Lallana

Nil igitur mors est ad nos neque pertinet hilum, quandoquidem natura animi mortalis habetur (“niente è la morte per noi, non ci riguarda per nulla, poiché il nostro animo è mortale”): così scriveva Lucrezio, interrogandosi sul senso che si cela dietro la paura di morire. L’essere umano, non potendo fare esperienza diretta della morte, non dovrebbe quindi temerla. Essa, però, si può presentare sotto diverse forme: a volte può essere uno scheletro incappucciato, che brandisce una falce, un giovane alato, fratello di Ipno o altre volte ancora una macabra danza. C’è stato anche un momento in cui Adam Lallana stava per conoscere l’ennesima faccia differente della morte: la fine della propria carriera calcistica. Un mostro, questa volta, palesatosi sotto forma di un’entità chiamata infortuni.

 

Le origini di un fenomeno chiamato Lallana

Adam Lallana nasce a St. Albans ma fin da piccolo vive a Bournemouth, nel Dorset. Muove i primi passi nel AFC Bournemouth Centre of Excellence dove, all’età di 12 anni, viene notato da un talent scout del Southampton. La sua non è la classica storia del ragazzo di provincia che fugge dalla povertà per raggiungere il suo sogno. Adam Lallana è figlio di una ricca famiglia inglese: il padre gestisce una casa di cura, quindi fin da piccolo Adam ha fatto conoscenza della morte, stando a contatto con anziani e moribondi. Un’esperienza formativa, che gli insegnerà come resistere ai momenti più duri della sua carriera.

Baricentro basso, grande tecnica podalica, quasi perfettamente ambidestro: sembra nato per giocare nella Spagna del 2010. In effetti, il background familiare non si limita al Regno Unito. Nelle sue vene scorre sangue iberico, grazie al nonno paterno nativo di Madrid. Con la palla tra i piedi dipinge traiettorie da esporre al Museo del Prado, mentre in campo dirige i compagni come il maestro Ivor Bolton durante le sue esibizioni al Teatro Real. Spagna e Inghilterra si fondono in Lallana, creando un calciatore unico. Nato sotto la regina Elisabetta II e vissuto col ricordo di Juan Carlos I: la nobiltà fattasi calciatore. Un ragazzo destinato all’élite calcistica.

Un giovane Lallana con la selezione Under 10 del Bournemouth

 

Un inizio duro nell’Hampshire

Nel 2006 Adam Lallana inizia a guadagnarsi le prime convocazioni nella squadra che l’ha cresciuto. Le grandi prestazioni in FA Youth Cup con la formazione riserve del Southampton, finalista e semifinalista rispettivamente nel 2004 e 2005, stupiscono il tecnico scozzese George Burley. Contro lo Yeovil Town, in League Cup, esordisce con i Saints. Non riesce però ad imporsi fin da subito e, dopo un anonimo prestito al Bournemouth, diventa titolare solo nella stagione 2008-09.

Il Southampton si trova in una situazione societaria a dir poco precaria. La sconfitta ai playoff contro il Derby County nella stagione precedente lo ha condannato ad un altro anno in Championship. Nemmeno il cambio societario è riuscito a risanare il bilancio di una squadra in balia di grosse difficoltà economiche. Il 1º aprile 2009, con un comunicato stampa, la società che detiene la maggioranza azionaria rende noto che, qualora non arrivassero nuovi fondi, sarebbe costretta ad entrare in amministrazione controllata. Eventualità che si tramuterà in realtà solamente un mese più tardi. La Football League decide così di sanzionare il Southampton. Le 40 presenze stagionali di Lallana non sono sufficienti: la sconfitta per 2-0 contro il Nottingham Forest condanna i Saints alla retrocessione in League One e ad una penalizzazione di 10 punti da scontare nella stagione 2009-10.

Il 9 luglio 2009 il magnate svizzero Markus Liebherr formalizza l’acquisizione del Southampton Football Club e di altri assets della Southampton LH, salvando così la società da un declino che pareva inesorabile. Ed è proprio in questo clima di incertezza e inquietudine che la storia d’amore tra Adam Lallana e la squadra dell’Hampshire spicca il volo.

 

Adam Lallana alla conquista della Premier League

La stagione 2009-10 è assai difficoltosa. I dieci punti di penalizzazione sono un giogo particolarmente pesante per il Southampton, tale da precluderne la promozione diretta in Championship. Lallana capisce che è arrivato il momento di prendersi sulle spalle il destino della squadra che l’ha cresciuto. La penalizzazione ha giocato un brutto scherzo ai Saints, che a fine stagione si sono classificati settimi, a sole sette lunghezze dai play-off. Il ragazzo del Dorset però inizia a far parlare di sé l’Inghilterra intera. Non solo una sua rete sancisce la vittoria contro il Carlisle United in League Trophy ma, con i suoi 20 gol stagionali, eguaglia una leggenda vivente del calcio britannico. Infatti, è il primo centrocampista a segnare almeno 20 gol in una stagione dai 30 di Matthew Le Tissier nel 1994-95. Come si dice a certe latitudini: real recognize real.

Gli 11 gol nella stagione 2010-11 regalano a Lallana non solo il rinnovo del contratto ma anche la promozione in Championship. Il ritorno nella seconda serie è stellare. Il trequartista di St. Albans segna il gol del definitivo 3-1 contro il Leeds United nella giornata d’esordio. Una rete densa di significato, in grado di rompere una maledizione durata 12 anni, nei quali il Southampton non aveva mai vinto la prima giornata di campionato. Al termine della stagione, Lallana colleziona 13 reti, che gli permettono di essere tra i nominati per il Southampton Player of the Year, premio però poi andato al compagno Rickie Lambert. La cavalcata dei Saints si interrompe a 88 punti, uno in meno della capolista Reading. Il St. Mary’s Stadium è in festa: la Premier League è realtà.

Lallana con la fascia da capitano del Southampton

 

C’è solo un capitano

La stagione 2012-2013 si apre con uno scontro storico, quello in programma all’Etihad Stadium contro i campioni uscenti del Manchester City. Lallana fa il suo esordio tenendosi stretta attorno al braccio la fascia di capitano della squadra di cui ormai incarna l’anima. Segna subito il suo primo gol in Premier League che, nonostante la sconfitta finale per 3-2, fa capire chiaramente come lui non sia solo di passaggio ai piani alti del calcio inglese. Il quattordicesimo posto finale segna una tranquilla salvezza, mentre Lallana si prepara alla stagione della consacrazione. Il 2013, infatti, segna la svolta definitiva nella carriera di Adam. Sotto la sua guida, infatti, i Saints raggiungono l’ottavo posto e sognano per gran parte della stagione l’approdo in Europa League. Nel match contro l’Hull City del 9 novembre, l’Inghilterra si accorge di quel piccolo ragazzo cresciuto a Bournemouth, che con la fascia al braccio incanta l’intero paese. Sulla trequarti, Lallana elude il primo avversario con la sua classica finta col tacco, punta il vertice sinistro dell’area ma sembra chiuso da due difensori dell’Hull City; trova un varco tra i due a pochi metri dalla linea di fondo, mantiene l’equilibrio dopo un corpo a corpo e batte il portiere sul palo lontano. Una cavalcata di 30 metri. Un gol da fenomeno, che fa piombare sul ragazzo del Dorset le attenzioni di tutta la Premier.

A fine anno perde il PFA Players’ Player of the Year Award arrendendosi solo a Luis Suarez ed entra a far parte del PFA Team of the Year. Adam Lallana è pronto al grande salto.

 

La consacrazione ad Anfield

Il padre era tifosissimo dell’Everton, passione tramandata dal nonno e trasmessa poi al piccolo Adam. Come nel più bello degli scherzi del destino, sono i rivali del Liverpool a pagare 25 milioni di sterline per assicurarsi il trequartista. Come un fulmine a ciel sereno, un infortunio al ginocchio costringe Lallana a saltare l’esordio in campionato contro la sua ex squadra, il Southampton. Un incidente di percorso, una piccola crepa che, a forza di venire sollecitata, non attende altro che cedere definitivamente. La prima stagione termina in crescendo, con un contributo fattivo alla qualificazione del Liverpool ai gironi di Europa League. Dalla stagione 2015-2016 il nome di Adam Lallana inizia ad essere urlato con prepotenza dalle parti di Anfield. Con 7 gol stagionali risulta fondamentale per portare la squadra di Klopp fino alle finali di Europa League e di League Cup. È il Siviglia ad alzare la coppa al St. Jakob-Park, mentre il Manchester City vince ai rigori a Wembley, grazie anche all’errore dal dischetto del trequartista ex Southampton, subentrato proprio per l’occasione.

Nella stagione successiva, tuttavia, Lallana inizia a far conoscenza dei propri mostri. 63 giorni passati in infermeria per tre infortuni diversi. Ma nessuna caduta lo ferma o lo costringe ad arrendersi. Nonostante tutto riesce a collezionare 42 presenze, segnando 11 reti, record personale in maglia Reds. Riesce addirittura a segnare il gol decisivo contro il Middlesbrough, che sancisce il ritorno del Liverpool in Champions League. Nel frattempo Lallana è diventato un idolo sotto la KopIl Liverpool acquista calciatori sempre più importanti ma lui trova sempre spazio. Adam è molto più di un semplice dodicesimo uomo. Agosto però arriva in fretta e quello del 2017 segnerà il destino del talento inglese.

 

Un mostro chiamato infortuni

Il Liverpool di Klopp cresce di anno in anno. I Reds tornano ad avere un posto di rilievo in Champions League. In campionato possono sognare quel titolo che manca da tanti, troppi anni. Lallana, fondamentale nel primo periodo di transizione del Liverpool, non può vivere da protagonista la sua consacrazione. Nell’agosto del 2017 un brutto infortunio in Audi Cup lo costringe ai box fino a novembre. Col nuovo anno, il guaio alla coscia sembra alle spalle quand’ecco che, come in un incubo, il muscolo cede di nuovo. A marzo, con i Reds in lotta per un posto in Champions, Lallana deve arrendersi fino a maggio. 160 giorni in purgatorio, dai quali, però, non riesce a raggiungere il suo paradiso. Il Liverpool è in finale della massima competizione europea. L’inferno si è palesato all’Olimpiyskiy Stadium di Kyiv e ha inghiottito la coppa dalle grandi orecchie, consegnandola al Real Madrid.

L’anno successivo colpisce talmente forte che Lallana fatica a rimanere in piedi. Il primo colpo lo serve all’inguine. Uno stiramento lo tiene lontano dal campo da calcio per quasi due mesi. A questo si sommano una serie di infortuni traumatici, che non permettono al fantasista di Bournemouth di entrare in forma e lo costringono ai box per un totale di 142 giorni. Un calvario che, questa volta, ha un degno lieto fine: il 1º giugno 2019 al Wanda Metropolitano di Madrid riesce a sollevare la Champions League, seppur non giocando nemmeno un minuto della finale contro il Tottenham.

Nell’ottobre 2019, contro il Manchester United mette a segno il suo primo gol dopo oltre due anni. In tre stagioni Lallana colleziona 53 presenze, con la sola rete ai Red Devils come ultima gioia personale. O meglio, la penultima. A fine anno la squadra di Klopp riesce a vincere la Premier League, riportando ad Anfield un trofeo che mancava da trent’anni. Il fantasista ex Southampton sa di non poter più essere utile ad una squadra diventata tra le migliori del mondo. Dopo sei anni può lasciare da eroe il Liverpool.

Adam Lallana vince la Premier League col Liverpool

 

Una nuova giovinezza?

Dalla stagione 2020-2021, Adam Lallana dona la sua esperienza al Brighton di Graham Potter che, anche grazie all’ex Liverpool, diventerà negli anni la squadra rivelazione della Premier. Assume subito il ruolo di vice-capitano e le trenta presenze stagionali gli permettono di tornare a sorridere. Già dalla stagione successiva, però, il suo mostro torna a bussare alla sua porta. Lallana è costretto a scontare quasi 100 giorni ai box nei successivi due anni, che non gli permettono di entrare in forma come avrebbe voluto. Nonostante i problemi fisici, Adam lascia intravedere quale sarà il futuro della sua carriera. Con l’addio di Potter, accasatosi al Chelsea, è proprio l’ex calciatore dei Reds a diventare prima il vice dell’allenatore ad interim Adam Croft e, successivamente, il protetto di Roberto De Zerbi. Due menti che vogliono rivoluzionare il calcio.

Proprio l’allenatore bresciano si rivela fondamentale nel dare una nuova giovinezza a Lallana. Nonostante i continui guai fisici lo costringano a passare più tempo in infermeria che in campo, il fantasista diventa imprescindibile per De Zerbi. Come un collaboratore nell’ombra, aiuta l’ex allenatore del Sassuolo ad ambientarsi in Inghilterra e risultata fondamentale nell’inserimento di Milner nella rosa del Brighton. E se la squadra dell’East Sussex è riuscita a qualificarsi ai gironi di Europa League, il merito è senz’ombra di dubbio anche suo.

 

Il ritratto di Adam Lallana

Come nella migliore delle favole, la carriera di Lallana si prepara al lieto fine. Quest’anno gli infortuni sembrano voler lasciare in pace il trequartista del Brighton. Come una poesia, le sue apparizioni si fanno fugaci, rare ma d’impatto. De Zerbi centellina la sua classe, forse troppo preziosa per essere ammirata dal pubblico sugli spalti. Di sicuro Adam non possiede un quadro di sé stesso che invecchia in un anfratto nascosto di casa, mentre il suo aspetto ringiovanisce. Gli anni hanno giocato fin troppi scherzi al suo fisico. Come un vestito riposto in un armadio, il suo corpo è stato indossato dal tempo, che ne ha scucito le fibre muscolari. Ma, come ogni storia, anche questa ha bisogno della sua fine. Nessuno di noi è in grado di leggere il futuro, ma una cosa è certa: solo Lallana può decidere quando è arrivato il momento di strappare la sua tela.

Adam Lallana nella sua nuova avventura col Brighton

 


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catenaccio

Di Thomas Novello

Studente di Editoria e Giornalismo e aspirante scrittore a tempo perso. Famoso su X (fu Twitter) per proteggere Diego "el más grande" Ribas Da Cunha e Berbatov.