Il Benevento non è la corazzata che ci si aspettava

Esame di maturità non superato. Potrebbe essere questo il giudizio nei confronti del Benevento di mister Andreoletti per l’ultima settimana vissuta dalle Streghe. Eppure le motivazioni c’erano tutte: vincere contro la Juve Stabia per agguantare la vetta e collezionare tre punti d’oro, anche per caricare l’ambiente in vista della gara contro l’Avellino in programma il prossimo 10 dicembre allo stadio Ciro Vigorito. E invece, oltre alla mancata vittoria si è aggiunta l’inchiesta sulle scommesse nel mondo del calcio che ha bussato alle porte del club.

L’annuncio dell’inchiesta che ha scosso la settimana del Benevento

 

Liberarsi dagli alibi

Premesse che sono però rimaste tali. Sicuramente le vicissitudini extracalcistiche hanno influito, ma gli alibi sul piano del gioco e i limiti della squadra si sono già palesati in diverse occasioni (vedi Picerno, Giugliano, Monopoli e Monterosi). Insomma, l’impressione – dettata anche dalle parole del tecnico in sede di presentazione – era quella di poter fare bene nonostante la settimana pesante – pesantissima – cominciata con la spada di Damocle del caso “calcioscommesse”. L’accusa sarebbe la medesima rivolta a Tonali e Fagioli, per citare gli esempi più famosi, ovvero quella di aver giocato sul calcio attraverso siti illegali, comprese, pare, anche alcune partite del Benevento stesso.

Il fascicolo aperto dalla Procura sannita annovera sei indagati, tra cui gli ex giallorossi Massimo Coda (oggi alla Cremonese), Francesco Forte (oggi al Cosenza), l’ex capitano Gaetano Letizia (in prestito alla Feralpisalò) e il difensore Cristian Pastina, che non è stato convocato per il derby del Menti vinto dalla capolista Juve Stabia.

Caso scommesse su cui la società ha subito informato la Procura Federale della FIGC, con lo stesso patron Vigorito che, ad una domanda sul caso, ha risposto: “Sono cose che dovrebbero far vergognare chi l’ha fatto e chi non ha sorvegliato perché non succedesse“. Come detto, se le giustificazioni, al pari dei limiti, sembrano ormai riconosciuti dai più, anche la stizza nei confronti della guida tecnica sembra essere un minimo comune denominatore. La prova sta nei commenti postati sui social da tantissimi tifosi, oltre che nelle reazioni nel post partita degli oltre 300 sostenitori della Strega giunti a Castellammare. In realtà, quella di domenica sembra comunque essere stata una delle prove migliori dei sanniti. Questa sconfitta però porta il bilancio a soli 4 punti ottenuti nelle ultime cinque giornate, con l’unica vittoria conquistata contro la “cenerentola” Monterosi.

Più che la sconfitta al Menti, però, a far male è il distacco che la Juve Stabia è riuscita a costruirsi con merito. Il +6 sul Benevento e +3 sul Picerno sono l’inizio di un tentativo di fuga per dare uno strappo al campionato.

Il Benevento non perdeva a Castellammare da 12 anni

 

Non può essere solo sfortuna

Questa gara il Benevento avrebbe potuto anche pareggiarla, ma uno strepitoso Thiam prima, e la poca lucidità sotto porta poi, hanno negato agli stregoni di riacciuffare un match che le parate di Paleari e due legni erano riusciti a tenere a galla. Quello che emerge dalla disamina sono i soliti problemi: la difesa tre; il poco equilibrio a centrocampo; e l’assoluta solitudine in avanti di Ferrante.

Al netto degli episodi e della fortuna, quel che restano sono le disattenzioni da palla inattiva e quei “vuoti di memoria” che spesso hanno punito i giallorossi. Se a ciò aggiungiamo qualche problema sul piano dell’approccio e di una mentalità condita a tratti da atteggiamenti troppo superficiali, oltre alla poca lucidità negli ultimi sedici metri, allora quella che da tutti è descritta come un’autentica corazzata diviene una squadra sì di qualità e potenziale, ma anche con diversi problemi da gestire. Tutto ciò preoccupa anche per via del complicato trittico di partite che porta alla fine del girone di andata: Avellino, Latina e Catania.

 

E se servisse cambiare modulo?

Sono tante le domande che assillano i tifosi giallorossi. Una di queste è il mancato utilizzo di Terranova a vantaggio di Capellini, con il primo che potrebbe portare più sicurezze al fianco di Berra. Il difensore cresciuto nel settore giovanile della Juventus, è stato messo dentro per cercare un profilo più adatto alla costruzione dal basso, che non sembra portare a nulla più di un palleggio sterile. Il continuo fraseggio rallenta notevolmente il gioco, che diventa molto più prevedibile e macchinoso. Karic davanti alla difesa ha dato molte più certezze che sulla trequarti, grazie a un’infinità di palloni recuperati che unisce alla qualità delle sue giocate. In questo modo riesce a dare anche una mano in termini di equilibrio e superiorità ad Agazzi (ad oggi intermittente) e a Talia, a cui si aggiunge anche un ritrovato Pinato (dopo l’infortunio).

In avanti, tralasciando il discorso esterni con Benedetti che non ha reso fino ad oggi quanto sperato così come El Kaouakibi, c’è un Masciangelo che scalpita e che sembra meritare qualche chance in più. Secondo il tecnico, che ha fatto del 3-4-2-1 il suo mantra, la squadra ad oggi non è capace di reggere le due punte. Forse è vero, ma Ferrante appare davvero un Davide contro Golia, che lotta e fa a sportellate spesso molto distante dalla porta. Questo, oltre alle energie, non può che togliergli lucidità quando si tratta di finalizzare.

La lettura di mister Andreoletti dopo la sconfitta del Menti

 

Il big match arriva nel momento più delicato

Lettura non sbagliata quella di Andreoletti, che sulla panchina ha un Ciciretti non al top, un Ciano che non trova condizione e continuità, e il solo giovane Sorrentino come unica alternativa. Soluzioni a parte, al Benevento servono ora soprattutto certezze, e forse il 4-3-3 appare un modulo più congeniale per la truppa sannita. A ciò si lega anche una lettura troppo spesso cervellotica del match, o tardiva e opinabile nei cambi, che spesso ha messo in discussione anche la stessa volontà dell’allenatore di osare sul piano tattico.

A meno di una settimana dal match più atteso contro i lupi d’Irpinia, alla Strega serve rimettersi in ordine e rivitalizzarsi. Questa squadra, seppur tra tanti dubbi, ha dato comunque l’impressione di poter fare la voce grossa, ma il salto di qualità non è ancora arrivato.

 


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