La trade tra Knicks e Raptors spiegata bene

Il 30 dicembre di solito è una serata relativamente tranquilla: si va a letto presto e si ricaricano le pile per la notte di Capodanno, magari scrollando noiosamente Twitter (mi rifiuto ancora di chiamarlo X). Però, tra l’ennesimo litigio su quanto sia clutch Curry e i commenti ormai stantii su Chiara Ferragni e la questione pandori, ecco che l’NBA dal nulla, decide di ravvivare la serata con uno scambio. Non una blockbuster trade sicuramente, ma un movimento di giocatori assolutamente rispettabili. I Toronto Raptors cedono OG Anunoby ai New York Knicks assieme a Precious Achiuwa e Malachi Flynn mentre in Canada atterrano RJ Barrett ed Immanuel Quickley oltre alla scelta al secondo giro del prossimo draft dei Detroit Pistons.

Anunoby era da diverso tempo uno dei nomi più richiesti e chiacchierati sul mercato, con tante squadre interessate. Alla fine sono stati proprio i Knicks a spuntarla, portando a casa uno dei migliori 3&D della lega. Il prezzo pagato dalla squadra della Grande Mela, è veramente giusto?

 

I nuovi big three di New York?

Con Anunoby, i Knicks hanno l’opportunità di innestare in quintetto un giocatore con tutte le carte in regola per essere la versione potenziata di Barrett, capace di inserirsi molto bene accanto a Brunson e Randle grazie alle sue ottime qualità da comprimario. In attacco OG è un tiratore dal 37,5% da 3pt in carriera, con un solidissimo 40% nelle triple in catch and shoot, percentuali molto migliori di quelle del canadese. Le difese avversarie devono rispettare la sua pericolosità da fuori, il che permette di essere un ottimo elemento per allargare le spaziature della squadra e attaccare i closeout con ottime cifre al ferro (75% in stagione).

New York è una squadra che, per caratteristiche dei singoli, è molto portata a prendere conclusioni dagli angoli. Con un attacco base molto semplice, fondato principalmente sulle creazioni dal palleggio di Randle e Brunson, viene naturale che i tiri più comodi da ricercare siano le triple laterali in seguito agli scarichi effettuati dall’11 o dal 30. Una tendenza confermata anche dai numeri: l’anno scorso secondi per frequenza di conclusioni in questa zona di campo, settimi nella stagione attuale.

Le percentuali dall’angolo riferite alla stagione in corso per i giocatori dei Knicks con almeno 10 tentativi.

 

I numeri dei singoli giocatori fanno capire la volontà del front office e del coaching staff. Esaltare ancora di più quest’aspetto del gioco, sacrificando sì un profilo che rappresentava molto per il nuovo corso Knicks (Barrett è stato il primo giocatore in rookie contract ad essere rinnovato dai tempi di Charlie Ward – era il 1999) ma che a livello tattico è sempre stato di difficile collocazione nello scacchiere di Thibodeau. Il 37,3% nelle corner threes, a questo proposito, è una cifra mediocre per l’NBA attuale e riassume al meglio la situazione. L’arrivo di Anunoby al suo posto permette di inserire nel motore un tiratore estremamente pericoloso dagli angoli: per lui, solo in questa stagione, il 45,9% su 2,6 tentativi a partita, con una meccanica molto più fluida e naturale.

OG subito ben inserito nel flow offensivo di New York, sfruttando lo spazio creato dai portatori di palla. Nella prima clip, notevole il blocco cieco di Hartenstein per liberare l’8, una set da tenere sott’occhio per il resto della stagione.

 

Un altro aspetto peculiare del gioco di Anunoby, che si integra perfettamente con il roster dei Knicks, è la sua capacità di gestire gli attacchi a canestro. A livello di frequenza e punti generati per possesso, l’ex Raptors non si discosta molto da Barrett nelle situazioni di taglio dimostrando però una maggior qualità nel mettersi in visione per ricevere il passaggio rispetto al 9.

 

Quello che fa la differenza è la diversa qualità delle letture offensive, che permettono ad Anunoby di essere una minaccia maggiore. L’ex Raptors non sarà mai un portatore di palla secondario o una point forward capace di giocare il pick and roll con continuità, tuttavia il miglioramento rispetto a Barrett è tangibile con una più spiccata capacità di gestire palla in situazioni di penetrazione e attacco del canestro.

Come rivelano le fredde cifre, Anunoby in situazioni di penetrazione non solo è un finalizzatore più efficiente ma è di gran lunga un passatore migliore.

 

Se in attacco OG risulta un netto miglioramento rispetto a RJ, è tuttavia nella metà campo difensiva che il giocatore di origine nigeriane fa valere tutto il suo talento. In questi anni si è affermato come uno dei migliori difensori perimetrali della lega: dotato di un ottimo fisico, è abbastanza veloce per tenere il primo passo dei piccoli e, al tempo stesso, è abbastanza forte per tenere le ali più piazzate. Con la sua aggiunta, i Knicks si sono assicurati un difensore estremamente versatile che nella scorsa stagione è stato inserito anche nel second team All-Defensive.

Nel suo esordio contro Minnesota, Thibs si è divertito a sfruttare l’estrema versatilità di Anunoby mettendolo in marcatura su Towns e su Edwards.

 

Dal punto di vista tecnico, dunque, l’aggiunta di Anunoby è un grosso sì per New York. Rimane, tuttavia, solo un piccolo dettaglio da sistemare: il contratto. Il numero 8 possiede una player option da 19 milioni per la prossima stagione, opzione che ovviamente verrà declinata avendo la possibilità di strappare un accordo ben più ricco in free agency. I Knicks, di conseguenza, saranno costretti a rinnovare il nuovo acquisto a cifre molto alte per tenerlo in squadra, si parla di somme attorno ai 30-40 milioni a stagione. Le vie della free agency NBA sono infinite e per la maggior parte delle volte impossibili da prevedere. Tuttavia, in casi come questo, visto il grande prezzo speso per ottenerlo via trade, il rinnovo non dovrebbe essere un problema, considerando anche che il procuratore del giocatore è il figlio di Leon Rose, presidente dei Knicks. L’accordo tra le due parti dovrebbe essere, dunque, una semplice formalità.

Assieme ad Anunoby, nel pacchetto spedito a New York c’è anche Precious Achiuwa, che potrà essere utile nei prossimi mesi, vista l’assenza di Robinson per infortunio. Con Achiuwa, i Knicks ottengono un lungo sottodimensionato che però ha fatto vedere lampi interessanti con la palla tra le mani. Insieme a lui marginale l’aggiunta di Malachi Flynn, utile giusto per allungare le rotazioni nelle guardie in regular season, ma difficilmente spendibile in contesti più competitivi.

 

Il ritorno del figliol prodigo

Guardando in casa Raptors, viene subito da pensare che questa mossa di Ujiri sia stata finalizzata a non smantellare tutto, come sarebbe accaduto dando via Anunoby per scelte. Il piano per Toronto, dunque, pare quello di cercare di rimanere competitivi e provare a raggiungere i playoff prendendo due buoni giocatori di rotazione.

Con Barrett, nativo proprio di Toronto, i canadesi ottengono un giocatore estremamente talentuoso che però a New York non è riuscito ad esprimersi al meglio, anche per colpa di un contesto non molto adatto a lui. In un ambiente con spaziature migliori e privo della presenza ingombrante di un ferma palloni come Randle, potrebbe esplodere definitivamente e mostrare anche il suo potenziale da creatore secondario. Tuttavia, nel corso della sua carriera è sempre stato un attaccante poco efficace (53 di TS% come massimo in carriera): non è un tiratore rispettabile dal perimetro, però ha mostrato piccoli ma costanti miglioramenti dalla media che lasciano ben sperare.

Il pezzo che potrebbe rivelarsi il più pregiato della trade, tuttavia, è il meno pubblicizzato Quickley. Con lui, Toronto può trovare quella point guard in grado di creare dal palleggio, riprendendo la scomoda eredità lasciata da VanVleet. In questi anni ai Knicks, Quickley si è dimostrato un buono scorer in grado di segnare da tre ma capace, allo stesso tempo, anche di finire al ferro nonostante le dimensioni ridotte. Finora il numero 5 ha agito principalmente in uscita dalla panchina: a Toronto ricoprirà il ruolo di playmaker titolare e dovrà quindi dimostrare di poter creare per i compagni con maggiore continuità. Scottie Barnes continuerà ad avere un usage molto elevato, vista la grande stagione che sta vivendo, ma al prodotto di Kentucky si chiederà uno step in più.

Così come Anunoby, anche Quickley andrà rinnovato a fine anno, essendo in uscita dal suo rookie contract. A differenza di OG, la giovane guardia chiederà sicuramente meno soldi, con un range che dovrebbe aggirarsi attorno ai 20-22 milioni. Una cifra che i Knicks si sono rifiutati di pagare questa estate, dinamica che, di fatto, ha portato alla trade appena chiusa. Avendolo acquisito via scambio, i Raptors hanno mantenuto i diritti come restricted free agent ed avranno, perciò, la possibilità di pareggiare qualsiasi offerta gli venga proposta, potendo ragionare sul medio lungo periodo con relativa serenità.

Oltre ai giocatori, a corollario della trade, Toronto otterrà anche la prossima pick al secondo giro dei Detroit Pistons. Una scelta che dovrebbe essere la numero 31 se i Pistons dovessero continuare la loro orribile stagione: praticamente una fine primo giro senza tutti gli oneri legati al contratto garantito che spetta ai primi 30 giocatori chiamati al draft. Un asset da non sottovalutare.

 

Bilancio finale

Con questa mossa i Knicks fanno un netto passo in avanti assicurandosi uno dei migliori 3&D della lega, liberandosi allo stesso tempo di un giocatore ormai parecchio problematico per il suo inserimento negli equilibri di squadra. Tuttavia, con la partenza di Quickley perdono di profondità e qualità dalla panchina, diminuendo la creazione e la fantasia dal palleggio, con i soli Brunson e Randle in grado di creare un vantaggio per sé stessi e i compagni. In linea di massima si sono rafforzati, seppur non abbastanza per poter ambire a diventare una contender. Rimangono, comunque, una squadra da tenere d’occhio perché, avendo mantenuto le numerose scelte che possiedono, potrebbero muoversi nuovamente prima della deadline. La mossa più sensata sarebbe quella di continuare un progetto partito ormai cinque anni fa con la trade di Porzingis e cercare di aggiungere progressivamente, tassello dopo tassello, giocatori utili e in grado di attirare una grande superstar in futuro. D’altronde non c’è nessun bisogno di andare all-in in questa stagione, meglio aspettare la successiva attendendo anche il ritorno di Mitchell Robinson dall’infortunio.

Anche i Raptors, al netto di tutto, possono ritenersi soddisfatti e uscire a testa alta dallo scambio. Hanno scelto di liberarsi di Anunoby prima di perderlo a zero quest’estate, aggiungendo due giocatori capaci portare ancora più versatilità al roster. Barrett è una scommessa onerosa: il giocatore era arrivato in NBA con alte aspettative ma a New York ha deluso. Un cambio di contesto e l’aria di casa potrebbero fargli bene. Quickley, dal canto suo, potrebbe trovarsi molto bene accanto ad un giocatore come Barnes, facendosi finalmente carico di tutte quelle responsabilità che ai Knicks non aveva ancora ottenuto, con la speranza che possa seguire le orme di Maxey a Philadelphia. Così come i Knicks, anche Toronto non sembra aver finito qui con le sue mosse, visto che sono sempre più insistenti le voci che vogliono Siakam lontano dal Canada. Dalla sua possibile cessione si capiranno molte cose sul futuro e sulla direzione che prenderanno questi Raptors.

 

Articolo a cura di Nicola Ragaglia, con la collaborazione di Lorenzo Bartolucci

 


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The Homies

Di Nicola Ragaglia

Grande appassionato di calcio, basket e football americano. Tifoso del Livorno, Atlanta Hawks e Atlanta Falcons: in poche parole, detesto vincere.