Tutti i guai dell’Alessandria

Gli ultimi anni dellā€™Alessandria sono stati travagliati. I tifosi hanno visto la squadra passare dalla gloria della semifinale di Coppa Italia del 2016, al raschiare il fondo del barile a causa dei dissesti finanziari. Ripercorriamo le tappe che hanno portato la societĆ  piemontese a ritrovarsi nella situazione odierna, caratterizzata da incertezze e inquietudini.

 

Chi semina confusione raccoglie fallimento

Uno dei momenti piĆ¹ bui fu certamente il campionato di Serie C2 2002-2003. I presagi di una stagione da dimenticare iniziarono a presentarsi giĆ  il 4 settembre 2002, quando lā€™Alessandria si presentĆ² con le giovanili alla partita contro il Savona, valida per le fasi eliminatorie della Coppa Italia di Serie C. Il motivo dietro quella scelta risiedeva nel fatto che la Lega Professionisti Serie C aveva negato il trasferimento di alcuni giocatori per mancanza di garanzie economiche, nonostante in estate la proprietĆ  avesse rassicurato la piazza promettendo grandi risultati e operando una consistente campagna estiva.

La sconfitta per 3-0 a Savona fu solo lā€™antipasto di una lunga serie di sventure che i Grigi dovettero subire lungo tutto lā€™arco della stagione. Oltre ai risultati mediocri in campionato, si dovette far fronte con numerosi acquisti al grande esodo dei giocatori a gennaio, mettendo ancora piĆ¹ in difficoltĆ  le giĆ  delicate condizioni economiche del club.

Scelte che il tecnico Dino Pagliari nĆ© apprezzĆ² nĆ© condivise, al punto di rassegnare le dimissioni a campionato in corso. Al suo posto il board dei piemontesi chiamĆ² Aurelio Andreazzoli, il cui regno ebbe vita breve visto il solo punto conquistato dopo cinque partite. Il valzer degli allenatori terminĆ² con lā€™arrivo di Carlo Soldo, che riuscƬ a rivitalizzare lā€™ambiente, anche se ormai i giochi erano fatti. Nonostante il deludente 18Ā° posto ottenuto a fine stagione, lā€™Alessandria fu ripescata in C2. Ma il presidente dellā€™epoca Antonio Boiardi fu costretto a dichiarare fallimento a fronte delle ingenti problematiche economiche.

 

Rinascere senza tifo

La rinascita avvenne per mano della sindaca Mara Scagni, che fondĆ² la ā€œNuova Alessandria 1912ā€, amministrata tramite la Stradivari Holding. Questo tentativo di ridare vita al club non venne visto di buon occhio da parte dei tifosi grigi, che contestarono alla prima cittadina il fatto di non essersi mossa in tempo per salvare la vecchia societĆ , minacciando di non seguire la squadra durante il campionato di Eccellenza. Con lā€™acquisizione nel 2004 del titolo sportivo e successivamente del marchio originale da parte di un gruppo di imprenditori locali, lā€™Alessandria tornĆ² in auge e dominĆ² il campionato senza il supporto dei tifosi, i quali mantennero fede alle minacce mosse precedentemente.

L’Alessandria rinasce dalle sue ceneri

 

Non ĆØ tutto oro quel che luccica

Per la stagione 2008-2009, quella del ritorno in Serie C2, l’Alessandria si presentĆ² al via con aspettative modeste. Previsioni che avrebbero dovuto subire un ritocco in rialzo dopo lā€™inaspettato primo posto ottenuto al termine del girone dā€™andata. Alle prime difficoltĆ  del girone di ritorno, tuttavia, la proprietĆ  optĆ² per lā€™esonero dellā€™allenatore Jacolino. Al suo posto arrivĆ² Luciano Foschi, che non apportĆ² grandi stravolgimenti alla squadra in termini di tattiche, limitandosi alla gestione.

La stagione si concluse con la finale playoff di ritorno persa contro il Como, che vinse entrambe le partite in unā€™atmosfera infernale dettata dallā€™antica rivalitĆ  tra le due squadre. In particolar modo, le cronache dell’epoca raccontarono la finale di ritorno come una scena da Far West, degna dei migliori film di Sergio Leone.

Lā€™Alessandria rimase in dieci uomini giĆ  dopo quattro minuti, facilitando la partita ai comaschi che tennero in mano il pallino del gioco e amministrarono il vantaggio dellā€™andata. Ad infiammare ulteriormente lā€™ambiente ci pensarono il mister dei lombardi Di Chiara e il difensore dei piemontesi Ciancio. Il giocatore, dopo aver avuto un diverbio con lā€™allenatore avversario, pensĆ² bene di passare davanti alla panchina del Como, ricevendo un calcio da parte di questā€™ultimo. Foschi si scagliĆ² contro il tecnico comasco scatenando una rissa. Morale della favola: i tre fautori dello scontro vennero espulsi e il Como segnĆ² due gol nei minuti finali, condannando lā€™Alessandria a rimanere in C2.

Attimi di agonismo sfrenato nella finale contro il Como

 

Scommessopoli

Nel campionato 2010-2011, sotto la guida di un allora pocoĀ conosciuto Maurizio Sarri, i Grigi inanellarono una serie di risultati positivi andando oltre ogni pronostico. Si piazzarono al terzo posto e parteciparono ai playoff di Serie B, pregustando lā€™idea di compiere il grande salto in serie cadetta.

Il Sarrismo ĆØ passato anche da Alessandria

 

Sfortunatamente, quando tutto sembrava andare per il verso giusto, la situazione degenerĆ² in maniera veloce e soprattutto drastica. Oltre alla sconfitta nei playoff contro una Salernitana dilaniata dai debiti, lā€™Alessandria si ritrovĆ² al centro del caso “Scommessopoli”. UnaĀ vicenda che stravolse completamente il calcio italiano e coinvolse numerosiĀ dirigenti e squadre, Serie A compresa. Il procuratore federale Stefano Palazzi accusĆ² il presidente dellā€™epoca Giorgio Veltroni di frode ed evasione fiscale, chiedendo la retrocessione dellā€™Alessandria alla seconda divisione del campionato di Lega Pro. La sentenza diede ragione allā€™accusa, e la societĆ  grigia venne retrocessa in C2, con Veltroni che venne inibito per quattro anni dal calcio.

 

La campagna memorabile in Coppa Italia

Il momento di massimo splendore ĆØ certamente quello della stagione 2015-2016, quando la squadra raggiunse uno dei traguardi piĆ¹ importanti della sua storia. Il cammino in Coppa Italia della formazione allenata da Angelo Gregucci fu clamoroso. Si iniziĆ² con i primi turni che videro lā€™Alessandria imporsi prima con lā€™AltoVicentino, poi nel derby con la Pro Vercelli, e infine contro la Juve Stabia. Tre vittorie che lanciarono la squadra fino ai sedicesimi di finale del torneo contro il Palermo, allora in Serie A. La partita contro la compagine rosanero, guidata da ā€œEl Mudoā€ Vazquez e da Gilardino, venne vinta per 3-2 al termine di una prestazione superba da parte dei grigi al Barbera. Per la partita contro il Genoa degli ottavi si presentarono piĆ¹ di 2000 tifosi alessandrini, forti del gemellaggio con il Grifone. Il gol di Bocalon nei minuti finali del secondo tempo supplementare chiuse definitivamente i giochi, e proiettĆ² lā€™Alessandria nellā€™insolito e inatteso quarto di finale contro lo Spezia.

Gioia di gruppo per un traguardo insperato. E il bello deve ancora venire…

 

La semifinale ĆØ un regalo alla gente di Alessandria

In un Picco tutto esaurito per lā€™occasione, le cose iniziarono in salita per i Grigi, con gli spezzini che passarono in vantaggio con il gol di CalaiĆ². La storia dellā€™incontro cambiĆ² grazie al cambio di Gregucci, che lanciĆ² il suo amuleto Bocalon nella ripresa: ā€œRiccardo, tocca a teā€. Il bomber firmĆ² la doppietta che valse lā€™accesso allā€™improbabile, ma allo stesso tempo storica, semifinale contro il Milan, diventando lā€™uomo del destino dellā€™Alessandria.

Nonostante le sconfitte maturate in entrambe le partite contro i rossoneri, lā€™amore e la passione che i tifosi dimostrarono alla squadra durante tutto la competizione fu impareggiabile. Particolarmente emozionante fu la fiumana di tifosi dellā€™Orso Grigio che accorse a San Siro per la semifinale di ritorno (si parla di 50 autobus provenienti da Alessandria) e che riempƬ lā€™anello verde, componendo una coreografia in onore di quella storica cavalcata.

A San Siro per giocarsi l’accesso alla finale

 

Toccata e fuga in Serie B

Unā€™altra grande soddisfazione arrivĆ² due anni piĆ¹ tardi. I risultati del primo periodo facevano pensare ben altro. Infatti, al termine di un girone dā€™andata al di sotto delle aspettative, la societĆ  decise di esonerare il tecnico Gregucci in favore di Moreno Longo. Il neo tecnico riportĆ² brio alla piazza piemontese, e concluse il campionato al secondo posto, conquistando di fatto la possibilitĆ  di compiere finalmente il salto in Serie B passando dai playoff. Grazie alle vittorie ottenute contro la FeralpisalĆ² e lā€™Albinoleffe, rispettivamente ai quarti e in semifinale, lā€™Alessandria si trovĆ² di fronte il Padova nella doppia sfida finale. Entrambe le partite furono scialbe e scarne di occasioni. Lā€™andata e il ritorno finirono 0-0 ma la lotteria di rigori sorrise allā€™Alessandria, che vinse per un complessivo di 5-4 e strappĆ² il pass per accedere alla Serie B dopo ben 46 anni.

Lā€™intera cittĆ  festeggiĆ² la conquista, con Longo che a fine partita dichiarĆ²: ā€œE’ una grande emozione, abbiamo fatto qualcosa di incredibile, sono arrivato qua per portare avanti un progetto a lunga durata. Festeggiamo qualcosa di straordinario, questi tifosi meritano tanto, hanno fatto tanti sacrifici in questi anni.ā€ Insomma, il sole sembrava splendere ad Alessandria come mai aveva fatto prima, dopo anni di tentativi per la promozione andati in fumo.

Longo ĆØ il vero deus ex machina dell’ultima promozione dell’Alessandria

 

Dopo l’arcobaleno, di nuovo la tempesta

Sfortunatamente, le cose in Serie B non andarono come previsto, con la squadra che ridusse allā€™ultima giornata di campionato le speranze di partecipare ai playout per la salvezza. In un Moccagatta gremito, i grigi sfidarono il Vicenza. Ultima chiamata per occupare il 17Ā° posto e salvarsi dal baratro della retrocessione.

I Lanerossi vinsero il match di misura e, forti del vantaggio dato dagli scontri diretti, sopravanzarono lā€™Alessandria condannandola alla retrocessione diretta. Tanti rimpianti per la squadra piemontese, che dovette dire subito addio alla serie cadetta dopo anni di sacrifici e tentativi.

Da quel 6 maggio 2022, il presidente Di Masi non proferƬ parola a riguardo, generando perplessitĆ  e scoramento nei tifosi. I numerosi striscioni appesi per la cittĆ  in quelle settimane furono il simbolo tangibile di come il popolo grigio si sentƬ abbandonato a sĆ© stesso. Con lo spettro di una cessione della societĆ  che aleggiava per Alessandria, Di Masi ruppe il silenzio solamente dopo un mese, scusandosi con i tifosi ma dichiarando che: ā€œIĀ giocatori che non fanno parte del progetto verranno ceduti tutti. Non resterĆ  nessunoā€.

Oltre al danno, anche la beffa: ā€œLongo? Si presenterĆ  per lā€™inizio della preparazione nel fine settimana, maĀ con un progetto ridimensionato non credo resterĆ . La decisione finale spetterĆ  a luiā€. Intuizione corretta, visto che Longo rassegnĆ² le dimissioni poco piĆ¹ tardi, chiudendo un capitolo che meritava sicuramente un epilogo differente.

 

La situazione odierna

Il 14 maggio 2023 Di Masi ha deciso di farsi da parte, e le quote della societĆ  sono state rilevate dai due imprenditori Enea Benedetto e Alain Pedretti, con il primo a ricoprire il ruolo di presidente. La collaborazione tra i due ha iniziato a scricchiolare nei mesi seguenti, alimentando ulteriormente unā€™ambiente giĆ  carico di tensione intorno al Moccagatta. La bolla ĆØ scoppiata quando Pedretti ha dichiarato di non voler proseguire il rapporto con Benedetto, esortando il sindaco di Alessandria Giorgio Abonante a rilevare il 60% delle quote detenute dellā€™imprenditore torinese. I motivi dietro questo ammutinamento sono stati associati ad alcuni atteggiamenti poco sportivi e professionali tenuti da Benedetto nei confronti del suo staff, oltre alla mancata restituzione dei 250mila euro anticipati da Pedretti per lā€™iscrizione della squadra al campionato.

 

Storie tesissime

Da quel momento ĆØ guerra, con Benedetto che ha replicato immediatamente rilasciando un comunicato stampa in cui ha smentito tutte le accuse mosse da Pedretti nei suoi confronti, in particolar modo quella relativa alla quota dā€™iscrizione della squadra. Le istituzioni locali di Alessandria si sono allertate e hanno deciso di entrare nel conflitto per provare a mediare un accordo tra le parti. Nel mentre, il direttore sportivo Zerbo e il market maker Stojkovic sono stati licenziati (questā€™ultimo avrebbe sferrato dei pugni allā€™amministratore delegato Quistelli dopo una lite molto accesa), sollevando molte polemiche e perplessitĆ .

Uno striscione che rende bene l’idea

 

I tifosi, chiaramente scontenti della situazione, hanno continuato ad esporre striscioni contro la dirigenza manifestando la loro infelicitĆ  e preoccupazione. Particolarmente dura la frase che la Gradinata Nord del Moccagatta ha esposto durante il primo tempo di Alessandria-Lumezzane il 24 settembre: ā€œPedretti, Zerbo, Benedetto. Per Di Masi il fallimento perfettoā€. Sebbene il rapporto tra dirigenza e tifoseria non sia idilliaco, sembra che lā€™acquisizione delle quote da parte dellā€™imprenditore comasco Andrea Molinaro abbia riacceso una luce flebile, nella speranza che un club storico come lā€™Alessandria possa ritornare ai fasti di un tempo.

 


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catenaccio

Di Marco De Gaspari

Totalmente dipendente da calcio e musica. Tutto si basa sulla piĆ¹ grande massima mai espressa: chi sa fare sa capire.