È inglese. È un centrocampista. Ha fisico, tecnica e atletismo. Chi è? Ovviamente Bellingham, Jobe Bellingham.

Lui e il fratello Jude di cose in comune ne hanno parecchie. E chissà, se le voci di mercato che parlano di un interesse del Real Madrid sono fondate, prima o poi potrebbero ritrovarsi anche a dover condividere lo spogliatoio.

 

Due su due

“Io non so cosa pensavi quelle notti con papà, ma grazie mamma, ne hai fatti due su due” (Due su due, Articolo 31)

Se i fratelli Bellingham conoscessero questa canzone degli Articolo 31, penso non esiterebbero a dedicarla alla signora Denise. Assieme a papà Mark hanno avuto la fortuna e la bravura di saper crescere due giocatori eccezionali. Se il primo lo sta già dimostrando, il “piccolo” sta arrivando. Ecco, piccolo mica tanto. Jobe, infatti, è alto 188 centimetri e pesa 75 chili. E i due centimetri in più di Jude sa come farli sentire ai suoi avversari.

Entrambi condividono una completezza invidiabile. Sanno unire le loro qualità fisiche e atletiche fuori scala ad una eleganza tecnica che li rende incredibilmente polivalenti. Non a caso, possono districarsi tra i compiti della mezzala, del trequartista o dell’attaccante, il tutto con estrema naturalezza. Anche perché calciatori con questo mix si tende a volerli sfruttare dal centrocampo in su. Il gol sembra essere di casa per i Bellingham, se pensiamo ai 17 realizzati da Jude in 20 presenze con il Real Madrid, ma non è sempre stato così. Due stagioni fa, in Bundesliga ne segnò solamente 3 in 32 partite con il Borussia Dortmund. Alla stessa età, anche se in un campionato di livello più basso come la Championship, Jobe è già a quota 4 in 21 gare.

”Giocare come box-to-box è ciò che preferisco, perché puoi stare nel mezzo e puntare in avanti. Posso far vedere di più cosa sono capace di fare in questa posizione. Però penso di avere un buon skillset per fare l’attaccante o il numero 10. Ho un desiderio dentro di me di fare gol. Ma non viene dal nulla. È una pressione positiva, una motivazione” (Jobe Bellingham, 12 dicembre 2023, Sky Sports UK)

 

Freak of nature

Incasellare Bellingham in un ruolo è un’operazione complicata, non solo per lui ma anche per il suo allenatore. Basti pensare che in questa stagione con il Sunderland è stato impiegato sia come centrocampista in una mediana a due che come mezzala sinistra, ma anche come punta e trequartista. Il suo compagno in mezzo al campo Dan Neil, non a caso, lo ha definito “an absolute freak of natural” dal punto di vista fisico. Abbinando a ciò anche delle ottime doti tecniche, è normale l’intento di volerlo avvicinare alla porta per sfogare anche quel desiderio di gol che ha dichiarato di avere.

Spesso viene coinvolto spalle alla porta, dove dimostra già a 18 anni di poter essere uno sfogo sicuro per i compagni. La sua innata qualità di saper giocare con l’uomo addosso è preziosa anche in un campionato fisico come la Championship. Al momento può ancora migliorare nei duelli aerei, mentre provare a saltarlo in dribbling è un’operazione complessa. Come si può vedere su Fbref, solo il 12% dei centrocampisti della seconda divisione inglese riesce a perdere meno uno contro uno di lui. Quel corpo Jobe sa come usarlo e negli anni non potrà che crescere da questo punto di vista.

 

Il Jobe di oggi

È soprattutto difensivamente, oggi, che Jobe riesce a essere un plus per la squadra. Quell’aggressività e quel fisico lo rendono un profilo che garantisce presenza in mezzo al campo. La sua propensione tecnica e atletica fanno di Bellingham un giocatore in grado di saper strappare palla al piede, più che ad orchestrare la manovra. In questa stagione ha trovato quell’incisività anche nell’area avversaria e nelle prossime stagioni potrà fare ancora meglio da questo punto di vista.

Calcia abbastanza e solo il 9% dei suoi colleghi in campionato inquadra la porta più di lui. Questo è dovuto principalmente alla sua presenza in area, infatti è proprio da lì che arrivano i suoi 4 gol. Perde ancora troppi duelli aerei per uno con la sua struttura ma, in leghe meno fisiche della Championship, il suo impatto di testa è destinato a migliorare. Proprio nell’ultima trasferta del Sunderland, terminata con una sconfitta per 1-0 contro il Bristol City, una sua incornata da calcio d’angolo stava per regalare il pareggio ai Black Cats.

 

Il Jobe di domani

Il suo domani Jobe Bellingham sembra averlo già individuato: centrocampista box-to-box. Pare quello, in effetti, il naturale approdo per far detonare il suo arsenale da tuttocampista. Un talento dalle mille sfumature, fatto di strappi palla al piede, imbucate, virtuosismi, visioni, contrasti, intercetti e duelli. C’è da scommettere che la polivalenza rimarrà sempre una sua peculiarità. Il suo obiettivo è quello di continuare a segnare, seguendo le orme del fratello goleador, ma per farlo dovrà iniziare a calciare meglio. La sua tecnica e la sua coordinazione, oltre all’etica del lavoro che sembra contraddistinguerlo, lasciano immaginare un miglioramento balistico. Una compostezza che può tornargli utile anche per continuare a essere decisivo in area di rigore. In fatto di comprensione del gioco appare, poi, in grado di poter aumentare l’apporto in fase di rifinitura. Una possibilità che passa da un upgrade delle sue qualità nello stretto, che sembra alla portata del ragazzo per via della sua naturalezza col pallone tra i piedi.

Nel caso non dovesse riuscire a sviluppare il feeling con il gol, potrà sempre arretrare il raggio d’azione. La sua completezza fa sì che il suo sviluppo sia difficilmente prevedibile, proprio perché dimostra di essere capace di saper fare tante cose su un campo da calcio. Non è escluso, quindi, che possa implementare le sue qualità difensive a discapito di quelle offensive. Di certo, ci troviamo di fronte a un giocatore tanto completo quanto intrigante. “Sky is the limit” dicono nel mondo anglosassone e, se parliamo di un Bellingham, non può che essere vero.

 


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catenaccio

Di Alessandro Briglia

Definitemi voi se ci riuscite. Gli indizi per capirmi sono nei miei pezzi. Scrivo ciò che sono, e sono ciò che scrivo.