nato al mare e cresciuto tra la nebbia: avrei preferito il contrario.