Innamorarsi di giovedì sera. Della Conference League

È dicembre, il freddo si inizia a sentire, l’aria di Natale si respira a pieni polmoni. Esiste un momento migliore per annunciare una lieta novella ai molti puri di cuore che adorano le coppe europee? Il 2 dicembre 2018 merita di essere una festa riconosciuta in tutta Europa. Perché è il giorno in cui la UEFA ha dato il grande annuncio: la nascita della Conference League.

E se ancora non l’amate, vi stiamo per dare diversi motivi per farlo.

 

Mucche a Ponta Delgada

Il Santa Clara è un piccolo club portoghese, per la precisione della città di Ponta Delgada. È il primo club delle Azzorre ad essere approdato, nel 1999, nella massima serie portoghese e, durante la permanenza, anche ad aver disputato una competizione UEFA, l’Intertoto nel 2002.

Poi, si sa, per i piccoli club i momenti di gloria finiscono in fretta. Dopo aver incassato un aggregato di 9-2 dal Teplice in Intertoto, gli azzorrani sono retrocessi, tornando in Primeira Liga solamente nel 2018.

L’ottimo lavoro del presidente Rui Miguel Melo Cordeiro ha portato ad una crescita costante, culminata con il sesto posto al termine della stagione 2020-21, valido per qualificarsi alla prima, storica, edizione della Conference League.

Per festeggiare, il presidente Rui Miguel Melo Cordeiro e l’allenatore Daniel Ramos hanno deciso di presentarsi, prima sul campo e poi in conferenza stampa, vestiti da mucca. Una fotografia della bellezza della Conference che ha anticipato l’inizio della prima edizione.

Presidente ed allenatore del Santa Clara in posa, vestiti da mucca, prima di iniziare la conferenza stampa di fine stagione

 

Rubin Kazan, disastro in tre atti

Finalmente il campo. Quando è iniziata la prima edizione della Conference League le squadre russe erano ancora ammesse, ovviamente partendo dai preliminari al pari di tutte le partecipanti a questa competizione, che in nessun caso garantisce l’accesso diretto ai gironi.

Le russe sono state il Sochi, che effettivamente non partiva coi favori del pronostico, ed il Rubin Kazan, vicina alla definizione di nobile decaduta ma testa di serie e favorita nel terzo turno preliminare, anche grazie alla presenza di qualche talento sopra la media, su tutti Kvicha Kvaratskhelia, non ancora esploso ma già sui taccuini di diversi scout.

Il sorteggio è sembrato benevolo per il Rubin, che ha pescato un club polacco all’inizio di un grande processo di crescita, il Raków Częstochowa, quest’anno avversario dell’Atalanta in Europa League.

Eppure, il Rubin Kazan non solo ha deciso di suicidarsi ma lo ha fatto cercando di distruggere in ogni modo la propria immagine. In tre diversi momenti.

 

Prepartita e pennarelli

L’andata si gioca in Polonia, al caldo tipico del 5 agosto si alterna una pioggia battente che, non solo non aiuta lo spettacolo, ma mette anche in luce un lavoro non esattamente di cesello da parte dello staff del Rubin Kazan.

Vuoi per la pioggia, vuoi per il sudore, fatto sta che i numeri sulla maglia si staccano continuamente, ragion per cui i russi giocano la loro partita di andata con i numeri disegnati con il pennarello. Un episodio sin qui unico nella storia delle coppe europee.

Il match termina 0-0 e, trattandosi del primo anno senza la regola del gol in trasferta, non pare una brutta notizia per il Rubin. Ma il disastro è solo all’inizio.

Capitan Uremovic e l’attuale giocatore del Como Abildgaard si rivolgono all’arbitro coi loro numeri scritti con un pennarello

 

Il tracollo sul campo

Sette giorni dopo, a Kazan si gioca il ritorno. Nonostante il totale affidamento sui dribbling caracollanti del giovane Kvicha, i padroni di casa non riescono a stappare la partita che staziona anch’essa sullo 0-0, sia al novantesimo che al termine del primo tempo supplementare.

Nel secondo extratime, però, il Rubin approccia mentalmente in maniera disastrosa. Dopo una manciata di secondi Samoshnikov, già ammonito, si fa espellere. Al 111’ poi arriva la frittata: su un’azione sulla trequarti, mentre il suo compagno di reparto esce sul portatore di palla venendo beffato da un rimpallo sfortunato, capitan Uremovic dimentica totalmente Gutkovskis, che attacca la porta in maniera perfetta. Quando il cross teso dalla fascia destra spiove in area, Uremovic è tagliato fuori e per l’attaccante lettone è semplice trovare il gol di testa. Finisce 0-1, il Raków è qualificato, ma c’è ancora tempo per fare peggio.

Il gol di Gutkovskis che ha punito il Rubin Kazan

 

Viva la mamma

Djordje Despotovic è un attaccante serbo, classe 1992, si è reso grande protagonista della stagione 2020-21 con 14 reti, che si sono rivelati un contributo fondamentale per il ritorno del Rubin in Europa. Eppure, all’esito della mediocre doppia sfida con il Raków, è stato il più bersagliato dai tifosi, reo di aver mostrato scarso impegno.

E se l’impegno in campo può essere stato discutibile, negli spogliatoi ha fatto anche peggio. Perché, anziché concentrarsi sulla sfuriata del suo allenatore, Despotovic ha aperto Instagram per rispondere ai tifosi critici, in particolare verso uno che ha posto una domanda provocatoria: “Dov’era Despotovic?”. L’attaccante serbo ha risposto, senza particolari riflessioni, “Con tua madre!”.

L’atteggiamento non è piaciuto alla società che, non solo lo ha messo fuori rosa per un mese, ma ha indetto una singolare iniziativa denominata “Porta la mamma allo stadio”. L’offerta consisteva in un ingresso gratuito da utilizzare entro la fine della stagione a chi portasse allo stadio la madre, specificando che il costo dei biglietti regalati sarebbe stato recuperato scalandolo dallo stipendio proprio di Despotovic.

Djordje Despotovic premiato come Man of the Match, prima di cadere in disgrazia

 

Esordi e cavalcate inattese

Se l’intento della UEFA creando la Conference League era dare una chance a squadre e paesi solitamente fuori dal panorama calcistico europeo, possiamo dire che le attese sono state rispettate.

Ben sei paesi (Armenia e Gibilterra nella edizione 2021-22, Kosovo nell’edizione 2022-23 e Bosnia, Isole Faroer ed Islanda nell’edizione in corso) hanno guadagnato la prima partecipazione nella loro storia ai gironi delle coppe europee.

E durante le prime due edizioni abbiamo goduto di cavalcate assolutamente inattese, come quella del Bodo/Glimt nell’edizione 2021-22. Entrato in quarta fascia nel girone della Roma, ha sfiorato il primo posto, rifilando anche un tennistico 6-1 ai giallorossi. Eliminati Celtic ai playoff e AZ Alkmaar agli ottavi di finale, solo la rivincita della Roma ha fermato la cenerentola norvegese, che ha comunque vinto l’andata in casa, crollando per 4-0 nella bolgia dell’Olimpico al ritorno.

Cammino simile nella scorsa stagione per il Lech Poznan, trascinato dalla vecchia conoscenza del calcio italiano Mikael Ishak.

Dopo aver chiuso al secondo posto il proprio girone grazie al roboante 3-0 rifilato al Villarreal all’ultima giornata, i polacchi hanno eliminato proprio il Bodo/Glimt ai playoff. Un’ideale passaggio di consegne, prima di far fuori il Djurgården in maniera netta agli ottavi e fermarsi ai quarti, di nuovo al cospetto di un’italiana: la Fiorentina.

I viola hanno tremato molto quando, dopo aver vinto 4-1 in trasferta, si sono trovati sotto per 3-0 in casa fino a dodici minuti dal termine. Sono riusciti però a rimontare, chiudendo con un 2-3 valso la qualificazione.

L’ex Parma e Crotone Mikael Ishak decide i playoff tra Lech Poznan e Bodo/Glimt

 

Attenti al cane

Il 9 dicembre 2021 si gioca l’ultima giornata dei gironi. A Belgrado il clima è caldissimo come di consueto e l’Anorthosis si trova tra le mani una chance quasi inattesa: è a soli due punti dai serbi, e vuole provare a vincere per superarli.

Il match si conclude 1-1, con i gol di Milovanovic e Christodoulopoulos su calcio di rigore, sancendo la qualificazione dei padroni di casa. Eppure, l’episodio chiave della serata arriva a circa trenta metri dalla porta. Ma prima che il match inizi.

Nel prepartita le squadre sono in campo per il riscaldamento, e nella metà campo in cui si allenano i padroni di casa avviene l’incredibile. Nessuno pare curarsi di ciò che accade sulla trequarti. Nessun delegato UEFA o delle due squadre interviene a fermare un’invasione particolare.

Si tratta di un cane che, indisturbato, entra in campo e lascia il proprio contributo ad una serata storica: fa i propri bisognini in campo, e ritorna sugli spalti da dove era venuto.

Il match è iniziato in ritardo per rimediare a questo incidente ma, a suo modo, è entrato nella leggenda, contribuendo a meme e ironie social di vario genere e decretando ulteriormente l’unicità di questa favolosa competizione.

Un evento così storico merita il logo della competizione, secondo il web

 

Eravamo quattro amici al bar

Immagina di vivere in un posto popolato da 34.000 anime. Sei un ragazzo, vuoi divertirti, ti incontri con gli amici in un locale che si chiama Bruno’s Bar & Restaurant a fare quello che vi riesce meglio: bere birre fino ad ubriacarvi.

Una sera, nel 2013, il gomito si alza più del lecito e allora uno del gruppo la spara: “Ma perché non creiamo una squadra di calcio?”. L’alcool rende le idee più attraenti e anche gli amici sono ubriachi, quindi sono d’accordo.

Anche perché quel posto poco popolato non è solo un paese ma un vero e proprio Stato, con una lega indipendente: Gibilterra.

Le birre che albergano nello stomaco spingono in alto i sogni. “Ma sì, pensate se riuscissimo ad arrivare in massima serie. E magari a qualificarci ad una coppa europea! Ma vi immaginate?”.

Passata la notte, l’idea è rimasta lì e così sono nati i Bruno’s Magpies, nome dedicato a quel pub in cui questo folle progetto è nato. E da lì la scalata: iscritti alla seconda divisione gibilterriana, nel tempo i Magpies si mettono in luce e nel 2019 arriva la promozione in massima serie.

Bastano tre anni per arrivare al sogno dei sogni, regalato dalla Conference League. Nel 2022 i Magpies si qualificano ai preliminari ma, dopo aver vinto 2-1 l’andata in casa, vengono eliminati dal 3-1 segnato nel finale dai nordirlandesi dei Crusaders.

E visto che, parafrasando Marzullo, la vita è un sogno o forse sono i sogni a far vivere meglio, i Magpies vincono la coppa nazionale e ci riprovano.

Stavolta in casa finisce 0-0, mentre al ritorno in Irlanda contro il Dundalk arriva ancora un’eliminazione, con la sconfitta per 3-1. Ma i quattro amici del Bruno’s Bar & Restaurant ci riproveranno, tra una birra e l’altra.

Una affascinante immagine di un match interno dei Bruno’s Magpies

 

Una nuova vetrina

Ma non ci sono solo episodi di costume, ancorché meravigliosi, a rendere questa competizione molto interessante. In questi primi anni, infatti, la Conference è stata una splendida vetrina per talenti più o meno giovani.

È quasi banale citarlo, ma Tijjani Reijnders ne è l’esempio più fulgido, arrivando a splendere nel Milan dopo aver guidato con classe e sapienza il centrocampo dell’AZ Alkmaar nell’edizione 2022-23. Il centrocampista olandese ha dominato soprattutto all’Olimpico contro la Lazio, ed è stato un elemento cruciale nel bel cammino che ha portato in semifinale la sua squadra, diventata poi un autentico serbatoio per il calciomercato dei club italiani.

Già perché, oltre a Reijnders, in estate sono arrivati anche Hatzidiakos al Cagliari, e la coppia Karlsson-Beukema al Bologna, dove il DS Sartori si è rivelato un amante della competizione finalizzando altri due acquisti, Calafiori e Ndoye, provenienti da un’altra semifinalista come il Basilea.

Vicinissimi alla Lazio sono stati Kerkez, terzino anch’egli in forza all’AZ e finito al Bournemouth, e Amdouni, passato al Burnley dopo essere stato capocannoniere al pari di Arthur Cabral, la risposta della Conference a Lewandowski in Champions League.

Altro attaccante che si è messo in mostra è Artem Dovbyk, in passato obiettivo del Torino e oggi alle prese con la sua grande chance in Liga, al Girona, clamorosamente ai vertici della classifica della Liga anche grazie all’ottimo apporto dell’ucraino.

Anche in questa edizione ci sono dei nomi da tenere d’occhio. Ve ne indichiamo qualcuno.

 

Vangelis Pavlidis

L’attaccante greco dell’AZ Alkmaar è un veterano della competizione. Ha segnato 13 gol complessivi nelle prime due edizioni, e anche nella sfortunata spedizione di quest’anno è partito con un gol decisivo alla seconda giornata sul Legia ed un gol della speranza, poi vanificata, in casa dell’Aston Villa. Attaccante moderno che unisce fisicità ed agilità, è il pezzo pregiato del club olandese. In Eredivisie viaggia a una media superiore al gol a partita, e crediamo che questa sia l’ultima estate buona affinché i nostri club possano bruciare la concorrenza.

L’esultanza rabbiosa di Pavlidis, sempre più bomber implacabile

 

Giannis Konstantelias

Ancora un talento dalla Grecia, stavolta un fantasista. Classe 2003, gioca nel PAOK, è già nel giro della nazionale ed è bellissimo da vedere quando punta l’avversario con il suo dribbling mortifero. Potrebbe essere l’Arda Guler di questa stagione.

Un sunto delle grandi qualità di Konstantelias

 

Gift Emmanuel Orban – Hugo Cuypers

La coppia del Gent ha un potenziale devastante. E lo ha mostrato sin dalla fase finale della scorsa edizione. Ovvero da quando all’attaccante belga, oggi ventiseienne, è stato affiancato il giovane nigeriano, arrivato dai norvegesi dello Stabaek.

Molto tecnico Cuypers, rapidissimo Orban, che si è presentato al pubblico con una tripletta a domicilio all’Istanbul Basaksehir in appena tre minuti di gioco.

In estate il Bologna ha cercato Cuypers, capocannoniere dello scorso campionato belga, vedendosi chiedere 20 milioni di euro. Tra la scorsa e questa edizione, compresi i preliminari, l’obiettivo dell’estate rossoblu ha segnato ben 16 gol. Il suo collega invece si è limitato “solo” a quota 13, ma è uno dei potenziali wonderkids del calcio mondiale, e il suo destino pare legato a qualche big.

La coppia d’attacco del Gent, una delle più interessanti d’Europa a livello realizzativo

 

Jorne Spileers

Difensore centrale, classe 2005, è già titolare in un club di livello come il Bruges. Amante della palla tra i piedi e attento in fase difensiva, può sfoggiare ottime statistiche a livello offensivo. Per certi versi, la sua interpretazione del ruolo può essere simile a quella di Bonucci o di Beukema.

Un difensore da tenere d’occhio e su cui, magari, investire prima che il prezzo salga.

Il gol di Jorne Spileers nei preliminari di Conference contro l’Akureyri. Più un regista aggiunto che un centrale difensivo

 

Armend Thaçi

Ok, questa è una chiamata abbastanza hipster, non trattandosi neanche di un giovane. È un terzino destro kosovaro classe 1992 e milita nel Ballkani, ma non potevamo non menzionarlo in quanto è una sorta di “Tavernier della Conference League”. Nella scorsa stagione tre gol e due assist ai gironi, ma anche tre gol e dieci assist in campionato. Quest’anno è partito già con un gol e un assist nei preliminari.

Chissà, magari con qualche piccola della Serie A potrebbe valere il motto “non è mai troppo tardi”.

Il gioiello di Thaçi in casa del Sivasspor durante la scorsa edizione

 

Partite pazze

Se ancora non foste convinti, è il caso di vedere cos’è successo in alcune delle partite più pazze della storia della competizione. Cosa c’è di meglio di risultati impronosticabili, rimonte clamorose, partite piene zeppe di gol e di carneadi? Vediamone alcune.

 

Il trionfo del KuPS e di Rangel

L’Astana vanta un passato di livello decisamente superiore a quello degli avversari del KuPS. Vengono, infatti, da stagioni nei gironi di Champions League e addirittura dalla fase finale di Europa League.

Nel match di andata giocato ad Helsinki i kazaki hanno faticato, trovando l’1-1 solo al 94’. Il ritorno sembra agevole e il primo tempo va in questa direzione, anche perché all’intervallo il risultato è 2-0.

Il KuPS, però, ha un jolly inatteso di nome Rangel. Attaccante brasiliano, ventisettenne che non è certo un goleador di razza, non avendo mai raggiunto la doppia cifra di gol in carriera. E questo pur giocando in campionati minori, come le serie inferiori brasiliane, il campionato albanese e la serie B austriaca.

Segna subito, ma l’Astana fa 3-1. Eppure, Rangel è un uomo in missione e chiude con una tripletta che determina il successo per 4-3 in trasferta dei finlandesi, clamorosamente qualificati.

Highlights di un Rangel assatanato, che si porta a casa il pallone e manda avanti la sua squadra

 

La regina delle sorprese nei preliminari: il Tobol

A proposito di Kazakistan, il Tobol è senz’altro la regina dei ribaltoni. La sua fama nasce nel secondo turno preliminare dell’edizione 2021-22, quando viene sorteggiata contro l’Hajduk.

A Spalato i croati si impongono per 2-0, apparentemente ipotecando la qualificazione. Apparentemente, appunto. Al ritorno i kazaki sono una furia, e nella ripresa la riprendono e la ribaltano, fino a subire il 3-1 dell’Hajduk al 94’. Con le nuove regole è un risultato che non premia più la squadra ospite ma porta la contesa ai supplementari, dove al minuto 118 è Asqat Tagybergen a siglare da fuori area il gol della clamorosa rimonta.

Passano due anni, e il Tobol è di nuovo dentro, ancora al secondo turno di qualificazione. Il sorteggio è ancora più proibitivo, perché di fronte c’è il Basilea, semifinalista nell’edizione precedente e squadra con più partite giocate nella competizione.

All’andata in Svizzera, nonostante il vantaggio, il Basilea si butta via e i kazaki ne approfittano: in undici contro nove vincono 3-1. In Kazakistan, sotto di due gol, i padroni di casa trovano sul finire del primo tempo il rigore dell’1-2, che difendono coi denti fino al clamoroso bis.

La pazza rimonta del Tobol sull’Hajduk nell’estate del 2021

 

Circolo (tennistico) polare artico

Questa è una partita nota ma impossibile da non citare. Per la terza giornata dei gironi 2021-22, la Roma è attesa dalla trasferta sul campo sintetico del Bodo/Glimt.

Alla vigilia un video riprende Cristante e Mancini lamentarsi per essere lì, dichiarando che era solo colpa loro per il “campionato di m**da” della stagione precedente. Non il massimo del coinvolgimento agonistico.

Sul campo, una Roma imbottita di riserve per evitare infortuni importanti sul sintetico ghiacciato, si presenta con una maglia blu particolarmente celebrata in quanto, dopo otto anni di polemiche, vi è ricomparso il vecchio stemma.

Non ci saranno altre occasioni per indossarla, la scaramanzia batte la tradizione. I giallorossi, infatti, partono male e vanno sotto di due gol in venti minuti, sembrano poterla riaprire con il gol di Carles Perez ma nel secondo tempo affondano. Clamoroso 6-1 per il Bodo, che la Roma riscatterà eliminando i norvegesi ai quarti e vincendo la competizione.

La sconfitta è stata uno smacco ma anche un’occasione per i tifosi giallorossi presenti in Norvegia, che hanno ricevuto in omaggio il biglietto per la magica notte di Tirana per assistere alla prima finale di Conference della storia.

La disastrosa notte norvegese della Roma, tramortita da Botheim e Solbakken

 

Prima vittoria dopo la rinascita

Rinato nel 2012 dopo un fallimento, il Mura ha vinto il suo primo campionato sloveno nel 2021 ma, causa risultati nei preliminari, è sceso fino alla Conference.

Non ha mai vinto un match europeo, almeno fino alla quinta giornata del girone dell’edizione 2021-22, quando ha scelto un palcoscenico non banale: davanti al suo pubblico e per giunta contro il Tottenham, la favorita per la vittoria della competizione.

All’andata gli inglesi avevano piallato i rivali, mentre al ritorno le cose sembrano più complesse. Va subito avanti il Mura, ma pareggia Harry Kane a fine primo tempo. Gli Spurs ci provano fino all’ultimo secondo, fino a quando arriva il clamoroso contropiede che sancisce il 2-1 per gli sloveni firmato Marosa.

Con una vittoria gli Spurs si sarebbero qualificati nonostante la sconfitta a tavolino dell’ultimo turno, e invece hanno subito una clamorosa eliminazione ai gironi.

Il beffardo pallonetto con deviazione con cui Marosa regala ai tifosi del Mura una notte da ricordare

 

Fuochi d’artificio per la prima del Kosovo

Al termine della terza giornata del Gruppo G dell’edizione 2022-23, regna un clamoroso equilibrio. Tutte le partecipanti sono a quota quattro punti grazie ad un match pazzesco: Sivasspor-Ballkani.

I kosovari hanno avuto un approccio zemaniano nella sconfitta per 3-2 in casa dello Slavia Praga, e anche l’inizio a Sivas, col vantaggio turco dopo una quarantina di secondi, sembra andare in quella direzione.

Eppure, a fine primo tempo il Ballkani ribalta il match, portandosi addirittura sull’1-3 a metà secondo tempo. I turchi però vendono carissima la pelle, e riescono a pareggiare al 91’. Finita qua? Assolutamente no. Al 94’ è Krasniqi a fissare il punteggio sul 3-4, regalando al Kosovo il primo successo in una fase a gironi di coppa.

Lo zemaniano successo del Ballkani sul campo del Sivasspor, con il 3-4 a dir poco rocambolesco

 

Europa: eccoti Bart Verbruggen

Verbruggen, oggi al Brighton, è uno dei più promettenti portieri in Europa. Se c’è una partita che più di tutte ha contribuito a dargli visibilità, quella è Villarreal-Anderlecht, ritorno degli ottavi di finale 2022-23.

Il match di andata a Bruxelles è stato piuttosto equilibrato, e si è chiuso sull’1-1. All’iniziale vantaggio del Submarino Amarillo targato Trigueros, ha risposto il pareggio di Dreyer.

Al ritorno, però, ci si attende un match diverso. Anche se rimasto orfano di uno stratega delle coppe come Unai Emery, il Villarreal è una delle favorite alla vittoria finale, avendo chiuso le ultime due stagioni con la vittoria in Europa League ed una semifinale di Champions.

E puntualmente i padroni di casa dominano in lungo e largo, tirando 23 volte, di cui dieci nello specchio. C’è solo un problema, per loro: Verbruggen pare sia stato toccato da un angelo, prende tutto.

E si sa, il calcio è beffardo, così basta un gol del vecchio Slimani nell’ultimo quarto di gara: 0-1 e belgi sorprendentemente qualificati.

La sfangata dell’Anderlecht a fronte delle molteplici occasioni per il Villarreal

 

La folle rimonta dello Zrinjski

Chiudiamo con la rimonta più folle da quando esiste la Conference, quella dello Zrinjski Mostar.

È il 21 settembre 2023 e si respira già aria di festa in città perché, per la prima volta, un club bosniaco conosce l’esordio in un girone di una coppa europea.

I tifosi dei Plemici sono accorsi in massa per un evento tanto importante. E pazienza se i loro beniamini sono destinati a fare da vittime sacrificali, sia nel girone che nel match contro l’AZ Alkmaar.

La voglia di festa non viene scalfita neanche dal primo tempo, che si chiude con un perentorio 3-0 per gli ospiti. Ma talvolta i miracoli accadono.

Inizia la ripresa, e Kozulj fa subito 1-3 con una beffarda punizione. Le speranze si riaccendono a metà frazione, quando il terzino destro Josip Corluka tira fuori il gol della giornata (forse sbagliando un cross, ma preferiamo credere nella magia) rientrando sul sinistro e insaccando alle spalle di Ryan.

Tre minuti dopo lo stadio di Mostar è una bolgia, perché Hrvanovic dal limite dell’area fa 3-3. Incredibile, lo Zrinjski ha agganciato il pari, eppure non si accontenta.

Minuto 81, su una palla aerea Malekinusic fa un intelligentissimo velo, e si butta nello spazio per approfittare della puntuale imbucata del compagno Kis. Cucchiaio, Ryan scavalcato, palo. Ma sulla respinta il più rapido è di nuovo Kozulj, che insacca a porta vuota e regala una notte da sogno ai bosniaci.

La magia della Conference League in un match

 


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Di Manuel Fanciulli

Laureato in giurisprudenza e padre di due bambini, scrivo di sport, di coppe e racconto storie hipster. Cerco le risposte alle grandi domande della vita nei viaggi e nei giovedì di Conference League.